Specializzazioni mediche. Giovani medici Sigm: “Preoccupati da affermazioni del Ministro Grillo”

Specializzazioni mediche. Giovani medici Sigm: “Preoccupati da affermazioni del Ministro Grillo”

Specializzazioni mediche. Giovani medici Sigm: “Preoccupati da affermazioni del Ministro Grillo”
Il Segretariato italiano giovani medici critica l’annunciata riforma del Ministro della Salute e soprattutto la proposta degli ‘Ospedali d’Insegnamento’ con l’inserimento degli specializzandi nel Ssn. “Iniziativa, tutt’altro che innovativa e nell’interesse delle nuove generazioni di medici”.

“Esprimiamo profonda preoccupazione per le dichiarazioni divulgate a mezzo stampa dal ministro della Salute Grillo riguardanti una revisione di sistema della formazione postlauream”. È quanto scrive il Segretariato italiano giovani medici (Sigm) sul proprio sito in un messaggio rivolto agli iscritti.
  
“Come già preannunciato – si legge – nel programma di governo, la proposta di riforma mirerebbe a trasferire la formazione dei medici specializzandi dalle strutture universitarie alle aziende sanitarie e ospedaliere del Sistema Sanitario Nazionale, definite come “Ospedali d’Insegnamento. Si tratterebbe di una iniziativa, tutt’altro che innovativa e nell’interesse delle nuove generazioni di medici come affermato. Infatti riproduce per grandi linee quanto previsto nella versione del Ddl delega ex art. 22 del Patto per la Salute stilato dal precedente Governo, che puntava alla creazione di una nuova figura di medico neoabilitato, contrattualizzato dai Servizi Sanitari Regionali e contro il quale la nostra Associazione ha aspramente espresso opposizione.  
Per quale motivo? Ad un primo sguardo tale riforma permetterebbe l’inserimento di giovani medici nell’ SSN garantendo a coloro che non superano il concorso di Specializzazioni Mediche di trovare una occupazione dignitosa”.  

“In realtà – spiega il Sigm – gravi sono I risvolti della medaglia. 1. Per gli aspiranti specializzandi: la riforma comporterebbe una dequalificazione della formazione postlauream, creando un divario tra medici di serie A (in formazione specialistica) e medici di serie B (neoassunti senza adeguato training impiegati in ospedali periferici e privati di casistica, strutture e figure di riferimento (tutor), imprescindibili per una formazione a 360 gradi. 2. Per i medici neospecialisti: costoro rischierebbero di vedere ridotte le proprie opportunità lavorative all’interno dell’SSN perché vedrebbero già occupata la propria casella da manodopera a basso costo con un ulteriore blocco del turnover. 3. Per i cittadini: si priverebbe il cittadino del diritto di godere di una figura professionale adeguatamente formata”. 

“Ci chiediamo pertanto chi ne gioverebbe?” afferma il Sigm che spiega come “tale proposta si inserisce nel divario fra il numero, esiguo, di contratti di formazione specialistica e l’incremento costante di candidati al concorso per le scuole di specializzazione in medicina.  Le giovani generazioni di medici ci appaiono nuovamente sacrificate sull’altare della mancata programmazione e pianificazione del fabbisogno dei professionisti di area sanitaria, che non ha garantito negli anni la possibilità di completare il percorso formativo a tutti i medici laureatisi (ma che promuove ulteriori ampliamenti dell’accesso al corso di laurea). Riteniamo gravissimo che tale situazione venga sfruttata al fine di soddisfare le esigenze delle Regioni per logiche contabili e che tale proposta, oggi come ieri, venga supportata dal coordinamento interregionale in Sanità della Conferenza Stato Regioni, che in data 5 giugno ha presentato al Governo la medesima istanza”.

 
“Come in passato – ricorda il Sigm –  ribadiamo l’importanza del coinvolgimento di aziende ospedaliere e sanitarie nel percorso formativo degli specializzandi purché queste concorrano a migliorare la formazione dello specializzando e non sia lo specializzando a dover colmare le carenze di organico legate alle mancate assunzioni da parte delle Regioni sostituendo l’attività degli strutturati, ovvero gli specializzandi di domani.  
Appreso dai social dell’incontro recente del Ministro con MIUR, MEF, sigle sindacali, Regioni e Ministero della Salute e ritenendo paradossale affrontare un tema del genere in assenza della compartecipazione dei diretti interessati, il SIGM auspica un forte coinvolgimento delle Associazioni di rappresentanza giovanili già dalle prossime riunioni, visto anche il lavoro prodotto in questi anni sul tema e le numerose battaglie per il futuro dei giovani medici”.

08 Agosto 2018

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