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Expo chiude. Bilancio finale sull’alimentazione del Pianeta. Ecco come mangiano nel mondo. Dal Lussemburgo all’Afghanistan

di Edoardo Stucchi

La grande kermesse di Expo 2015 in fase di chiusura ha aperto una vetrina sul mondo della salute e ha rivelato le criticità di sostenibilità economica per il futuro dei sistemi sanitari di tutti i Paesi dell'area mediterranea. E l’alimentazione gioca un ruolo sempre più importante per la salute dell’uomo e del Pianeta

29 OTT - In relazione al tema di questa edizione 2015, l'alimentazione l'ha fatta da padrone, diventando il fulcro delle discussioni, perché è dal cibo che dipende lo stato di salute delle popolazioni, sia per quelle in deficit, sia per quelle in eccesso: il paradosso sottolineato dal ministro della salute, Beatrice Lorenzin, a chiusura del convegno organizzato dal Ministero dal titolo “Nutrire il pianeta, nutrirlo in salute”, un paradigma che accomuna due cose, la salute delle popolazioni e la salute della terra, dalla quale traiamo gli alimenti per vivere.
 
In questo contesto l'Italia ha firmato protocolli di intesa con le aziende alimentari sia per migliorare la qualità dei prodotti, sia per autocensurarsi nei programmi di comunicazione e marketing rivolti soprattutto alle fasce più a rischio, che sono bambini e gli adolescenti, più facilmente vulnerabili dai messaggi pubblicitari.
 
 
Ma come stanno gli altri Paesi che hanno firmato la Carta di Milano a conferma della unicità dei problemi da risolvere?Sono gli stessi dell'Italia: si va dalla malnutrizione che causa denutrimento e obesità, con tutte le malattie croniche non trasmissibili, fra le quali appare più importante il diabete, e lo stile di vita, che privilegia la sedentarietà a danno dell'attività fisica, elemento ormai determinante nella lotta alle malattie. Se il cibo, infatti, è in grado di farci ammalare o di stare bene, a seconda delle scelte, l'attività fisica moltiplica il raggiungimento del benessere.
 
Ecco dunque che cosa si apprestano a fare alcuni Paesi ospiti di Expo.
La dieta mediterranea è molto ben seguita dagli abitanti del Lussemburgo, grazie a una strategia di comunicazione cominciata 10 anni fa per arginare l'obesità. “Abbiamo cominciato nel 2006 – ha detto il portavoce del governo di questo piccolo paese abitato da 500.000 abitanti – chiedendo la collaborazione di tutti i ministeri coinvolti per sollecitare gli attori locali e responsabilizzandoli nelle scuole, negli asili, nelle scuole, nelle comunità, nelle fabbriche e nei supermercati. Abbiamo adottato messaggi semplici con spiegazioni comprensibili da tutti sugli effetti della salute e, in modo “ganzo” per accattivare i giovani”.
 
Anche in Bulgaria c'è la convinzione che nutrizione e stile di vita influenzano lo stato di salute e per questo sono stati tassati gli alimenti e le bevande che contengono sostanze nocive, con il proposito che in un determinato tempo le aziende dovevano modificare la loro composizione, pena l'esclusione dal mercato. “Con ciò - ha detto il vice ministro della salute – non vogliamo impedire la libera circolazione degli alimenti, ma la gente deve sapere che cosa mangia. Contestualmente è stato avviato un progetto per incoraggiare l'attività fisica, condizione indispensabile per arginare l'aumento delle malattie croniche”.
 
In Polonia da 10 anni viene proposta e promossa l'attività fisica per contrastare il sovrappeso e l'obesità. L'obiettivo è educare i giovani, coinvolgendo studenti volontari che diffondano tra i compagni i benefici della dieta bilanciata. Dal 2006 al 2015 sono state coinvolte nel progetto 2800 scuole.
 
