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Cancro alla mammella. Consumare soia è sicuro e fa bene. Studio Usa

di Maria Rita Montebelli

L’annosa questione della sicurezza o meno del consumo di soia durante il trattamento di un tumore della mammella si arricchisce di un nuovo importante studio che spezza una lancia in favore della soia. E dato che gli USA sono i principali produttori di soia al mondo c’è anche chi preconizza già delle campagne di salute pubblica, mirate ad incoraggiare il consumo di alimenti a base di soia per prevenire il cancro della mammella. Ma anche per ridurne la mortalità una volta diagnosticato.

07 MAR - I prodotti a base di soia sono non solo sicuri ma arrecano anche benefici alle donne con cancro della mammella. Lo stabilisce una ricerca pubblicata ‘early online’ su Cancer, rivista dell' American Cancer Society.
La soia è considerata tra gli alimenti più sani tra quelli destinati al consumo umano, ma essendo dotata di proprietà simil-estrogeniche, ha sollevato in passato delle preoccupazioni, circa la possibilità di aumentare il rischio di cancro della mammella. Nel caso dei tumori della mammella con recettori ormonali positivi, che tra l’altro sono la forma più comune di questo tipo di tumore, si teme che elevati livelli di estrogeni possano facilitare la crescita e la diffusione delle cellule tumorali, sebbene questo rimanga dubbio.
 
“Studi di laboratorio – ricorda Fang Fang Zhang, Friedman School of Nutrition Science and Policy presso la Tufts University - hanno dimostrato che gli isoflavoni, i componenti della soia dotati di proprietà simil-estrogeniche – sono in grado di rallentare la crescita delle cellule di cancro della mammella; anche una serie di analisi epidemiologiche condotte sulle donne dell’Asia orientale affette da cancro della mammella ha riscontrato una correlazione tra elevato consumo di isoflavoni e ridotta mortalità. Tuttavia, altre ricerche suggeriscono che gli effetti simil-estrogenici degli isoflavoni possano ridurre l’efficacia delle terapia ormonali utilizzate nel trattamento del cancro della mammella. Alla luce di questi dati contrastanti, non è chiaro se il consumo di isoflavoni vada incoraggiato o meno nelle pazienti con cancro della mammella”.
 
Per far luce sulla questione, Zhang e colleghi hanno valutato la relazione tra apporto dietetico di isoflavoni e mortalità per tutte le cause in 6.235 donne americane e canadesi alle quali era stato diagnosticato un cancro della mammella.
Nel corso di un follow-up di 9 anni, le donne con cancro della mammella che consumavano isoflavoni in elevate quantità hanno presentato una riduzione del rischio di mortalità del 21%, rispetto alle donne che ne consumano scarse quantità. Questa riduzione del rischio è stata riscontrata per lo più tra donne con tumori a recettori ormonali negativi e tra quelle non trattate con anti-estrogeni (es. tamoxifene). Tuttavia, al contrario delle ricerche condotte in passato, questo studio ha evidenziato che l’assunzione di elevati livelli di isoflavoni non si associa ad una maggiore mortalità tra le donne in trattamento ormonale.
 
“Sulla base di questi risultati – afferma Zhang – non abbiamo osservato effetti dannosi ascrivibili al consumo di soia nelle donne in trattamento ormonale. In quelle con recettori ormonali negativi, i prodotti a base di soia potrebbero addirittura avere un effetto protettivo”.
 
Oltre il 20% di tutti i tumori della mammella neo-diagnosticati, dei quali sia noto lo stato recettoriale, sono recettori-negativi e si associano ad una prognosi peggiore rispetto a quelli recettori-positivi. “E’ importante per le donne affette da tumori del tipo più aggressivo – afferma Esther John del Cancer Prevention Institute of California - sapere se esistono stili di vita in grado di migliorare i tassi di sopravvivenza. I risultati del nostro studio suggeriscono che i tassi di sopravvivenza possono risultare migliori nelle donne che consumano elevate quantità di isoflavoni”.
 
Gli autori sottolineano che gli isoflavoni a quali si fa riferimento in questo studio sono quelli derivati dalla dieta e non dei supplementi. Non è ancora chiaro come gli isoflavoni alimentari interagiscano con le cellule del tumore della mammella, ma è noto che sono dotati di proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie, anti-angiogeniche e di altri effetti in grado di influenzare sopravvivenza e crescita del tumore.
 
Gli Stati Uniti sono il principale produttore di soia al mondo. In un editoriale di accompagnamento allo studio, pubblicato sullo stesso numero, Omer Kucuk, Winship Cancer Institute of Emory University, suggerisce addirittura di sfruttare questa supremazia per avviare un cambiamento di politica sanitaria che incoraggi il consumo di soia. “Abbiamo le prove che gli alimenti a base di soia non solo possono prevenire il cancro della mammella ma apportano benefici anche alle donne che hanno già ricevuto una diagnosi di tumore. Possiamo dunque consigliare alle donne di consumare cibi a base di soia, visti i grandi benefici per la salute di questo alimento”.
 
Maria Rita Montebelli

07 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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