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Coronavirus. Aifa su carenza Plaquenil: “Controllare maggiormente distribuzione attraverso farmacie ospedaliere o distribuzione diretta”


È tra le misure che l’Agenzia del farmaco suggerisce per la carenza del farmaco a base di idrossiclorochina che si sta utilizzando off label per combattere il virus ma che vista l’alta richiesta inizia a scarseggiare anche per i pazienti affetti da patologie di ambito reumatologico

09 APR - Il 3 aprile scorso l’Azienda Sanofi S.p.A. ha notificato all’AIFA il rischio di carenza per il farmaco Plaquenil, a base di idrossiclorochina.
 
“Pertanto – scrive Aifa - , considerato il rischio di carenza, al fine garantire la continuità terapeutica dei pazienti affetti da patologie di ambito reumatologico già in trattamento cronico con idrossiclorochina e assicurare la disponibilità del farmaco anche per i pazienti con malattia COVID-19 (evitando al contempo fenomeni di accaparramento), si suggerisce di intraprendere, adattandole alle esigenze e all’organizzazione locale, le seguenti misure:
 
- differenziare, tramite l’apposizione dell’indicazione terapeutica sulla ricetta, le prescrizioni “on label” da quelle relative al trattamento della malattia COVID-19;
 
- adottare, ove possibile, dei regimi di distribuzione differenziale per le diverse indicazioni, prevedendo la possibilità di una distribuzione maggiormente controllata (tramite farmacia ospedaliera o distribuzione diretta) delle quote di farmaco da destinare al trattamento dei pazienti COVID-19 (si ricorda, a tale proposito, che l’uso profilattico di idrossiclorochina non è raccomandato al di fuori di studi clinici). Una tale modalità di distribuzione, inoltre, potrebbe consentire una notevole riduzione degli sprechi: i prodotti disponibili in commercio, anche da importazione, a base di idrossiclorochina contengono generalmente 30 compresse/confezione mentre per un trattamento alle dosi massime consigliate (fino a 7 giorni) ne servono al massimo 16; pertanto la consegna al paziente della confezione intera genererebbe uno spreco di prodotto.
 
Al fine di risparmiare fino al 50% delle dosi, si potrebbe procedere (come già avviene in alcune Regioni) a una divisione del contenuto della confezione consegnando ai pazienti o un blister da 15 compresse (ove clinicamente appropriato) o comunque la quantità di unità posologiche ritenuta necessaria, che dovrà essere riconfezionata in modo da evitare errori nella gestione della terapia.
 
Dovranno, inoltre, essere fornite tutte le indicazioni essenziali per il corretto uso del farmaco e quelle relative a numero di lotto e scadenza della confezione di origine anche ai fini della corretta tracciatura per le eventuali attività di farmacovigilanza. Tutte le operazioni dovranno essere effettuate da parte delle farmacie ospedaliere nel rispetto delle Norme di Buona Preparazione dei medicinali della Farmacopea Ufficiale (ove applicabili).

09 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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