Carceri: Marino (Pd) avviata istruttoria su morte detenuto a Viterbo

Carceri: Marino (Pd) avviata istruttoria su morte detenuto a Viterbo

Carceri: Marino (Pd) avviata istruttoria su morte detenuto a Viterbo
In merito alla vicenda del 36enne romano trovato morto nel reparto detentivo dell’ospedale di Viterbo, il senatore e presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino, ribadendo la “piena fiducia nella magistratura” ha chiesto ai carabinieri del Nas di avviare una istruttoria

Un romano di 36 anni è morto nel reparto protetto dell’ospedale di Belcolle di Viterbo, riservato ai detenuti. A renderlo noto è stato il Garante per i detenuti del Lazio, Angiolo Marroni. Sulla vicenda si è subito attivata la Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale che tramite il suo presidente, Ignazio Marino, senatore del Partito democratico, in una nota ha dichiarato: “È una storia delicata, sulla quale è necessario fare estrema chiarezza. Nutro piena fiducia nella magistratura e in spirito di leale collaborazione anche la Commissione d'inchiesta farà quanto è in suo potere per verificare l’efficienza, l’efficacia e la qualità delle cure somministrate a Cristian De Cupis. Abbiamo chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione di avviare una istruttoria: tutta la documentazione utile, compresa la cartella clinica e i risultati dell'autopsia, saranno richiesti alle autorità competenti e al reparto di medicina protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo”.
 
“Vorrei accertare – ha aggiunto Marino – se è vero anche quanto riportato dal garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio, Angiolo Morroni, secondo cui i familiari sarebbero stati avvisati dell’arresto del giovane solo dopo la sua morte. Dopo esserci occupati della storia di Stefano Cucchi, infatti, avevamo ottenuto più di un anno fa dal ministero della Giustizia un cambiamento dei protocolli per tutte le strutture ospedaliere protette italiane: i medici avrebbero potuto parlare subito con i familiari delle condizioni del paziente senza bisogno di permessi da parte del magistrato di sorveglianza”.
 
“Se questi protocolli – ha concluso Marino – non fossero stati applicati sarebbe molto grave”.

15 Novembre 2011

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