In Toscana si sperimentano sensori indossabili per la diagnosi precoce del Parkinson

In Toscana si sperimentano sensori indossabili per la diagnosi precoce del Parkinson

In Toscana si sperimentano sensori indossabili per la diagnosi precoce del Parkinson
Un dispositivo indossabile, composto da sensori del movimento, algoritmi di intelligenza artificiale e tecnologie mobile, punta ad anticipare la diagnosi. I ricercatori: “La sfida scientifica di questa collaborazione  è quella di dare la possibilità di diagnosticare e curare la malattia sin dal vero inizio del processo patologico, permettendo di intraprendere le terapie 5-7 anni prima di quanto avviene adesso”.

Parte in Toscana una ricerca innovativa incentrata sull’utilizzo di un dispositivo indossabile, composto da sensori del movimento, algoritmi di intelligenza artificiale e tecnologie mobile, per lo sviluppo di servizi innovativi e sostenibili di diagnosi precoce, trattamento terapeutico e gestione della malattia di Parkinson.

La ricerca, promosso dalla U.O. di Neurologia dell'ospedale Apuane di Massa, sarà condotta nell’ambito del progetto DAPHNE e nell’ambito dello studio CASANOVA.

Il progetto DAPHNE e lo studio CASANOVA vedono la collaborazione tra l’U.O. di Neurologia dell'ospedale Apuane, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (IBR-SSSA) e l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa (IFC-CNR) e il supporto delle aziende toscane BioCare Provider srl, Orthokey srl e TechnoDeal srl.

DAPHNE è un progetto di ricerca di circa 1.3 milioni di euro, finanziato in larga parte dalla regione Toscana nell’ambito del programma attuativo regionale Fas 2007-2013 e incentrato sullo sviluppo di servizi innovativi e sostenibili per la malattia di Parkinson attraverso tecnologie mHealth e ICT, favorendo l'automonitoraggio domiciliare e la partecipazione attiva del paziente e del caregiver.

CASANOVA è la parte clinica del progetto DAPHNE e ha l’obiettivo di standardizzare e validare sul piano clinico, il sistema di sensori indossabili per la diagnosi precoce ed il monitoraggio della malattia di Parkinson, così come per il monitoraggio nel tempo della malattia e l’ottimizzazione della terapia.

L’innovazione della studio sta nell’integrazione multidisciplinare di contenuti clinici, ingegneristici e statistico-epidemiologici, atti a sviluppare una strumentazione ergonomica e superleggera, coadiuvata da algoritmi intelligenti, per la misura quantitativa ed oggettiva del movimento degli arti superiori ed inferiori.

“La malattia di Parkinson – ricorda il coordinatore della sperimentazione Carlo Maremmani – è una delle più frequenti malattie neurodegenerative, che affligge circa l’1% delle persone sopra i 65 anni e seppure più raramente può colpire soggetti anche al di sotto dei 50 anni. Ad oggi la malattia viene diagnosticata quando il processo patologico è già iniziato da circa 5-7 anni a livello del sistema nervoso. Durante quegli anni la malattia è presente ma è silente dal punto di vista motorio. Solo dopo anni, progredendo lentamente, si manifestano i sintomi motori: inizia il tremore degli arti, il soggetto si muove più lentamente e la muscolatura diviene più rigida. A quel punto viene fatta la diagnosi ma sono stati persi 5-7 anni di potenziale trattamento farmacologico”.
“La sfida scientifica di questa collaborazione – aggiunge – è quella di dare la possibilità di diagnosticare e curare la malattia sin dal vero inizio del processo patologico, permettendo di intraprendere le terapie 5-7 anni prima di quanto avviene adesso, con possibilità superiori di successo”.

La ricerca coinvolgerà in questa fase anche persone sane, di età compresa tra i 60 e 65 anni. A tale scopo è già iniziato un lavoro di sensibilizzazione e di informazione svolto dai medici di medicina generale di Massa e Carrara, in coordinazione con la U.O. di Neurologia apuana. È possibile anche candidarsi spontaneamente telefonando al numero 3281753405 oppure 3397842800 dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì. La partecipazione è gratuita e la misura dei movimenti è assolutamente innocua, fanno sapere i ricercatori.

22 Febbraio 2018

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