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Arriva la prima mano artificiale e robotica tutta Made in Italy


Vede la luce dopo circa 1 anno dall’accordo Inail-Iit, del dicembre 2013, per lo sviluppo di nuovi dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi pari a 11,5 milioni di euro. E' realizzata con il contributo della tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche. Lorenzin: "Nei nuovi Lea abbiamo previsto queste tecnologie con un aggiornamento biennale".

16 APR - Sbarca sul mercato il primo prototipo di mano artificiale interamente derivante da tecnologia robotica Made in Italy che consente il recupero della funzionalità complessiva ai pazienti amputati di arto superiore. Realizzata con il contributo della tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche, la mano artificiale è robusta e leggera (meno di 500 gr) ed estremamente flessibile, grazie all’ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali.

Il paziente controlla la mano protesica attraverso 2 sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui. Il dispositivo non prevede operazioni invasive per il paziente ma rappresenta uno strumento indossabile con semplicità sull’arto amputato. Obiettivo è ottenere un dispositivo altamente ergonomico e con consumi ottimizzati. Entro il 2017, a conclusione della fase di sviluppo preclinico con i pazienti del Centro Protesi Inail di Budrio, il dispositivo verrà reso disponibile alle persone con specifica disabilità.

Il ministro della Salute Lorenzin ha annunciato che “nei nuovi Lea abbiamo previsto queste tecnologie con un aggiornamento biennale. Credo che per il 2017 sarà possibile inserire il sistema protesico di sviluppo avanzato di un arto superiore. Dobbiamo porci il tema di come trasferire il prototipo a tutti i pazienti. In questo modo – ha aggiunto - sarà possibile superare il gap economico che fa la differenza tra chi può accedere a questi dispositivi e chi no. Quello delle risorse è un falso problema, perché si trovano se vengono usate bene quelle che ci sono".

La produzione e la commercializzazione saranno affidate ad una nuova start up, che sta nascendo in seno all’Istituto italiano di tecnologia (Iit), con l’obiettivo di valorizzare questa tecnologia sia sul mercato nazionale che internazionale (Europa ed Usa in primis), grazie alla competitività dei costi, all’avanzato contenuto tecnologico e ad un design unico nel settore. Vede la luce dopo circa 1 anno dalla sigla dell’accordo Inail-Iit, del dicembre 2013 per lo sviluppo di nuovi dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi pari a 11,5 milioni di euro.

Il progetto scientifico, guidato da Antonio Bicchi, Manuel Catalano e Giorgio Grioli di Iit, è stato sviluppato verso il paziente grazie al lavoro congiunto con Rinaldo Sacchetti, Emanuele Gruppioni e Simona Castellano per Inail. Il gruppo di lavoro ha visto il coinvolgimento di 20 fra ricercatori, sviluppatori dei laboratori Iit e personale tecnico e medico presso il Centro Protesi Inail di Budrio. Oltre alla mano artificiale polifunzionale, il progetto Inail-Iit prevede entro il 2017 lo sviluppo di altri dispositivi con la realizzazione di un prototipo pre-industrializzato di esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone paraplegiche.
“Quella di oggi è un’occasione particolarmente speciale – ha sottolineato nell’intervento di apertura il presidente dell’Inail, Massimo De Felice – che mostra come un ente semiautonomo entro lo Stato come l’Inail possa contribuire a portare nella politica sociale grande forza innovativa, dando il proprio apporto tecnico a progetti di ricerca all’avanguardia, rafforzando la sua tradizione in questo campo. Dalle prime protesi artigianali degli anni Sessanta, infatti, seguendo un itinerario coerente di forte partecipazione alle politiche riabilitative, siamo arrivati a soluzioni di altissima tecnologia”.

Il prototipo di mano artificiale, ha spiegato De Felice, “è il primo risultato di una strategia altrettanto innovativa messa in atto dall’Inail, che parte dalla costruzione di un sistema a rete, per integrare l’esperienza clinica e riabilitativa del Cento Protesi di Vigorso di Budrio e del Centro di Riabilitazione Motoria di Volterra con progetti che si situano sulla frontiera della robotica ad alta tecnologia. L’integrazione tra processi di ricerca ed esperienza d’uso consente, infatti, di migliorare e abbreviare i percorsi di trasferimento tecnologico”. La strategia comprende anche l’innovazione gestionale rappresentata dal Regolamento dei brevetti dell’Istituto, che disciplina le modalità per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e dello sfruttamento industriale derivanti dalle invenzioni realizzate a seguito dell’attività di ricerca”.
Per il presidente dell’IIT, Gabriele Galateri di Genola, “il progetto promosso insieme all’Inail è il simbolo di quello che vogliamo fare: sviluppare innovazione e trasferirla sul mercato, con benefici per i pazienti, per il sistema del welfare e anche per il sistema industriale ed economico, attraverso la nascita di start-up. In un mondo ipercompetitivo, l’innovazione può ridare slancio al nostro sistema industriale – ha aggiunto Galateri di Genola – L’innovazione, però, si fa insieme, facendo squadra, perché da soli non si va da nessuna parte. La collaborazione tra due realtà di eccellenza come l’IIT e il Centro Protesi Inail va esattamente in questa direzione”.
 

16 aprile 2015
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