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Formazione veterinari, solo 6000 in regola su 35mila. FNOVI: “Una criticità, ma sistema ECM va reso più flessibile. SPC un sistema integrativo”
A pochi mesi dalla chiusura del triennio ECM 2023–2025, il quadro sulla formazione continua dei medici veterinari si presenta ancora critico. Solo poco più di 6.000 professionisti risultano ad oggi certificabili all’interno del sistema ECM, a fronte di oltre 35.000 iscritti all’Ordine. Lo evidenzia la consigliera FNOVI Daniela Mulas, sottolineando la necessità di ampliare l’accessibilità e l’efficacia dell’offerta formativa, in particolare per i liberi professionisti che, pur partecipando a percorsi di qualità, faticano a farli riconoscere all’interno del sistema ECM.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua (CNFC), con la delibera del 3 luglio 2025, ha stabilito che i crediti formativi dei trienni precedenti potranno essere recuperati entro il 31 dicembre 2028. Sono previsti incentivi per i professionisti che hanno già assolto gli obblighi formativi, mentre non sarà concesso alcuno sconto a chi non completerà il triennio 2023-2025 entro i termini stabiliti. È quindi fondamentale rispettare la scadenza del 31 dicembre 2025, anche perché dal 2026 chi non avrà raggiunto almeno il 70% dei crediti ECM rischierà la sospensione della copertura assicurativa obbligatoria, come previsto dalla normativa sulla responsabilità professionale (Legge Gelli-Bianco), oltre a potenziali sanzioni disciplinari da parte degli Ordini professionali.
Abbiamo intervistato la consigliera FNOVI Daniela Mulas, che ha illustrato con chiarezza le principali criticità legate alla formazione ECM dei medici veterinari. Ad oggi, infatti, solo poco più di 6.000 professionisti risultano certificabili nel sistema ECM su un totale di oltre 35.000 iscritti all’Ordine, una situazione che evidenzia la necessità di interventi mirati per garantire l’adempimento dell’obbligo formativo ECM.
Per affrontare questa sfida, la Federazione ha rafforzato le attività di comunicazione e supporto rivolte agli iscritti, sottolineando costantemente l’importanza della formazione continua. “Abbiamo attivato diverse iniziative per facilitare l’accesso all’aggiornamento professionale, in particolare per i liberi professionisti, che spesso incontrano ostacoli nel reperire percorsi ECM accreditati”, spiega la Mulas. Tra queste iniziative, ha reso disponibile una piattaforma di formazione a distanza (FAD) e ha promosso lo Sviluppo Professionale Continuo (SPC), un sistema integrativo che consente di documentare anche attività formative non accreditate, purché coerenti con la crescita professionale individuale.
La Mulas sottolinea, inoltre, la necessità di un approccio più flessibile, in grado di rispondere alla complessità delle attività svolte dai medici veterinari. Se da un lato dirigenti e convenzionati del SSN possono contare su un’offerta strutturata, i liberi professionisti — soprattutto coloro che operano con animali da compagnia o da reddito — continuano a riscontrare difficoltà nell’accesso a una formazione accreditata ECM. In questo contesto, lo SPC si configura come uno strumento innovativo, pensato per valorizzare anche percorsi formativi non accreditati rilevanti ai fini dell’aggiornamento. “Considerato che una larga parte dei professionisti risulta attualmente non allineata con il sistema ECM,” prosegue la Mulas “riteniamo che chi partecipa ad attività formative di qualità, anche se non accreditate, possa comunque assolvere il proprio debito formativo tramite lo SPC, che integra e completa il sistema ECM”.
La FNOVI richiama l’attenzione anche sulla criticità dell’associazione “meccanica” tra obbligo ECM e copertura assicurativa. Dal 2026, infatti, la mancata acquisizione di almeno il 70% dei crediti formativi ECM comporterà la perdita della copertura assicurativa per colpa grave, con potenziali impatti sull’esercizio della professione. La Federazione ritiene questa misura incoerente rispetto alla complessità dell’obbligo formativo, costruito su base triennale, e non sempre rispondente all’effettiva qualificazione del professionista. L’associazione automatica tra l’inadempimento formativo ECM e la mancata tutela assicurativa viene considerata dalla Mulas una forzatura normativa che rischia di penalizzare anche chi, pur formato e aggiornato, non ha avuto accesso a percorsi formalmente accreditati. In questo quadro ribadisce che l’obbligo formativo non è soltanto un adempimento normativo e deontologico, ma un elemento essenziale per la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate. Tuttavia, la Federazione contesta la logica normativa che lega l’abilitazione professionale alla copertura assicurativa tramite l’adempimento ECM, ritenendola “illogica” e potenzialmente lesiva dei diritti costituzionali dei professionisti.
In un’ottica futura, la FNOVI ha quindi sollecitato il Ministero della Salute e la Commissione nazionale per la formazione continua a promuovere una riforma del sistema ECM che garantisca maggiore flessibilità, inclusività e coerenza con l’evoluzione della professione veterinaria. L’obiettivo è superare il meccanismo rigido dei crediti a vantaggio di una valutazione qualitativa e personalizzata dei percorsi, capace di valorizzare anche competenze trasversali, attività tecnico-scientifiche, aggiornamenti legati all’uso delle nuove tecnologie e all’integrazione con la sanità pubblica. I medici veterinari, infatti “sono oggi chiamati a operare in ambiti strategici come la prevenzione delle zoonosi, la sicurezza alimentare, la salute ambientale e animale, diventando sempre più protagonisti della sanità globale” conclude la Mulas.
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