Prepariamoci ad un autunno complicato: la prossima stagione influenzale, secondo quanto osservato in Australia, sarà una delle peggiori degli ultimi anni. A luglio infatti nell’Australia meridionale è stato raggiunto il maggior numero di casi settimanali di influenza da 6 anni a questa parte, le infezioni sono aumentate del 70% rispetto allo scorso anno, i ricoveri cresciuti del 50% in due settimane e si è registrato il peggior aumento di ore di servizio delle ambulanze (5.866) mai registrato.
“Lo diciamo con ampio anticipo: è questo il momento giusto per prepararsi all’ondata influenzale ed evitare che il Servizio sanitario nazionale si paralizzi – dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed -. Dobbiamo evitare l’affollamento dei Pronto soccorso, il blocco delle ambulanze in attesa che le barelle si liberino, il peggioramento della carenza di personale sanitario a causa delle assenze per malattia di medici e professionisti sanitari colpiti dal virus, e il solito scetticismo vaccinale che spinge i più fragili a non proteggersi per tempo”.
“Occorre dunque organizzare una seria e convincente campagna vaccinale che protegga il personale sanitario e chi è esposto alle conseguenze gravi dell’influenza, come i pazienti anziani e fragili; prevedere presidi territoriali che prendano in carico i casi meno gravi, che non necessitano del ricovero ospedaliero; intervenire sugli ospedali colmando le carenze di personale, prevedendo percorsi dedicati durante la fase del picco stagionale e organizzando i reparti in modo da impedire la circolazione del virus. Intervenire quando il caos è già scoppiato è inutile. Bisogna agire ora”.
“Condividiamo le perplessità sui rischi legati alla diffusione del nuovo virus influenzale, e siamo molto preoccupati per la sostenibilità delle attività visto che proprio al territorio e ai medici di famiglia toccherà il maggior carico di lavoro”. A parlare è Tommasa Maio, responsabile nazionale Area Vaccini della Fimmg, che sottolinea i rischi verso i quali si sta andando. “Già oggi vediamo le prime avvisaglie e con l’autunno la medicina di famiglia dovrà reggere l’impatto della co-circolazione dei virus influenzali, uniti al virus respiratorio sinciziale e al virus SarsCoV2. Tutto questo, in un contesto che vede l’Italia tra i Paesi con la più alta percentuale di persone anziane e fragili, condizione che aumenta – sicuramente più di quanto sta avvenendo in Australia – l’impatto atteso in termini di complicanze e conseguente carico assistenziale per i medici di famiglia e ospedali”.
In questo scenario le vaccinazioni degli adulti e degli anziani diventano un obiettivo imprescindibile che sarà sostenuto nella quasi totalità dai medici di famiglia. I medici di medicina generale sono pronti a garantire il massimo impegno, ma occorre chiarire che l’azione vaccinale non è indispensabile solo per ridurre gli accessi in ospedale. Un’adeguata immunizzazione serve anche ad alleggerire il carico insostenibile che nel periodo autunnale e invernale grava sugli studi dei medici di famiglia e a contenere la crescita esponenziale delle richieste di visite domiciliari, che hanno raggiunto numeri ormai insostenibili. «I medici di famiglia si trovano a reggere, non senza difficoltà, un sistema schiacciato da carenze organizzative e da una burocrazia sempre più pesante che sottrae tempo prezioso alla cura», aggiunge Maio. “La riduzione del numero di medici di medicina generale e la crescita costante della platea assistita hanno determinato un disequilibrio che mette a rischio la qualità dell’assistenza e la sostenibilità del modello stesso di medicina generale. A tutto ciò si aggiunge una progressiva svalutazione della professione: retribuzioni ferme al 2021, aggravate da costi professionali sempre maggiori soprattutto nei periodi stagionali di picco, contribuiscono a rendere la medicina generale sempre meno attrattiva per i giovani medici”.
Dalla Fimmg arriva dunque un appello e un monito: “Per affrontare con serietà l’autunno e l’inverno servono investimenti concreti su personale e organizzazione, che possano sostenere le campagne vaccinali e garantire una risposta efficace ai bisogni della popolazione; investimenti da definire con provvedimenti ad hoc nella prossima Legge di Bilancio. In questa prospettiva, la mancata definizione in molte Regioni degli accordi integrativi regionali (AIR) e la mancata emanazione dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale sembrano un paradosso non più accettabile” conclude Maio. “Le Regioni devono mettere in campo un impegno istituzionale immediato che restituisca valore e sostenibilità alla medicina generale e metta i cittadini al riparo dai rischi di una stagione invernale che si annuncia particolarmente impegnativa e possa rendere più attrattiva su giovani medici la scelta di fare i medici di famiglia”.