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Coronavirus. Anche il Css contro il tampone agli asintomatici: “Non appare al momento sostenuto da un razionale scientifico”

di L.F.

In un parere il Consiglio superiore di sanità conferma le scelte del Ministero della Salute che già in due circolari negli scorsi giorni aveva ribadito come il tampone fosse raccomandato per i soli casi sintomatici da influenza, ai casi di grave infezione respiratoria e ai casi sospetti (tra cui le persone che sono state in contatto con persone affette dal virus). IL PARERE DEL CSS

28 FEB - “In assenza di sintomi, pertanto, il test non appare al momento sostenuto da un razionale scientifico, in quanto non fornisce un’informazione indicativa ai fini clinici e potrebbe essere addirittura fuorviante. Data la rapida evoluzione delle conoscenze in merito, qualora dovessero emergere nuovi dati, si procederà a una revisione del documento elaborato”. A ribadirlo è il Consiglio superiore di sanità in un parere in cui conferma la bontà delle scelte del Ministero della Salute che sia nella circolare del 22 febbraio che in quella del 25 febbraio non ha mai raccomandato il test agli asintomatici che invece, per motivi precauzionali, sono stati fatti in massa nelle regioni più colpite dal virus.
 
“Il gruppo di lavoro – scrive il Css nel parere - ritiene appropriate e condivisibili le indicazioni emanate dal Ministero della Salute e ribadite nella circolare prot. n. 0005443 – 22/02/2020- DGPRE/DGPRE-P, raccomandando che l’esecuzione dei tamponi sia riservata ai soli casi sintomatici di ILI (Influenza-Like Illness, Sindrome Simil-Influenzale) non attribuibili ad altra causa e con link epidemiologico ad aree a trasmissione secondaria, a casi di ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome, sindrome da distress respiratorio acuto) e di SARI (Severe Acute Respiratory Infections, Infezione Respiratoria Acuta Grave), oltre che ai casi sospetti di COVID-19”.
 
Ecco i criteri per cui effettuare il tampone:
 
Definizione di ILI (Influenza-Like Illness) o sindrome simil-influenzale, utilizzata in tutta Europa Qualsiasi soggetto che presenti improvviso e rapido insorgere di: almeno uno tra i seguenti sintomi generali:
• febbre o febbricola
• malessere/spossatezza
• mal di testa
• dolori muscolari e, almeno uno tra i seguenti sintomi respiratori:
• tosse
• mal di gola
• respiro affannoso.
 
Definizione di Sari (Severe Acute Respiratory Infection): Paziente ospedalizzato di qualsiasi età con:
• almeno un segno o sintomo respiratorio (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) presenti al momento del ricovero o nelle 48 ore successive all’ammissione in ospedale e
• almeno un segno o sintomo sistemico (febbre o febbricola, cefalea, mialgia, malessere generalizzato) o deterioramento delle condizioni generali (astenia, perdita di peso, anoressia o confusione e vertigini).
 
Definizione di ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome; sindrome da distress respiratorio acuto): Paziente ospedalizzato di qualsiasi età con:
• sindrome infiammatoria polmonare, caratterizzata da lesioni alveolari diffuse ed aumento della permeabilità dei capillari polmonari, con incremento dell'acqua polmonare extracapillare, definito come edema polmonare non cardiaco, riduzione della "compliance" polmonare ed infiltrati polmonari bilaterali diffusi a tutti i segmenti, dispnea grave, tachipnea e cianosi, nonostante la somministrazione di ossigeno. Secondo l'American European Consensus Conference la diagnosi di ARDS può essere posta qualora siano presenti i seguenti criteri: o insorgenza acuta della malattia; o indice di ossigenazione PaO2/FiO2 inferiore a 200 mmHg, indipendentemente dal valore PEEP (Positive End Expiratory Pressure); o infiltrati bilaterali alla radiografia toracica in proiezione antero-posteriore; o pressione di chiusura dei capillari polmonari (PCWP) inferiore a 18 mmHg, escludendo un'origine cardiaca dell'edema polmonare.
 
 
Caso sospetto d’infezione.
Una persona con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, dispnea) che ha richiesto o meno il ricovero in ospedale e nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia, ha soddisfatto almeno una delle seguenti condizioni: • Storia di viaggi o residenza in Cina o aver soggiornato in aree con presunta trasmissione comunitaria
oppure
• Contatto stretto con un caso confermato di Covid-19;
oppure
• Ha lavorato o ha frequentato una struttura sanitaria dove sono stati ricoverati pazienti con Covid19.
 
L.F.

28 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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