Anche in Spagna il dipartimento di sicurezza degli alimenti e della nutrizione è accorpato alla Salute. L'obesità è un problema multifattoriale, che dipende dallo stile di vita sbagliato e dalle proposte alimentari delle azienda che devono riformulare la composizione dei cibi, riducendo sale, zucchero e grassi trans. “Stiamo attenti alle politiche europee – ha detto il rappresentante spagnolo -  ma le linee guida devono essere fondate da studi scientifici. Un osservatorio nazionale sull'obesità ci permetterà di raccogliere dati e avviare la strategia migliore”.
Dall'Europa all'Africa, il più grande paese per estensione, il Sudan, punto di riferimento per tanti progetti umanitari. Italiani, presenta gravi problemi di salute dovuti alla malnutrizione, a causa dell'impossibilità del Ministero della Salute di arrivare in ogni luogo. “Dal 2013 la nutrizione – ha specificato il delegato africano - è diventata una priorità del programma governativo che ha stanziato un budget ad hoc per cominciare a quantificare e qualificare indicatori nutrizionali, così da avviare strategie adeguate, tenendo conto anche dei conflitti civili. Nel piano decennale strategico abbiamo 5 progetti per contrastare la malnutrizione e la fame occulta di sale iodato. Sono in atto progetti di fortificazione e supplementazione del cibo con integratori per le donne incinte e per i bambini”.
 
La speranza di vita nello Sri Lanka è aumentata, fino a 74 anni, ma lo stile di vita occidentale espone i cittadini a ictus, diabete e neoplasie, malattie cardiovascolari dovute a sigarette, alcol e sedentarietà, malattie croniche e renali, dovute anche all'acqua inquinata. “Il budget attuale – ha detto il delegato – punta ad arginare il tabagismo e a raggiungere l'obiettivo di un invecchiamento sano. Vogliamo intervenire anche sul consumo di sale”.
 
Nello Zimbawe la malnutrizione è diffusa e in particolare l'alimentazione è priva di micronutrienti, in particolare lo iodio, con diffusione fra i bambini del gozzo. “Con il sale iodato – ha detto il vice ministro della salute – abbiamo raggiunto un buon risultato e la malattia è scomparsa. Mancano purtroppo anche micronutrienti come zinco, ferro e vitamine e quindi abbiamo fortificato olio, zucchero e la farina di miglio, che fa parte dell'alimentazione di base”.
 
In Afghanistan si sta provvedendo alla salute di madri e figli, perché un quarto delle donne che allattano sono malnutrite e i bambini hanno basso peso alla nascita e soffrono di problemi ortopedici. A ciò va associato il problema dell'analfabetismo. “Dal 2010 – ha precisato il delegato – i servizi di malnutrizione sono diventati parte integrante della Sanità”.
 
L'Angola ha un problema di obesità grave e per questo sta avviando programmi di istruzione delle nuove generazioni. Gli agricoltori non sfruttano bene le loro terre e i raccolti sono inferiori alla norma. “Dobbiamo cercare di sfruttare meglio i terreni – detto il rappresentante dell'Angola – tutelando l'ambiente e controllando la quantità degli alimenti e delle bevande”.
 
Il rappresentante egiziano, nel ricordare i problemi della mucca pazza in Europa e l'inquinamento delle arachidi negli Stati Uniti, riconosce la necessità di controllo di tutta la filiera alimentare per poter rintracciare tutti i passi del cibo. Anche nella terra delle piramidi problemi di sale e grassi trans, scarsa attività fisica.
 
L'obiettivo della Tanzania è di sconfiggere la povertà per il 2025 e la maggior attenzione è per i piccoli che hanno scarso peso alla nascita, sono obesi e presentano ipertensione.
 
Nonostante il clima favorevole e la possibilità di fare due raccolti all'anno dalla terra, in  Uganda la malnutrizione colpisce e riduce la capacità produttiva dei suoi abitanti. Una legge, però, garantisce il diritto alla nutrizione per i bambini con programmi di supplementazione e fortificazione degli alimenti. In questo quinquennio che finisce nel 2016 interventi sulle madri e vaccinazione dei bambini fino a 2 anni.
 
Anche l'Argentina sta avviando strategie contro le malattie croniche con lo slogan meno invecchiamento più vita. La riduzione del sale e dei grassi trans negli alimenti sugli scaffali ha fatto raggiungere risultati in termini di meno decessi e meno malattie cardiovascolari. “Vantaggi per l'intera popolazione, indipendentemente dal grado di istruzione. Ma occorre tenere conto che il 25% della popolazione è senza lavoro”.
 
Edoardo Stucchi

29 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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