Formazione specialistica medici. Sileri al Senato: “Pensare a specializzazioni caratterizzanti per aumentare l’attrattività”

Formazione specialistica medici. Sileri al Senato: “Pensare a specializzazioni caratterizzanti per aumentare l’attrattività”

Formazione specialistica medici. Sileri al Senato: “Pensare a specializzazioni caratterizzanti per aumentare l’attrattività”
"Ad esempio si potrebbe fare una specializzazione di 4 anni in chirurgia generale, più un anno se vuoi fare il senologo o due anni se vuoi fare il chirurgo dei trapianti e così via. Così sarai un chirurgo generale, non lacunoso in determinati ambiti della professione, ma sarai anche caratterizzato per una determinata specializzazione e un domani potrai cambiare idea restando comunque un chirurgo generale. E poi potenziamo la simulazione, già dalle scuole di medicina".

“È necessario trasformare i contratti di formazione dei medici specialisti in contratti di lavoro a tutti gli effetti. Molta attenzione deve essere data sulla maternità. Oggi i medici in formazione specialistica hanno un periodo di stop per malattia o sospensione che poi recuperano. È chiaro che se questo ha una durata di un solo anno, difficilmente la donna potrà mai pensare di poter avere un secondo figlio. Credo sia importante cambiare anche alcuni atteggiamenti sui trasferimenti. Una persona con un infante credo abbia il diritto di trasferirsi se suo marito o sua moglie vivono da un’altra parte. Questo credo sia un atto dovuto per migliorare quelle condizioni lavorative che possono rendere più semplice la vita del medico in formazione specialistica”.

Così Pierpaolo Sileri, primario dell’Unità di Chirurgia Colorettale e Malattie Infiammatorie croniche Intestinali dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Chirurgia generale all’Università Vita-Salute San Raffaele, in audizione presso le commissioni riunite Sanità e Cultura del Senato sui ddl per la formazione specialistica dei medici.

“Al San Raffaele abbiamo circa 1.000 persone in formazione specialistica e soffriamo almeno in parte come altre strutture in Italia delle mancate assegnazioni – ha spiegato -. Da noi sono solo 49 le mancate assegnazioni quest’anno, un numero abbastanza basso, prevalentemente concentrate in quelle scuole di specializzazione oggi carenti: medicina di emergenza, microbiologia, anatomia patologica, anestesia etc. Il numero di abbandoni che registriamo è estremamente basso. Il punto è che noi possiamo anche aumentare il numero di medici che formeremo ma ci saranno delle specializzazioni che rimarranno purtroppo sempre scoperte. E questo perché meno attrattive come tipo di specializzazione o magari meno attrattive sedi”.

“Per aumentare la produttività – ha aggiunto Sileri – non basteranno questi disegni di legge, serviranno stipendi più alti. Parlando con gli specializzandi, la prima cosa che ti chiedono è quella di voler imparare la pratica, trasformare nel più breve tempo possibile tutte le conoscenze teoriche acquisite in pratica. Serve poi una riflessione su cosa vogliamo per il domani del nostro Ssn. Che tipo di specialisti vogliamo, gli stessi che abbiamo oggi con percorsi disegnati diversi decenni fa o vogliamo rivoluzionare il sistema? Si potrebbe optare per specializzazioni caratterizzanti”.

“Ad esempio si potrebbe fare una specializzazione di 4 anni in chirurgia generale, più un anno se vuoi fare il senologo o due anni se vuoi fare il chirurgo dei trapianti e così via. Così sarai un chirurgo generale, non lacunoso in determinati ambiti della professione, ma sarai anche caratterizzato per una determinata specializzazione e un domani potrai cambiare idea restando comunque un chirurgo generale. Potenziamo la simulazione. Rendiamo obbligatori i percorsi formativi attraverso la simulazione già nella scuola di medicina. Le scuole diventerebbero molto più attrattive se riuscissero ad aumentare le reali capacità professionali delle persone. Oggi i medici in formazione specialistica imparano il loro mestiere nella forma più completa solo dopo aver completato la loro formazione quando vengono assunti da una struttura ospedaliera, ed è troppo tardi”, ha concluso.

27 Marzo 2025

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