Lazio. Subiaco, Gregori (Si-Sel): “Depotenziato dell’ospedale Angelucci, Lea a rischio”

Lazio. Subiaco, Gregori (Si-Sel): “Depotenziato dell’ospedale Angelucci, Lea a rischio”

Lazio. Subiaco, Gregori (Si-Sel): “Depotenziato dell’ospedale Angelucci, Lea a rischio”
La questione affrontata in una interrogazione in commissione Affari Sociali. Ma le rassicurazioni del Governo non convincono la deputata, che chiede al Ministero della Salute di “intervenire presso la Regione Lazio per fare chiarezza” sul futuro della struttura.

“Quali iniziative urgenti di competenza si intendono assumere, anche per il tramite del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria nell’area di Subiaco, oltre alla salvaguardia dei livelli occupazionali del personale impiegato, nel rispetto della normativa europea inerente ai riposi e agli straordinari”? E’ quanto chiede di sapere la deputata Monica Gregori (Sel) in una interrogazione a risposta immediata presentata in commissione Affari Sociali.

“La regione Lazio – spiega la deputata in premessa – ha recentemente autorizzato nuove assunzioni nella misura di 543 unità, sbloccando così il turn over e permettendo l’apertura di nuovi servizi previsti dai piani operativi 2016-2018, anche al fine di rafforzare le strutture di Roma e provincia. Si tratterebbe di un fatto positivo se non avvenisse attraverso un processo di penalizzazione dei presidi sanitari come quello dell’A. Angelucci di Subiaco. Tale presidio, oltre ad aver già subito un ridimensionamento a seguito dei piani di rientro definiti dal Ministero della salute e dal Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con la regione Lazio, ha successivamente subito la chiusura del reparto di rianimazione e poi di ortopedia – non prevista nel piano di rientro portando ad una forte carenza di un importante servizio in una zona con elevata percentuale di popolazione anziana, con presenza di tre strutture Rsa e con forte impatto turistico-sciistico”.

“Altrettanto pressanti per la popolazione locale – secondo la deputata – sono le difficoltà del reparto di chirurgia, dove i due medici sono stati trasferiti nell’ospedale S. Giovanni Evangelista di Tivoli, e sostituiti da unità provenienti dall’ospedale di Monterotondo che non possono garantire così continuità assistenziale al fine della diagnosi e della cura”. Così come “si registrano difficoltà presso il pronto soccorso, a causa della presenza di soli tre medici effettivi a tempo indeterminato ed uno a servizio ridotto con 28 ore settimanali”. E “altrettanto grave è la carenza di personale infermieristico, soprattutto nei reparti di medicina e pronto soccorso”.
 
Il piano di potenziamento sanitario messo in campo dalle autorità nazionali e locali sembra all’interrogante valere dunque “solamente per alcune strutture come quelle di Monterotondo e Colleferro, creando gravi asimmetrie sanitarie sul territorio”.

Questa la risposta del ministero della Salute all’interrogazione. “La Regione Lazio, sottoposta a Piano di rientro e commissariata, ha riorganizzato la rete ospedaliera con il DCA n. 412 del 26 novembre 2014, prevedendo, per l’ospedale di Subiaco – presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata – a fronte di una dotazione attuale di 66 posti letto (pl) ordinari e 10 di day hospital (DH), una dotazione di posti letto programmati di 50 pl (20 di medicina generale, 10 di chirurgia generale e 10 di day surgery multispecialistico) e 10 di lungodegenza”.

“La risposta all’emergenza – prosegue il ministero nella risposta – è assicurata h-24 da medici del DEA di I livello di Tivoli, con presenza h-24 nel bacino territoriale di un mezzo di soccorso medicalizzato, di un’elisuperficie (per la quale è stata prevista l’attivazione entro il 31 dicembre 2015), di un laboratorio di analisi per l’emergenza, di un servizio di teleconsulenza per la radiologia. L’attività di ricovero, per garantire una sua efficiente operatività, viene assicurata da posti letto ordinari e di day surgery, organizzati in un’area comune medico-chirurgica; a questi si aggiungono i posti letto di lungodegenza. Il servizio di emodinamica di afferenza viene previsto presso la struttura cardiologica di Tivoli, che accetta i trasferimenti primari del 118 del bacino territoriale, tra l’altro, del distretto di Subiaco. Rispetto al precedente provvedimento di programmazione della rete ospedaliera (DCA n. 80/2010), il DCA n. 412/2014 ha salvaguardato la natura ospedaliera della struttura in questione, ivi inclusa la funzione di pronto soccorso, configurandola, anche alla luce delle caratteristiche orogeografiche del territorio di Subiaco, in conformità a quanto previsto dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, per i presidi siti in zone particolarmente disagiate”.

