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Coronavirus. Inps sospende le visite medico legali e quelle fiscali. Rabbia dei medici di famiglia: “Su di noi si scaricano tutti i rischi”


In seguito all’emergenza nazionale l’Ente previdenziale ha comunicato in molte region del Nord i la sospensione delle attività degli uffici e anche del servizio di visite. Ma i medici di famiglia protestano: “Abbandonati dalle Istituzioni, così si mette a rischio l’incolumità di migliaia di professionisti che sono in prima linea contro il virus. Consentire ai medici di famiglia di fare i certificati per via telefonica nelle Regioni interessate dalla sospensione”.

24 FEB - “In considerazione della diffusione dei contagi da coronavirus in atto, in coerenza con l'Ordinanza emanata in merito dal Ministro della Sanità d'intesa col Presidente della regione e con l'esigenza prioritaria, espressa anche dal Consiglio dei Ministri, di evitare la permanenza in uno stesso luogo di più persone, al fine di scongiurare il rischio che gli uffici delle Sedi Inps della regione deputati alla relazione al Pubblico possano costituire ulteriore veicolo di diffusione, dispongo per tutto il territorio che, da lunedì 24 febbraio e sino a nuova comunicazione, vengano sospese tutte le visite mediche presso i centri medico-legali, le visite medico-fiscali e le attività di relazioni con il pubblico che contemplino il contatto fisico con gli utenti”. È quanto si legge in una comunicazione dell’Inps della Lombardia che informa di aver sostanzialmente sospeso la propria attività fisica che sarà sostituita da dei numeri telefonici cui i cittadini potranno chiamare per ricevere informazioni.
 
Ma non solo la Lombardia al momento comunicazioni analoghe sono state inviate dalle sedi Inps di Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche.
 
Una scelta, quella dell’Ente previdenziale, che però è fortemente criticata dai medici di medicina generale. “Così facendo si mette a rischio l’incolumità di migliaia di medici di famiglia” denuncia il segretario della Fimmg, Silvestro Scotti. “Avendo riconosciuto l’Inps – sottolinea - che c’è un rischio di contagio per i medici fiscali nulla però si è definito rispetto all’impegno del medico di famiglia che è costretto dalla legge a verificare direttamente le condizioni dei pazienti”.
 
“Se c’è un rischio – afferma Scotti - questo deve valere per tutti. E voglio precisare che per i medici di famiglia il rischio di possibili trasmissioni del virus dev’essere allargato anche alla platea dei propri assistiti. Per questi motivi proponiamo di autorizzare i medici di famiglia a fare i certificati per via telefonica nelle Regioni interessate dalla sospensione, anche ai sensi dell’Art.54 del codice penale”.
 
“Chiediamo – conclude Scotti – un impegno immediato di Inps, Ministero del Lavoro e Ministero della Pa affinché questa condizione di rischio venga riconosciuta a tutti i medici. Il presidente Tridico invece di battere in ritirata pensi a tutelare medici e cittadini. Voglio solo ricordare che solo tra Veneto e Lombardia ci sono 13 medici di famiglia in quarantena e nessun medico fiscale”.

24 febbraio 2020
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