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Centro Alcologico Regionale di Careggi. Dalla Regione 100.000 euro

Dai dati del rapporto nazionale Osservasalute è emerso che tra il 2014 e il 2015 in Toscana la percentuale di persone che consumano alcol è passata dal 62,2% al 69,1%, rispetto a una media italiana del 64,5%. “Come Regione siamo molto impegnati sui temi della prevenzione e dei corretti stili di vita”, ha detto l’assessore Saccardi.

14 APR - Un finanziamento di 100.000 euro al Centro Alcologico Regionale di Careggi, per consentire continuità alla sua attività per il 2017. Lo destina la giunta regionale, con una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata nel corso dell'ultima seduta.

“Dai dati del rapporto nazionale Osservasalute, resi noti proprio pochi giorni fa – spiega in una nota l'assessore Saccardi - è emerso che tra il 2014 e il 2015 in Toscana la percentuale di persone che consumano alcol è passata dal 62,2% al 69,1%, rispetto a una media italiana del 64,5%. Aumentano i forti bevitori, anche tra i giovani, ed è prevedibile che questo aumento in futuro si traduca anche in una crescita di malattie croniche derivanti dall'eccessivo consumo di alcol. Come Regione siamo molto impegnati sui temi della prevenzione e dei corretti stili di vita. E dunque vogliamo sostenere anche l'azione del Centro Alcologio Regionale”.

Il Centro Alcologico Regionale di Careggi svolge le funzioni di riferimento regionale per quanto riguarda:
- epidemiologia, come osservatorio dei problemi alcolcorrelati;
- prevenzione, come pianificazione, sperimentazione e validazione di nuovi modelli di intervento, anche come supporto alle équipe alcologiche dei SERT nell'elaborazione di linee guida per la gestione dei problemi alcolcorrelati;
- Formazione degli operatori, in collaborazione con la realtà del territorio già titolari di percorsi formativi accreditati;
- ricerca clinica e biologica.
 
I dati diffusi dalla Regione Toscana e tratti dallo studio Edit (Epidemiologia dell'Infortunistica Stradale in Toscana) 2015 dell'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) sugli stili di vita a rischio tra i giovani in Toscana

Il consumo a rischio di alcol è collocato tra i primi cinque fattori di rischio nel mondo per malattia, disabilità e decesso. Dalla fine degli anni '90 sembrano convivere due modelli di consumo di alcol: uno giovanile, omologato sui comportamenti dei coetanei del Nord Europa, meno legato al consumo di vino, con assunzione di larghe quantità di alcol (aperitivi, birra e superalcolici) in poche occasioni (soprattutto durante il weekend) e l'altro tipico della fascia adulta, più tradizionale e legato al consumo di vino, ai pasti ed in famiglia.

Secondo i risultati dello studio EDIT, nel 2015, la quasi totalità dei ragazzi, vale a dire circa il 95%, ha dichiarato di aver bevuto almeno una bevanda alcolica nella vita. L'analisi del trend, misurata sulla base della percentuale di coloro che hanno risposto di aver bevuto, almeno una volta, una qualunque bevanda alcolica nell'ultima settimana, indica un'importante riduzione del consumo dal 2005, attestandosi nell'ultima rilevazione al 70% circa.

Il consumo di alcol ha ancora un gradiente rispetto all'età: i consumatori sono il 61,2% nei quattordicenni, mentre sono il 76,0% nei diciannovenni.

14 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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