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Cancro. Studio su Nature: “Fattori dello stile di vita contribuiscono per l’80% alla malattia"

di Viola Rita

Una nuova ricerca scientifica approfondisce il legame tra i tumori maligni e fattori legati all’ambiente e ai comportamenti dell’individuo: questi elementi, da soli, rappresenterebbero una fetta del rischio quantificabile in percentuale dal 70 al 90%, mentre fattori genetici, non legati allo stile di vita, contribuirebbero soltanto per il 10-30%. Lo studio su Nature giunge a conclusioni quasi opposte rispetto ad un recente studio su Science

18 DIC - Le abitudini dello stile di vita, l'influenza dell'ambiente e il comportamento dell’individuo contribuirebbero per l'80% allo sviluppo del cancro: è quanto afferma un nuovo studio scientifico, pubblicato sulla rivista Nature. Lo studio è stato condotto dalla Stony Brook University e guidato da Yusuf Hannun, MD, ‘the Joel Strum Kenny Professor in Cancer Research’ e Direttore del Centro ‘Stony Brook University Cancer Center’. Intitolata ‘Substantial contribution of extrinsic risk factors to cancer development’ (‘Il contributo sostanziale dei fattori di rischio estrinseci nello sviluppo del cancro’), la pubblicazione su Nature conclude che, nell’insorgenza di questa malattia, i fattori estrinseci, cioè tutti quegli elementi legati allo stile di vita e all'impatto dell'ambiente, peserebbero molto di più, in una percentuale del 70-90% dei casi, rispetto a fattori intrinseci (cioè tutti quegli elementi che non dipendono dallo stile di vita e dall'ambiente), che peserebbero soltanto in percentuale del 10-30% dei casi.
Questa ricerca giunge a conclusioni quasi opposte rispetto ad un recente studio, pubblicato su Science, in base al quale l’insorgenza di tumori maligni sarebbe principalmente associabile a mutazioni casuali (non ereditarie e non legate allo stile di vita), in una percentuale del 65% dei tumori. Secondo il paper su Science, in particolare, lo sviluppo della malattia in alcuni tessuti risulterebbe collegata per lo più a mutazioni 'random' nella divisione di cellule staminali sane (per ulteriori approfondimenti sulle metodologie utilizzate in questo studio si rimanda al relativo paper su Science). Il dibattito scientifico sul tema, dunque, è e rimane aperto.
 
Lo studio odierno su Nature
In tutti i casi di cancro, la malattia “è causata da mutazioni nel DNA delle cellule, che portano ad una crescita incontrollata, invece che normale, delle cellule stesse”, ha dichiarato il Professor Hannun, autore senior del paper. “Ma lo sviluppo del cancro rappresenta una questione complessa e noi, come rappresentanti della comunità scientifica, dobbiamo disporre di modelli analitici solidi per comprendere quali fattori, intrinseci ed estrinseci, causano alcune forme della malattia”. Posto che il cancro è sempre dovuto a mutazioni genetiche, gli scienziati distinguono le mutazioni causate da fattori intrinseci (appunto non legati alle abuitudini di vita) e quelle causate da fattori estrinseci, cioè tutte quelle variazioni genetiche riconducibili a particolari consuetudini e ad elementi ambientali, concludendo che le prime incidono molto meno delle seconde nello sviluppo della malattia.
 
“Il nostro paper fornisce un’analisi alternativa applicando quattro distinti approcci analitici”, ha dichiarato Song Wu, PhD, autore principale del paper, e Professore Associato al Dipartimento di Statistica e Matematica applicata presso la Stony Brook University.
In primo luogo, i ricercatori, partendo proprio dai dati pubblicati su Science, hanno analizzato i rischi estrinseci legati al ricambio dei tessuti cellulari: il gruppo della Stony Brook University ha esaminato la relazione quantitativa tra il rischio di cancro durante la vita (tumore del polmone, pancreas, colon-retto ed altri tessuti) e il rapporto di divisione delle cellule staminali di un tessuto normale. In particolare, il ragionamento alla base di questa analisi è stato il seguente: “se i fattori intrinseci [non legati allo stile di vita ndr] giocano il ruolo principale, i tessuti, con la relativa divisione cellulare, devono far rilevare un rischio che corrisponde” a questi fattori intrinseci, spiegano gli autori della Stony Brook University.
In realtà, in base ai risultati della loro indagine, questi fattori intrinseci casuali rappresenterebbero eventi rari rispetto ai fattori legati allo stile di vita e giocherebbero un ruolo determinante soltanto nel 10% dei casi di cancro.
I ricercatori, inoltre, hanno effettuato indagini matematiche sulle ‘impronte digitali’ lasciate dalle diverse mutazioni genetiche nel genoma del tumore, identificando 30 specifiche ‘firme genetiche’ nell’ambito di queste malattie: tuttavia, un numero ristretto di tipi di tumore maligno, secondo gli esperti, mostra questa peculiare ‘firma’, mentre il cancro al colon-retto, polmone, vescica, tiroide ed altri, sono associabili per lo più a fattori estrinseci, hanno dichiarato gli autori di questo studio.
Secondo gli esperti, poi, anche i dati dal programma SEER (Surveillance, Epidemiologic and End Results Program), che fanno rilevare un aumento nell’incidenza e nella mortalità di vari tipi di cancro,  suggeriscono come fattori esterni abbiano un’influenza importante nella malattia.
Infine, la quarta analisi svolta dal team della Stony Brook University, mediante modelli computazionali, ha studiato l’impatto di processi intrinseci (casuali) nello sviluppo del cancro, basandosi su mutazioni genetiche note.
I ricercatori hanno dimostrato che quando sono necessarie tre o più mutazioni genetiche perché si manifesti la malattia (che è il parametro attuale comunemente accettato), i fattori intrinseci sono “distanti dall’essere sufficienti a spiegare i rischi osservati, indicando la presenza di ridotte percentuali del rischio di cancro intrinseco in molti tumori maligni”, hanno affermato gli autori dello studio odierno.
L'approccio complessivo di questo studio “fornisce un nuovo quadro di riferimento per quantificare i rischi del cancro nel corso della vita, sia considerando i fattori intrinseci che quelli estrinseci, [quadro ndr] che comporterà conseguenze importanti per sviluppare strategie per la prevenzione del cancro, la ricerca e la salute pubblica”.
 
Gli studi scientifici e in particolare lo studio odierno su Nature puntano l’attenzione sul ruolo significativo dello stile di vita, della prevenzione e dello screening. È bene infatti sottolineare l'importanza delle abitudini quotidiane nell'abbassamento del rischio di sviluppare la malattia, e delle relative regole di prevenzione; un'importanza rimarcata anche dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In particolare, il Ministro cita rilevanti strumenti quali screening, diagnosi precoci, e i progressi della ricerca e delle terapie, insieme all'adozione di stili di vita salutari, tra cui una corretta alimentazione, lo svolgimento di attività fisica, l’abbandono dell’abitudine al fumo o all’abuso di alcol.
 
Gli altri autori dello studio, tutti afferenti al Stony Brook University Cancer Center, sono: Scott Powers del Dipartimento di Patologia alla Stony Brook University, and Wei Zhu, del Dipartimento di Statistica e Matematica applicata alla Stony Brook University.
 
Viola Rita
 
*Song Wu, Scott Powers, Wei Zhu, Yusuf A. Hannun. Substantial contribution of extrinsic risk factors to cancer development.Nature, 2015; DOI: 10.1038/nature16166
**Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisionsScience, 2 January 2015: 78-81. DOI: 10.1126/science.1260825

18 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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