Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Robert Nisticò, fa il punto sullo stato della spesa farmaceutica, sulle prospettive di un nuovo meccanismo di rinegoziazione automatica dei prezzi e sull’eventuale ampliamento delle categorie di pazienti che potranno accedere alle terapie anti-obesità rimborsate dallo Stato. Lo fa in un’intervista a “la Repubblica”, in cui anticipa alcuni degli interventi in arrivo.
“Per fine anno dovremmo costruire il nuovo meccanismo”, afferma Nisticò, riferendosi alla “clausola di salvaguardia” su cui Aifa sta lavorando. “Dopo l’approvazione il fatturato di un farmaco cresce rapidamente, in due anni poi raddoppia: da un valore medio di 1,5 milioni di euro sale a 3. Per affinare strumenti di controllo della spesa stiamo lavorando su una clausola di salvaguardia, che prevede la rinegoziazione automatica dei prezzi. Per abbassarli attraverso sconti che scattano appunto sulla base dei guadagni che le aziende hanno su un determinato prodotto. Più sono alti, più vale lo sconto”.
Per il presidente Aifa non è la soglia di spesa a rappresentare il vero nodo: “Non si tratta di un problema di tetto. Quello non basterà mai: più verrà alzato, più la spesa crescerà. Succede, intanto, perché la popolazione invecchia e questo rende il nostro Paese tra i maggiori consumatori di farmaci. Visto che produrli costa tanto, il nostro sistema universalistico entra in sofferenza. All’italiano piace andare dal medico e farsi prescrivere il medicinale, piuttosto che puntare sulla prevenzione”.
La risposta passa dunque da due direttrici: “Bisogna intanto aumentare l’appropriatezza delle prescrizioni. È necessario anche puntare sulla prevenzione. La cura è un diritto, ma la prevenzione deve essere un dovere del cittadino. Ci sono molte patologie evitabili con corretti stili di vita. La prevenzione è davvero fondamentale, andrebbe anche insegnata a scuola”.
Nisticò ricorda come l’orizzonte della farmacologia sia cambiato: “Mentre prima le medicine agivano sui sintomi, ora ce ne sono molte che incidono sui meccanismi della malattia. Penso alle terapie geniche come le Car-T. Questi prodotti costano tanto, ma risolvono certe patologie producendo risparmi”.
Sulla questione della distribuzione dei farmaci anti-diabete, che alcune Regioni contestano per l’aumento della spesa derivante dal passaggio all’acquisto in farmacia, Nisticò chiarisce: “Il meccanismo è stato deciso da una norma dello Stato alla quale noi, in quanto agenzia tecnica, dobbiamo dare seguito. Detto questo, anche se non eravamo obbligati, su una tipologia di questi farmaci, le gliflozine, abbiamo chiamato le aziende produttrici e spuntato ottimi prezzi. Con il nuovo sistema ci può essere una distribuzione migliore delle medicine e quindi una maggior aderenza alle terapie da parte dei pazienti”.
È già operativo un tavolo di monitoraggio: “Deve verificare gli effetti della misura e poi fare un bilancio”.
Il presidente Aifa affronta poi uno dei temi più dibattuti: l’accesso ai nuovi farmaci per l’obesità. “Esiste già una indicazione terapeutica specifica. Al di fuori di quella, il rapporto rischio-beneficio è negativo. Questi farmaci hanno effetti collaterali. Non bisogna pensare che risolvano tutto da soli, il paziente deve anche cambiare stile di vita”.
Un ampliamento, però, potrebbe arrivare: “Prevederemo comunque nuove classi di rischio. Si potrebbe ipotizzare un allargamento ai grandi obesi, non diabetici, o a coloro che hanno problemi di peso e danni cardiologici. Ma i farmaci non diventeranno a carico dello Stato per chi li prende solo perché è sovrappeso”.
Infine, Nisticò commenta lo scontro pubblico avvenuto nei giorni scorsi tra il direttore amministrativo e quello scientifico dell’Agenzia, su cui il ministro della Salute ha chiesto chiarimenti: “Ho già inviato la relazione a Orazio Schillaci. Intanto siamo tornati a lavorare in un clima sereno e collaborativo. Stiamo facendo tanto in questo periodo. Certo, ci sono momenti di confronto anche acceso, ma il senso di responsabilità per la nostra importante funzione resta vivo in tutti noi”.