La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (Fnovi) ha espresso forti perplessità e preoccupazioni riguardo al Progetto di Legge al Parlamento N. 4, intitolato “Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità”. Pur riconoscendo l’importanza di affrontare temi come la sicurezza pubblica e il benessere animale, Fnovi denuncia la mancanza di un coinvolgimento effettivo e scientificamente fondato dei Medici Veterinari, in particolare degli Esperti in Comportamento Animale, nella stesura della proposta, evidenziando diverse criticità nel testo.
Fnovi sottolinea che l’assenza di un approccio multidisciplinare, che includa le competenze medico-veterinarie specifiche, ha portato a un progetto di legge privo di solide basi scientifiche e potenzialmente inefficace nel raggiungere i suoi obiettivi. In particolare, i Medici Veterinari Esperti in Comportamento Animale, fondamentali per comprendere e gestire l’aggressività canina spesso legata a patologie cliniche o comportamentali, sono stati coinvolti solo marginalmente e le loro osservazioni non sono state integrate nel testo finale.
L’articolo 1 del progetto introduce una “Save List” di 26 razze e incroci, ritenuta da Fnovi profondamente discriminatoria e scientificamente carente. Escludere i soggetti iscritti ai libri genealogici e ignorare altre razze con analoghe attitudini comportamentali non solo è ingiusto, ma anche errato, poiché non tiene in considerazione che l’aggressività canina è influenzata da molteplici fattori (genetici, ambientali, relazionali) non controllabili unicamente dall’allevatore. La registrazione in anagrafe canina, inoltre, non garantisce un’identificazione accurata della razza o del fenotipo.
L’obbligo di formazione teorica e pratica previsto dall’articolo 3, basato sul test CAE1 (Controllo dell’Affidabilità e dell’Equilibrio Psichico per Cani e Padroni Buoni Cittadini), presenta gravi limiti. Il CAE1 è uno strumento cinotecnico, non diagnostico, e non è validato scientificamente per valutare la salute psicofisica di un cane o la tutela dell’incolumità pubblica. Equiparare cani che non superano il test a soggetti potenzialmente pericolosi, senza episodi di morsicatura, è arbitrario e ingiusto.quotidianosanita.it+5quotidianosanita.it+5quotidianosanita.it+5
L’introduzione obbligatoria del collare a scorrimento, come previsto dall’articolo 3, comma 4, è in controtendenza con le raccomandazioni scientifiche e le recenti normative europee. In particolare, il nuovo Regolamento della Commissione Europea sul benessere e la tracciabilità di cani e gatti, approvato il 19 giugno 2025, ne vieta l’uso.
Le disposizioni che prevedono il sequestro e l’affido dei cani non gestiti ai canili, come indicato all’articolo 3, commi 5 e 6, rischiano di aumentare esponenzialmente gli ingressi nelle strutture, creando problemi di sovraffollamento, sicurezza e ingenti costi per le finanze pubbliche. Ciò disincentiverebbe ulteriormente le adozioni di cani già presenti nei rifugi.
L’Allegato C del progetto impone modifiche strutturali per le abitazioni che ospitano determinate tipologie di cani, giudicate da Fnovi problematiche. Tali requisiti disincentivano la detenzione di cani basandosi unicamente sulla morfologia e ignorano il benessere animale, oltre a scontrarsi con le normative comunali esistenti sugli immobili.