“Si fa presente, altresì – prosegue il ministero – , che la Regione Lazio – in ottemperanza a quanto disposto dalla legge n. 208 del 2015, e dalle circolari applicative del Ministero della salute – ha recentemente trasmesso la documentazione relativa all’applicazione del decreto ministeriale n. 70/15 relativo alla rete ospedaliera e al piano di fabbisogno del personale (in ottemperanza al rispetto della normativa europea di cui alla legge n. 161 del 2014 in tema di orario di lavoro), con particolare riferimento all’area dell’emergenza-urgenza. In particolare, per l’ospedale di Subiaco, la Regione ha previsto, nel citato piano di fabbisogno di personale, l’assunzione di due unità di personale medico per la disciplina di Medicina e Chirurgia d’accettazione ed urgenza e di una unità medica per la disciplina di Anestesia e Rianimazione. I documenti sono, allo stato, alla valutazione del Tavolo del Regolamento sugli standard ospedalieri che trasmetterà la sua istruttoria al Tavolo di verifica degli adempimenti e al Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei LEA, ai fini di una definitiva valutazione”.

Il ministero fa dunque sapere che “la struttura Commissariale, per quanto di competenza, ha comunicato che: con Delibera di Giunta regionale 131 del 31 marzo 2016 è stato assegnato alla ASL Roma 5 (ex asl RmG) l’importo di euro 1.385.000,00 per la realizzazione dei Reparti di Medicina Generale e di Lungodegenza, presso il terzo piano dell’Ospedale A. Angelucci di Subiaco, ivi compresa la ristrutturazione dei locali, il trasferimento del Reparto di Medicina Generale dalla collocazione attuale all’ala destra del terzo piano e i relativi arredi indispensabili per l’attivazione dei Reparti; di dare atto che l’intervento consentirà la rimodulazione complessiva degli spazi dell’Ospedale ed il miglioramento dei percorsi, con particolare riferimento alle funzioni svolte nei locali del Pronto Soccorso; con decreti del Commissariato ad acta 137 del 28 aprile 2016 e 233 del 23 giugno 2016, sono state concesse alla Asl Roma 5 complessivamente 64 deroghe al blocco del turn-over per nuove assunzioni di personale, nello specifico 38 medici e 25 tra infermieri e tecnici e 1 farmacista, su 510 deroghe concesse alla data odierna a tutte le aziende sanitarie del Lazio per il 2016, tra cui le figure mediche, infermieristiche e tecniche assegnate al presidio di Subiaco”.

Risposta che, tuttavia, non ha soddisfatto la deputata, che in una nota pubblicata sul proprio sito internet scrive: “La risposta del Governo all’interrogazione sulla situazione dell’ospedale A. Angelucci di Subiaco è surreale, insufficiente ed inefficiente per quattro motivi, ai quali non si può assolutamente soccombere: 1) l’elisuperficie al contrario di quanto afferma il Governo, non è mai stata realizzata, ma si dispone semplicemente di un progetto; 2) lo sblocco del turnover dichiarato dalla Regione Lazio è una falsità, in quanto da un lato prevede l’aumento del personale, ma non nell’ospedale di Subiaco e dall’altro propone unità lavorative a tempo determinato retribuite con gettoni di presenza; 3) non è pervenuta alcuna risposta dal Governo circa la motivazione della chiusura dei reparti di chirurgia e rianimazione, chiusura che non era prevista nel cosiddetto “piano di rientro” della Regione Lazio; 4) sono stati stanziati di circa 2 milioni di euro per l’ampliamento e la ristrutturazione dei reparti esistenti, un’azione che avrebbe senso se si fosse già provveduto a risolvere le criticità esistenti dovute alla mancanza di personale soprattutto nel Pronto Soccorso, in cui ad erogare il servizio vi sono tre medici effettivi di cui uno in aspettativa con la Legge 104 e uno a tempo determinato a gettone di presenza; questi hanno già superato le ore di straordinario autorizzate oltre le quali si infrange la normativa europea che comporta la sospensione del piano ferie”.

“A fronte di queste mancanze – conclude Gregori – , ho chiesto al Ministero della Salute nella persona del Sottosegretario Vito De Filippo, di intervenire presso la Regione Lazio per fare chiarezza su questa situazione, perché qualcuno, non essendo riuscito a portare a compimento la chiusura della struttura, persevera questo obiettivo cercando di far passare il falso messaggio che questo ospedale è solo un costo”.

18 Luglio 2016

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