Quando la farmaceutica sposa l’arte. Il coraggio di Artemisia entra nella collana d’arte Menarini

Quando la farmaceutica sposa l’arte. Il coraggio di Artemisia entra nella collana d’arte Menarini

Quando la farmaceutica sposa l’arte. Il coraggio di Artemisia entra nella collana d’arte Menarini
Per la prima volta in 61 anni, la collana d’arte del Gruppo Menarini rende omaggio a una donna: Artemisia Gentileschi, la pittrice più nota del Rinascimento Italiano. Aleotti: “Una scelta in linea con la grande vocazione artistica dell’azienda, ma che onora una donna vittima di violenza che ha avuto la forza e il coraggio di rinascere”

Ha sfidato i pregiudizi, ha trasformato il suo dolore in riscatto, ha rivendicato il suo diritto di essere una donna libera. La protagonista è nata più di 400 anni fa, ma per la sua attualità sarebbe considerata, anche oggi, una fonte d’ispirazione.
 
È Artemisia Gentileschi la protagonista del volume d’arte curato quest’anno da Menarini, presentato nei giorni scorsi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dal direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, e dall’autore, Alessandro Grassi.
 
La prima volta in 61 anni che la collana d’arte del Gruppo Menarini rende omaggio a una donna. Una scelta non casuale da parte dell’Azienda farmaceutica che ha supportato corsi di formazione per giornalisti proprio sulla violenza di genere.
 
“Dedicare il volume d’arte ad Artemisia Gentileschi – ha detto Lucia Aleotti, presidente del Gruppo Menarini – non solo conferma la grande vocazione artistica dell’azienda, ma omaggia anche una donna vittima di violenza che ha avuto la forza e il coraggio di rinascere. Menarini sostiene da sempre iniziative a tutela delle persone più fragili e proprio quest’anno ha dato il suo supporto non condizionato per una serie di corsi di formazione per giornalisti su un tema delicato come quello della violenza di genere. Ci auguriamo che il coraggio di Artemisia sia d’ispirazione per tutte quelle vittime silenziose che ancora non hanno la forza di denunciare”.
 
Nata a Roma nel 1593, Artemisia riuscì ad affermarsi in un ambiente prevalentemente maschile, conquistando, con la sua grinta e la sua raffinatezza, le corti italiane ed europee. Donna forte e risoluta, con il supporto del padre Orazio, ebbe il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita da adolescente da parte del suo maestro, Agostino Tassi, aprendo il primo processo per stupro di cui si abbia piena testimonianza in Italia.
 
E per per far conoscere la storia di questa straordinaria artista anche all’estero, per la prima volta Menarini ha pubblicato la monografia anche in inglese, a conferma della crescente internazionalizzazione dell’azienda. Un’azienda che guarda al futuro: “Sempre più ricerca, sempre più internalizzazione, sempre più più alte tecnologie – ha assicurato Lucia Aleotti – per questo dal 1° giugno avremo un nuovo presidente, Eric Cornut, che ha grandi esperienze in questi settori e che ci aiuterà a dare un’altra spinta all’Azienda”
 
“Dopo il precocissimo studio di Longhi sui Gentileschi ‘padre e figlia’, del 1916, è  solo a partire dal secondo dopoguerra che è rinata la fortuna di Artemisia Gentileschi nella letteratura artistica, con una vera e propria impennata negli ultimi decenni – ha detto Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze – l'uso spregiudicato ed elegante del linguaggio caravaggesco, la crudezza strepitosa della scena, fanno della Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia, ad esempio, il secondo quadro degli Uffizi più cliccato su Instagram dopo la Medusa di Caravaggio”.
 
“Il volume su Artemisia Gentileschi – ha dichiarato Alessandro Grassi, autore della monografia – vuole essere un avvio agile e stimolante per una rilettura dell'opera di questa grande pittrice del Seicento europeo. Piuttosto che un catalogo ragionato, rivolto ai soli specialisti, si tratta di un testo che invita il lettore a cogliere le mille sfaccettature e la vivacità culturale di Artemisia”.

14 Maggio 2018

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