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Demenze, in Italia 1 milione di casi. Alzheimer, tre giorni di incontri promosso da Aima


Prenderà il via il 16 marzo, ad Arezzo, l’iniziativa "Una rete sociale per l’Alzheimer". Tre giorni di incontri con medici, psicologi e operatori sociali per abbattere i pregiudizi su questa patologia. In Italia si contano un milione di casi di demenza e l’incidenza si stima in aumento. IL PROGRAMMA.

13 MAR - Ricercatori, psicologi e operatori del sociale si riuniranno per tre giorni, dal 16 al 18 marzo, per abbattere ogni pregiudizio contro una delle principali forme di demenza, l’Alzheimer. “Una rete sociale per l’Alzheimer” è il titolo dell’iniziativa che prevede anche gruppi di aiuto ai familiari e iniziative socio-culturali, con incontri dedicati a chi convive con la malattia e a chi ne vuole sapere di più per affrontarla in maniera consapevole.

I numeri delle demenze
Più di un milione di persone, in Italia, soffre di demenza cognitiva, 92.945 casi sono stati individuati nelle sola Toscana nel 2015, di questi, secondo il Ministero della Salute, circa 600 mila con Alzheimer.  Tre milioni di persone, invece, sono coinvolte nell’assistenza dei propri cari affetti dalla malattia. L’80% è assistito direttamente dai familiari, in prevalenza figli e coniugi (37%) soprattutto di sesso femminile e con un’età media di 59 anni (Aima-Censis). Una malattia che si stima in aumento con l’incremento della popolazione anziana: secondo l’Istat da qui al 2031 gli over 64 raggiungeranno quota 17 milioni e 300 mila persone.

“Le forme di Demenza come l’Alzheimer modificano irrimediabilmente lo stile di vita del malato e della sua famiglia - ha detto Manlio Matera, presidente di AIMA Firenze - Ciò impone nuove regole socio-assistenziali, sia a favore del malato che di chi se ne occupa, aiutando le famiglie ad uscire dall’isolamento e a incentivare la frequentazione di luoghi di socializzazione e gruppi di aiuto. Il messaggio che questa iniziativa vuole dare è: non siete soli ad affrontare questa malattia. Riproporremo l’evento a maggio a Empoli e a ottobre a Lucca, proprio per incentivare una rete regionale di aiuto e supporto”.

L’appuntamento con “Una rete sociale per l’Alzheimer” , promosso di AIMA (Associazione italiana Malati di Alzheimer), è ad Arezzo, prima al Centro Sociale Arno, di via dei Tiratoi, a Capolona, e poi proseguirà all’Auditorium Pieraccini dell’Ospedale San Donato.

"L'Alzheimer è una patologia che interessa un numero consistente di persone, dalle forme più lievi a quelle più gravi - ha aggiunto il direttore generale dell’USL Toscana Sud Est, Enrico Desideri - E' una patologia di lunga durata ed ha bisogno di una presa in cura continuativa, non occasionale. Questo è possibile solo attraverso un raccordo strutturato tra il medico di famiglia, che rimane il principale tutor del paziente, e il neurologo specialista di riferimento, che deve disporre di tutte le 'armi' scientifiche, ma anche delle nuove tecnologie e nuovi farmaci. Questi devono essere a disposizione ed essere usati in modo appropriato. Siamo molto soddisfatti che per un convegno così importante sia stata scelta Arezzo e ringraziamo AIMA per il coinvolgimento".

Hanno collaborato al progetto: Cesvot, Ars Toscana e Anci Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Arezzo, del Comune di Capolona e Usl Area Vasta Sud Est. L'iniziativa ha il sostegno della Eli Lilly.

“Esprimo soddisfazione per il fatto di poter ospitare per tre giorni un evento di riflessione sull'Alzheimer che ha risvolti non solo sanitari, ma anche sociali - ha commentato l'assessore alle politiche sociali del Comune di Arezzo Lucia Tanti - Fa parte della strategia della Giunta Ghinelli supportare le associazioni dei familiari, in un'alleanza proprio con chi deve gestire per molti anni situazioni di disagio. Tra queste ultime e le politiche di coesione sociale abbiamo avviato un percorso di avvicinamento. Ribadisco che siamo vicini a tutte le famiglie aretine che hanno delle difficoltà, legate alla presenza nel nucleo di malati di Alzheimer, delle quali ci vogliamo sentire partecipi”.

Un malato di Alzheimer ha bisogno di essere guidato nei problemi comportamentali della malattia e nei problemi fisici: “i medici che seguono i malati di Alzheimer – ha detto Alessandro Tiezzi, coordinatore del Centro Alzheimer e disturbi della memoria - farebbero un grosso errore ad occuparsi solo della parte scientifica: perché non esiste una cura per questa patologia. Ma i medici stessi hanno anche la possibilità di occuparsi di assistenza. Sono pazienti che hanno anche bisogni materiali come l'assegno di accompagnamento, l’accesso ai centri diurni o alle case di riposo. Nei nostri centri, quindi, si entra non solo per avere diagnosi ma anche per accedere ai servizi di cui i malati necessitano. La parte culturale in questo contesto è quella più importante: la malattia dell'Alzheimer se non la si conosce è difficile trattarla. Con i familiari facciamo proprio questo percorso conoscitivo”.

L’assistenza ad Arezzo e provincia
Il Centro per i disturbi cognitivi e le demenze di Arezzo, secondo quanto previsto dal modello nazionale, può contare su ambulatori con neurologi, geriatri e psichiatri. La specificità della rete dei servizi per la demenza in provincia di Arezzo è invece costituita dal GOM "Clinica della memoria”, una struttura costituita da un responsabile e da 13 tra neurologi, geriatri, psichiatri e psicologi con il compito di ottimizzare le risorse nel campo dell'Alzheimer e di coordinare un secondo livello specialistico per le demenze.

13 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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