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Adolescenti con disforia di genere. Cnb dà l’ok all’uso di triptorelina


Il parere con le raccomandazioni ispirate alla cautela e alla valutazione, caso per caso, sulla prescrizione del farmaco attualmente somministrabile secondo la modalità delle “indicazioni diverse da quelle autorizzate”, off label, è stato approvato nel corso della plenaria dei giorni scorsi del Comitato nazionale di Bioetica che ha risposto a un quesito di Aifa. IL DOCUMENTO

30 LUG - Dalla diagnosi e dalla proposta di trattamento che devono arrivare solo da un’équipe multidisciplinare e specialistica, passando alla possibilità che il trattamento sia limitato a casi in cui gli altri interventi psichiatrici e psicoterapeutici siano risultati inefficaci, fino aun’adeguata formazione del pediatra, della rete socio-sanitaria di base e delle istituzioni scolastiche coinvolte.
 
È arrivato il “parere” del Comitato nazionale di Bioetica sull’eticità dell’uso del farmaco triptorelina per il trattamento di adolescenti con disforia di genere in risposta ad un quesito sottoposto dall’Aifa. Pubblicato sul sito del Cnb, e approvato nel corso della Plenaria del 13 luglio scorso, il parere dà raccomandazioni ispirate alla cautela e alla valutazione, caso per caso, per l’uso del farmaco negli adolescenti affetti da una condizione frequentemente accompagnata da patologie psichiatriche, disturbi dell’emotività e del comportamento, con autolesionismo ed elevata incidenza di suicidio.
 
La prescrizione del farmaco triptorelina per la disforia di genere è attualmente possibile secondo la modalità delle “indicazioni diverse da quelle autorizzate” (off label). In base a questa classificazione, salvo nei casi in cui le singole autorità locali non dispongano  diversamente, la decisione terapeutica, la predisposizione e l’assunzione del consenso informato sono affidati esclusivamente alla responsabilità del singolo medico, senza la verifica da parte di un Comitato etico.
 
Le raccomandazioni. Il documento del Cnb dopo avere delineato in sintesi i benefici e i rischi derivanti dall’uso del farmaco, avanza alcune raccomandazioni ispirate alla cautela e alla valutazione caso per caso.
Il Cnb richiama la necessità che:
- la diagnosi e la proposta di trattamento provengano da un’équipe multidisciplinare e specialistica;
- il trattamento sia limitato a casi ove gli altri interventi psichiatrici e psicoterapeutici siano risultati inefficaci;
- il trattamento preveda un consenso volontario e consapevole delle informazioni ricevute nelle specifiche condizioni fisiche e psichiche;
-  si preveda un’adeguata formazione del pediatra, della rete socio-sanitaria di base e delle istituzioni scolastiche coinvolte su questi temi.
 
Il Comitato raccomanda altresì:
1) la  predisposizione di  studi di sicurezza, efficacia  e  follow-up  fisico-psichico sui casi trattati;
2) la previsione di una politica di accesso equo e omogeneo alla triptorelina.
Infine, il Comitato raccomanda all’Aifa di regolamentare le particolari condizioni di somministrazione del farmaco nella diagnosi della disforia di genere in adolescenza.
 
Il documento, redatto da Laura Palazzani e Lorenzo d’Avack, è stato votato dalla maggioranza dei componenti del Cnb presenti alla Plenaria (altre adesioni sono pervenute successivamente), con il voto contrario di Assunta Morresi (che ha successivamente inviato una postilla) e l’astensione di Carlo Petrini (rappresentante delegato di Iss) e di Maria Teresa Palamara (rappresentante del Css).

30 luglio 2018
© Riproduzione riservata

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