Milano. Da Regione controlli a tappeto negli ospedali per possibili irregolarità nelle cartelle cliniche e in sala operatoria

Milano. Da Regione controlli a tappeto negli ospedali per possibili irregolarità nelle cartelle cliniche e in sala operatoria

Milano. Da Regione controlli a tappeto negli ospedali per possibili irregolarità nelle cartelle cliniche e in sala operatoria
Le verifiche, secondo quanto riporta Repubblica, sono scattate a seguito dell'inchiesta sul San Raffaele. Qui, secondo la Guardia di finanza, tra il 2011 e il 2013 sarebbero stati effettuati oltre 4mila interventi senza rispettare i "requisiti di accreditamento" e le équipe mediche sarebbero state solo "in apparenza regolarmente costituite". L'ipotesi è di truffa al servizio sanitario per 30 mln.

La Regione Lombardia ha dato il via ad una serie di controlli a tappetto negli ospedali milanesi per verificare eventuali irregolarità. Secondo quanto riporta il sito on line di Repubblica, la decisione del Pirellone sarebbe frutto di quanto emerso dall'inchiesta sul San Raffaele. Qui, secondo la Guardia di Finanza, tra il 2011 e il 2013 sarebbero stati effettuati oltre 4mila interventi senza rispettare i "requisiti di accreditamento" e le équipe mediche sarebbero state solo "in apparenza regolarmente costituite". L'ipotesi è di truffa ai danni servizio sanitario per 30 mln, secondo i calcoli della Corte dei Conti regionale.

I controlli saranno fatti sia sul piano amministrativo, per verificare eventuali irregolarità nella compilazione delle cartelle, sia su quello sanitario, sull'effettivo svolgimento delle operazioni e il decorso dei pazienti. Una decisione, quella della Regione, che segue quella della Corte dei conti di passare sotto la lente d'ingrandimento proprio il lavoro degli organi di verifica del Pirellone. I giudici contabili non escludono un omesso controllo, e per questo intendono verificare l'operato dei Noc (Nuclei di controllo regionale) dal 2011 in poi, per capire come mai le ispezioni al San Raffaele siano iniziate solo due anni dopo.

La nuova inchiesta sul San Raffaele – come ricorda Repubblica – è cominciata dopo che, nel gennaio 2013, l'allora direttore della Sanità Carlo Lucchina chiese agli ispettori dell'Asl milanese di verificare la situazione dell'ospedale a seguito di una segnalazione anonima. Passate al setaccio 17 schede anestesiologiche e 257 verbali operatori, relativi a operazioni eseguite tra il 7 e il 20 gennaio dello stesso anno, gli ispettori trovano diverse irregolarità, come emerge dalla diffida che l'Asl ha inviato all'ospedale l'8 aprile successivo. In 16 casi, scrivono gli ispettori, gli interventi erano privi del "numero di operatori minimi previsti". In altri 22 "si riscontra una sovrapposizione oraria fra due o più interventi" per gli stessi medici, con il risultato di "non rendere evidente quale operatore sia stato effettivamente presente nel corso del singolo intervento chirurgico".

Sono proprio queste anomalie a spingere l'Asl a sanzionare l'ospedale e a trasmettere gli atti in Procura. Prende il via da qui l'inchiesta, culminata con l'avviso di chiusura indagini inviato la scorsa settimana a nove tra dirigenti e primari dell'ospedale milanese.

25 Giugno 2015

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