Nella clinica di Medici Senza Frontiere (MSF) a Gaza City, il numero di persone registrate per malnutrizione è quadruplicato dal 18 maggio, mentre i tassi di malnutrizione grave nei bambini sotto i 5 anni sono triplicati solo nelle ultime 2 settimane. Negli ultimi due mesi, secondo il ministero della salute palestinese, più di 1.000 persone sono state uccise e oltre 7.200 ferite mentre cercavano di prendere gli aiuti. È un bilancio terrificante quello dell’organizzazione medico umanitaria impegnata nei soccorsi della popolazione palestinese da oltre un anno sotto gli attacchi di Israele a seguito degli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023.
“Il 25% dei bambini e delle donne incinte nelle nostre strutture è malnutrito. Registriamo circa 25 nuovi pazienti al giorno per malnutrizione solo nella clinica di Gaza City”, spiega MSF sottolineando come “l’uso deliberato della fame come arma da parte delle autorità israeliane a Gaza ha raggiunto livelli senza precedenti, con pazienti e operatori sanitari che ora lottano per la sopravvivenza. I nostri team stanno accogliendo un numero crescente di pazienti malnutriti nelle cliniche, mentre loro stessi lottano per trovare cibo a sufficienza”.
Nella clinica di MSF a Gaza City, il numero di persone registrate per malnutrizione è quadruplicato dal 18 maggio, mentre i tassi di malnutrizione grave nei bambini sotto i 5 anni sono triplicati solo nelle ultime 2 settimane. Non si tratta solo di fame, “ma di una fame deliberata, voluta dalle autorità israeliane”, perché “l’uso del cibo come arma per esercitare pressione sulla popolazione civile palestinese è diventata la norma. Le autorità israeliane continuano ad impedire l’ingresso a Gaza di cibo e aiuti umanitari in quantità adeguate”.
Nel frattempo, centinaia di persone in cerca di aiuti continuano a essere attaccate dalle forze israeliane nei siti di distribuzione di cibo. Secondo il dato citato dall’associazione medico umanitaria, negli ultimi due mesi, secondo il ministero della salute palestinese, più di 1.000 persone sono state uccise e oltre 7.200 ferite mentre cercavano di prendere gli aiuti, “in gran parte nei centri di distribuzione della GHF, sostenuta e finanziata dal governo statunitense”. Per Mohammed Abu Mughaisib, vicecoordinatore medico MSF a Gaza, “queste distribuzioni di cibo non sono aiuti umanitari, sono crimini di guerra commessi in pieno giorno e presentati al mondo con il linguaggio della compassione. Chi si reca alle distribuzioni di cibo della Gaza Humanitarian Foundation sa che le probabilità di ricevere un sacco di farina sono le stesse di andarsene con una pallottola in testa”-.
“Vediamo la stanchezza e la fame anche nei nostri colleghi”, dichiara Caroline Willemen, coordinatrice progetto della clinica MSF di Gaza City. Nell’ultima settimana, spiega MSF, le mense comunitarie che forniscono cibo ai pazienti e al personale medico negli ospedali hanno avuto difficoltà, alcune chiudendo per giorni interi. Anche quando riescono a distribuire cibo, si tratta solo di un pasto al giorno a base di riso bianco, anche per i pazienti che avrebbero bisogno di cibi ricchi di nutrienti per favorire la guarigione, e spesso nulla per il personale.
È così che la fame distrugge il corpo: nelle prime 6-24 ore, il livello di zucchero nel sangue cala. Il corpo brucia il glicogeno immagazzinato per sopravvivere. Dopo 1-3 giorni, il glicogeno è esaurito. Il grasso viene trasformato in chetoni per alimentare il cervello e il corpo entra in quello che chiamiamo “modalità di sopravvivenza”. Entro 3-5 giorni, i muscoli iniziano a deteriorarsi. Il corpo sacrifica i propri tessuti, persino il cuore, solo per sopravvivere. “È a questo punto che i bambini smettono di piangere”.