Come difendersi dall’apocalisse biologica? La proposta degli esperti americani in sicurezza sanitaria

Come difendersi dall’apocalisse biologica? La proposta degli esperti americani in sicurezza sanitaria

Come difendersi dall’apocalisse biologica? La proposta degli esperti americani in sicurezza sanitaria
Bioterrorismo o pandemie spontanee rappresentano minacce planetarie contro le quali è necessario mettere a punto delle strategie di difesa e di prevenzione. Come quelle elencate nel report del Johns Hopkins Center for Health Security appena pubblicato. La minaccia principale è rappresentata dai virus respiratori a RNA. L’appello ai governi e alle aziende farmaceutiche per intensificare la ricerca di nuovi farmaci anti-virali

Quale microrganismo, diffuso ad arte nell’ambiente o per cause naturali, potrebbe rendersi responsabile nel prossimo futuro di una pandemia di dimensioni epocali? Se lo sono chiesti i ricercatori del Johns Hopkins Center for Health Security, che hanno redatto un report con l’identikit dei germi più temibili, quelli contro i quali mettere in campo tutte le possibili strategie di prevenzione. Il pericolo in questione riguarda non solo lo storico, i microrganismi già protagonisti in passato di temibili pandemie, ma anche e soprattutto quelli che non hanno ancora dato prova delle loro potenzialità di morte e che configurano tuttavia un rischio biologico da catastrofe globale (GCBR).
 
Gli eventi etichettati come GCBR sono quelli in cui un agente biologico può determinare un disastro straordinario e di proporzioni gigantesche che andrebbe oltre la possibilità di controllo da parte dei governi nazionali e internazionale e del settore privato.
 
Finora nessuno aveva pensato di redigere un ‘catalogo’ dei possibili responsabili di GCBR e dunque le priorità di allerta venivano disegnate solo su basi ‘storiche (es. la pandemia di spagnola del 1918).
“E’ invece fondamentale – afferma Amesh Adalja, leader del progetto – che gli esperti in sicurezza sanitaria siano preparati anche alle nuove minacce, non solo a quelle del passato, se si vogliono scongiurare GCBR”.
 
Detto fatto, i ricercatori della Johns Hopkins hanno convocato 120 tra i maggiori esperti mondiali del campo per stilare delle raccomandazioni ad hoc su vecchie e nuove minacce. Il tutto è racchiuso nel rapporto “The characteristics of Pandemic Pathogens”.
 
L’identikit del microrganismo della catastrofe perfetta. Per prima cosa si è provveduto a stilare un identikit dei patogeni in grado di determinare un GCBR. L’agente infettivo ‘ideale’ nel provocare catastrofi di questo tipo avrebbe una modalità di diffusione per via respiratoria; sarebbe contagioso anche nel periodo di incubazione, prima cioè della comparsa dei sintomi o quando i soggetti infettati presentino ancora solo una sintomatologia sfumata. Andrebbe a colpire dei soggetti naive da un punto di vista immunologico; avrebbe un tasso di mortalità basso ma significativo, fatto questo che aumenterebbe ulteriormente il rischio di diffusione dell’infezione.
Nel report si legge anche che  il potenziale pandemico maggiore è quello dei  virus a RNA.
 
Come difendersi dal pericolo di una pandemia. Nel report gli esperti elencano al riguardo una lista di otto raccomandazioni, “con la speranza – afferma Adalja – che medici e responsabili politici le prendano in seria considerazione per rafforzare la capacità di recupero del settore sanitario ed essere sempre più preparati ad affrontare un’eventuale pandemia”.
·         Prepararsi contro una minaccia di livello GCBR implica l’adozione di un approccio focalizzato, ma sempre con la dovuta flessibilità
 
·         Gli approcci basati su una lista di patogeni ‘storici’ non dovrebbero costituire un’idea standard permanente che distolga il pensiero da altri patogeni a potenzialità pandemica
 
·         Migliorare la sorveglianza delle infezioni umane causate da virus a RNA dovrebbe rappresentare una priorità assoluta
 
·         Sviluppare una pipeline di agenti anti-virali contro i virus respiratori a RNA (sia ad ampio spettro che mirati ai singoli virus) aumenterebbe le possibilità di difendersi da potenziali agenti GCBR
 
·         Analogamente dovrebbe rappresentare una priorità la ricerca di vaccini contro i virus respiratori a RNA (compreso un vaccino universale contro l’influenza)
 
·         Un’agenda di ricerca clinica volta a ottimizzare il trattamento dei virus respiratori a RNA dovrebbe essere sostenuta finanziariamente dalle aziende farmaceutiche e dai produttori di device medici e sviluppata presso centri di ricerca clinica.
 
·         Fondamentale anche un’attenta revisione della letteratura relativa ai virus respiratori a RNA, a rischio di determinare una pandemia.
 
·         Dovrebbe diventare una routine effettuare diagnosi microbiologiche specifiche delle sindromi infettive in qualunque parte del mondo
 
 
Maria Rita Montebelli

Maria Rita Montebelli

29 Maggio 2018

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