Estendere la Flat tax per gli infermieri prevista dalla Legge di Bilancio a tutte le professioni sanitarie. La richiesta arriva dalla Campania. Dopo il pressing delle ultime settimane da parte dell’Ordine interprovinciale di Napoli delle professioni sanitarie tecniche, della Riabilitazione e prevenzione (Tsrm Pstrp di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta), è stata infatti depositata in Consiglio regionale della Campania una mozione, a firma di Valeria Ciarambino e Franco Picarone, concernente l’estensione della flat tax del 5 %, sugli straordinari prestati per l’abbattimento delle liste d’attesa (come previsto dalla legge di Bilancio 2025 per gli infermieri) a tutte le professioni sanitarie.
“La legge di Bilancio – avverte il presidente dell’Ordine di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta Franco Ascolese – ha previsto che i compensi per il lavoro straordinario erogati agli infermieri dipendenti dalle aziende e dagli enti del SSN, siano assoggettati a un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito e delle addizionali regionali e comunali con aliquota del 5%. La Flat tax appunto, una misura sacrosanta che però il legislatore non ha esteso, sbagliando, per tutte le altre professioni sanitarie, tra cui i 18 profili che afferiscono al nostro Ordine. Tale imposta ridotta che serve a tamponare le carenze di personale sanitario e abbattere le liste d’attesa, sarebbe un vantaggio per tutti i colleghi che contribuiscono agli obiettivi di Sanità pubblica e dunque oltre alle professioni infermieristiche anche i colleghi ostetrici, le professioni sanitarie riabilitative, quelle professioni tecnico-sanitarie e le professioni della prevenzione”.
“L’applicazione della flat tax – si legge nella mozione – se può essere considerata una prima misura utile alla valorizzazione di questo personale andrebbe applicata a tutte le professioni sanitarie riconosciute al fine di garantire un quadro di omogeneità rispetto alla normativa nazionale di riferimento e non determinare discriminazioni tra lavoratori spesso impegnati nell’ambito delle stesse équipe. In particolare, la misura rischia di essere inefficace, in quanto si escludono dal beneficio figure professionali indispensabili ai fini della effettiva esecuzione delle prestazioni sanitarie”. La mozione impegna dunque la Giunta regionale a farsi portavoce, nelle sedi istituzionali deputate, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, della proposta di estensione del regime agevolato per gli infermieri a tutte le professioni sanitarie riconosciute dalla legge.
Il Presidente dell’Ordine Ascolese conclude: “Ringraziamo i Consiglieri Ciarambino e Picarone per questa iniziativa e invitiamo gli altri a firmarla in quanto pone al centro del dibattito politico l’iniquità di una norma palesemente discriminatoria, ma l’azione dei consiglieri potrebbe non bastare. Per questo chiederemo alle Istituzioni regionali di valutare la proponibilità di una impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale, poiché la norma presenta degli evidenti profili di incostituzionalità”.
Una iniziativa, quella lanciata dall’Ordine interprovinciale di Napoli Tsrm Pstrp, lanciata oggi 20 febbraio, in occasione della giornata celebrativa del personale sanitario. “Serve una svolta per le 18 professioni – aggiunge Ascolese – il 20 febbraio è un giorno simbolico da tradurre in concrete riflessioni e proposte per la tutela e valorizzazione delle 18 professioni sanitarie all’interno degli asset della Sanità pubblica e privata. Un giorno che ci chiama a un rinnovato impegno nel proporre alle istituzioni un modello di cure e funzioni assistenziali e sanitarie sui territori e a domi ilio che veda concretamente riconosciuta la preziosità del nostro ruolo all’interno dell’offerta delle cure di prossimità. Su questo nodo dovremo misurare in concretezza le nostre azioni in questo 2025 e nei prossimi anni”. Sotto la lente la carenza di risorse, il personale che manca, le opportunità offerte dalla leva dalla digitalizzazione e dell’IA “che chiamano a una sfida epocale tutti gli attori del Servizio sanitario italiano nell’impronta universalistica impressa dalla nostra Carta costituzionale”.
Le professioni sanitarie chiedono dunque di essere rappresentate a pieno titolo nella riforma in fieri della assistenza di prossimità. L’innovazione passa per una rinnovata centralità delle 18 professioni nelle cure territoriali oggi invece marginali e mortificate nella proposta di riforma scaturita dal Pnrr. La centralità delle cure domiciliari deve tradursi in atti e norme: “Il Pnrr, le Case e ospedali di Comunità ci vedono relegati a un ruolo ancillare o del tutto assenti. Un peccato originale dell’impianto e della programmazione del Dm 70. C’è da lavorare per imprimere una nuova direzione alla rotta intrapresa che ci veda ora pienamente coinvolti”.
Ettore Mautone