Foresti (Assogenerici): “Le aziende non abbasseranno i prezzi e a pagare saranno i cittadini”

Foresti (Assogenerici): “Le aziende non abbasseranno i prezzi e a pagare saranno i cittadini”

Foresti (Assogenerici): “Le aziende non abbasseranno i prezzi e a pagare saranno i cittadini”
La gran parte del risparmio di 609 milioni di euro attesi dal taglio del prezzo di riferimento per i farmaci off patent, potrebbe ricadere sulle spalle dei cittadini. Questa l'ipotesi più probabile, secondo il presidente di Assogenerici Giorgio Foresti, che, in quest'intervista esclusiva, ci spiega perché la grande maggioranza delle aziende non riuscirà ad adeguare i propri prezzi come stabilito dalla delibera Aifa entrata in vigore oggi.

Scatta da oggi il taglio tra l’8 e il 40% dei prezzi di riferimento di 4.188 confezioni di farmaci fuori brevetto. Fino a ieri sera in Gazzetta Ufficiale comparivano solo una decina di aziende che avevano comunicato la riduzione dei prezzi dei propri farmaci per allinearli a quelli suggeriti dall’Aifa. E, secondo il presidente di Assogenerici, Giorgio Foresti, il numero resterà basso, perché le aziende non asseconderanno una manovra che penalizza un mercato che in Italia è già fortemente penalizzato dai bassi volumi di vendita. Questo significa che i cittadini saranno costretti a pagare le differenze tra i prezzi di riferimento dell’Aifa e quelli stabiliti dalle aziende. E dunque, il rischio,  è che la gran parte dei 609 milioni di risparmi previsti per il Ssn saranno pagati dal cittadino e non dalle imprese.  
 
Presidente Foresti, scatta oggi l’entrata in vigore della nuova lista di trasparenza. Cosa avverrà?
Noi abbiamo da mesi aperto un tavolo di discussione con l’Aifa su questo capitolo che parte da un errore di fondo: la manovra prevede 600 milioni di risparmi che devono essere generati generati da un adeguamento dei prezzi dei farmaci off patent italiani a quelli della media europea. E' un errore per tre ragioni. La prima è che non si è considerato che un mercato come quello degli off patent  pari a 3 miliardi di euro (di cui 700 dovuto ai farmaci equivalenti) non può sostenere un taglio secco del 20%. La seconda è che già oggi i prezzi di questi prodotti sono allineati, se non addirittura inferiori, a quelli medi europei. La terza ragione per la quale la manovra non può essere condivisa dalle imprese è che, nel procedere all'abbassamento delle soglie di rimborso, non si è tenuto dei volumi di vendita dei nostri prodotti. E tutto questo senza contare che i nostri prezzi sono comunque già oggi inferiori del 50% al prezzo delle specialità originali prima della scadenza del brevetto. Ridurre ulteriormente i prezzi del 20% significherebbe arrivare a un taglio del 70% rispetto al prezzo originale. Una richiesta insostenibile per il sistema che, peraltro, soffre di volumi di vendita ancora troppo bassi. Assogenerici ha sempre dichiarato che non si sarebbe allineata a una manovra del genere. E così stiamo facendo.

Ad oggi il numero di aziende che hanno aderito sembra essere molto contenuto…
È così. E quelle poche che avevano comunicato la riduzione dei prezzi hanno già inviato una comunicazione di rettifica. Del resto, ancora nel pomeriggio di ieri, Assogenerici si trovava in riunione con l’Aifa, ma non abbiamo ottenuto le garanzie che avevamo chiesto per il sistema. Le aziende sono chiaramente libere di fare ciò che vogliono, ma si può presupporre che la grande maggioranza non aderirà alla manovra, non essendo nelle condizioni di sostenere un taglio di questa portata.

Che ne sarà dei 600 milioni di risparmi?
Ci saranno sicuramente. Ma sarà il cittadino a pagare, dovendo corrispondere la differenza tra il prezzo di rimborso stabilito dall’Aifa e quello del farmaco stabilito dall’industria.

Quali sono le vostre richieste?
Noi chiediamo garanzie di sopravvivenza. L’apertura, quindi, di un tavolo in cui si analizzi il problema dei volumi dei farmaci generici, che in Italia è il più basso d’Europa. Anche l’Antitrust e la Commissione Europea hanno insistito sulla necessità di incentivare l’accesso al mercato dei farmaci generici. Invece, dopo 10 anni, siamo arrivati a coprire una fetta ancora molto residuale del mercato e non intravediamo margini di crescita perché gli interventi continuano a pesare sul sistema. Siamo stanchi di essere usati per far calare la spesa mentre il mercato resta in mano alle aziende che producono farmaci branded.   

15 Aprile 2011

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