Lazio. Nursing Up proclama lo stato di agitazione: “Sospendere indennità di PS errore imperdonabile”  

Lazio. Nursing Up proclama lo stato di agitazione: “Sospendere indennità di PS errore imperdonabile”  

Lazio. Nursing Up proclama lo stato di agitazione: “Sospendere indennità di PS errore imperdonabile”  
Sciscione (Nursing Up Lazio): “Il personale dei pronto soccorso laziali è addirittura diminuito tra il 5 e il 10%, mentre in vista del Giubileo gli organici andavano doverosamente rinforzati. E adesso anche lo schiaffo della sospensione delle indennità: non possiamo accettare tutto questo”. Nella stessa giornata di oggi scatta anche l’assemblea presidio dei professionisti a Milano, sotto Palazzo Lombardia.

Il Sindacato Nursing Up ha ufficialmente proclamato lo stato di agitazione nella Regione Lazio. Un incontro in Prefettura è già stato fissato per il prossimo 3 aprile, con l’obiettivo di trovare una soluzione conciliativa alla crisi in atto.

La protesta nasce in risposta alla sospensione dell’indennità per i professionisti del pronto soccorso, “incredibilmente richiesta lo scorso febbraio dal sindacato Nursind con una nota ufficiale inviata al Governo locale. A seguito di questa incomprensibile istanza, è arrivato il provvedimento di sospensione firmato dal Presidente Rocca, una decisione che ha scatenato forte dissenso e un legittimo malcontento tra i professionisti sanitari, già provati da carenze di organico eternamente irrisolte”, spiega il sindacato.

Nursing Up chiede con fermezza l’immediata revoca del provvedimento e la tempestiva erogazione di un acconto sulle spettanze arretrate destinate ai professionisti dei pronto soccorso. “Non solo si tratta di un diritto negato ai lavoratori, ma anche di un duro colpo alla già fragile sanità laziale”, dice Francesco Sciscione, responsabile regionale Nursing Up Lazio.

“Purtroppo, inutile nascondere la verità, ci si ritrova in questa grave situazione a causa di un gesto incomprensibile da parte di un’altra organizzazione sindacale, cosa che noi non avremmo mai fatto. Ma bisogna tutelare i lavoratori”, continua Sciscione. “In questi ultimi anni i professionisti del pronto soccorso sono diminuiti in modo allarmante sul territorio. Nel pieno del Giubileo, invece di incentivare e supportare il personale, la Regione Lazio ha bloccato le indennità. Una decisione paradossale, che peggiora ulteriormente una situazione lavorativa già drammatica”, sostiene ancora Sciscione.

La realtà dei professionisti sanitari del pronto soccorso, insiste il sindacato, “è ormai insostenibile: oltre a dover affrontare turni estenuanti a causa della grave carenza di personale, la sanità laziale subisce quotidianamente ripercussioni sia sulla qualità dell’assistenza ai pazienti che sul benessere psico-fisico degli operatori. Lo stress costante, il sovraccarico di lavoro e le difficili condizioni operative aumentano il rischio di burnout e contribuiscono all’allontanamento dai reparti nevralgici e dal pubblico”. A tutto questo si aggiunge la sospensione di un’indennità fondamentale, “un provvedimento che non solo penalizza i lavoratori, ma mette a rischio il diritto alla salute dei cittadini e la tenuta dell’intero sistema di emergenza-urgenza nel Lazio”.

La convocazione in Prefettura del prossimo 3 aprile arriva come conseguenza diretta della proclamazione dello stato di agitazione da parte di Nursing Up, che si dice pronto a difendere i diritti dei professionisti sanitari con ogni mezzo a disposizione.

Parallelamente, in quella che si delinea come una situazione delicatissima in conseguenza della crisi che la professione infermieristica vive da Nord a Sud, Nursing Up annuncia un’assemblea-presidio per questa mattina a Milano, sotto Palazzo Lombardia, dalle 10 alle 12. L’obiettivo è sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla crisi del personale sanitario e sulle urgenti necessità della sanità italiana.

“Il sistema sanitario nazionale ha perso oltre 23mila infermieri negli ultimi tre anni”, denunciano i vertici del sindacato. “I professionisti sanitari subiscono carichi di lavoro insostenibili, stipendi inadeguati e aggressioni frequenti, mettendo a rischio la salute dei cittadini”.

L’appuntamento di oggi in Lombardia ruota attorno a sette punti fondamentali:
• Adeguamento degli stipendi alla media europea OCSE
• Blocco della nuova figura dell’assistente infermiere, considerata un arretramento nella qualità assistenziale
• Revisione urgente degli organici infermieristici
• Indennità economiche per contrastare la fuga di infermieri, specialmente nelle zone di confine
• Maggiore sicurezza nelle strutture sanitarie
• Riconoscimento del lavoro usurante per le professioni sanitarie
• Superamento del vincolo di esclusività e incentivi per la fedeltà aziendale

“Queste misure sono indispensabili per garantire un’assistenza di qualità ai cittadini e per ridare dignità al sistema sanitario nazionale”, sottolinea Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up. “Nella speranza che tutti gli attori della sanità, da Nord a Sud, si diano una scossa, in primis la nostra Federazione, per contribuire a una svolta che non può certo attendere”, conclude De Palma.

27 Marzo 2025

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