Coronavirus. Un paziente su tre ha sintomi gastrointestinali

Coronavirus. Un paziente su tre ha sintomi gastrointestinali

Coronavirus. Un paziente su tre ha sintomi gastrointestinali
Uno studio condotto negli USA ha messo in evidenza come, in un caso di Covid-19 su tre, compaiano i sintomi gastrointestinali, che dovrebbero essere presi in considerazione per lo screening. La sintomatologia intestinale è legata a un decorso meno grave dell’infezione e a una durata inferiore del ricovero ospedaliero

(Reuters Health) – Secondo un nuovo studio statunitense, circa un terzo dei pazienti che presentano Covid-19 ha anche sintomi gastrointestinali. “Nelle prime fasi dell’epidemia di Covid-19, c’era la sensazione che la tosse, la mancanza di respiro e la febbre fossero gli unici sintomi rilevanti; in effetti, molti centri hanno testato soltanto pazienti che presentavano quei sintomi”, dice Yael R. Nobel del Columbia University Irving Medical Center-New York Presbyterian Hospita, principale autore dello studio , “Ora ci rendiamo conto che i sintomi gastrointestinali, tra cui diarrea, nausea e vomito, sono una parte importante di questa malattia”.
 
Lo studio
Nobel e colleghi hanno confrontato i tassi di sintomi gastrointestinali tra 278 pazienti risultati positivi per SARS-CoV-2 e 238 pazienti che sono risultati negativi per il virus. I sintomi gastrointestinali hanno interessato in modo significativo (61% vs 39%) i pazienti che sono risultati positivi. Inoltre, in un modello multivariabile, la presenza di sintomi gastrointestinali è stata associata con una probabilità maggiore del 70% di test positivi per SARS-CoV-2.
 
Tra i pazienti Covid-19, il 35% ha presentato sintomi gastrointestinali e un numero maggiore di pazienti con sintomi gastrointestinali ha fatto registrare una durata della malattia di una settimana o più (rispettivamente 33% vs 22%). Durante il follow-up a breve termine, il tasso di morte tra i pazienti con Covid-19 è stato significativamente più basso per quelli con sintomi gastrointestinali (0%) rispetto a quelli senza (5,0%).

“Questi risultati possono suggerire che i pazienti che hanno sintomi gastrointestinali al momento del test hanno un decorso della malattia meno grave”, osserva Nobel.

“Negli Stati Uniti stiamo ancora lavorando per aumentare l’accesso ai test ed è importante che gli operatori sanitari dispongano di informazioni accurate su come si presenta questa malattia per essere in grado di stabilire correttamente le priorità dei test per i pazienti che hanno un rischio maggiore di avere Covid-19 “, aggiunge l’esperto. “In presenza di sintomi come diarrea, nausea e vomito, dovrebbe esserci un indice elevato di sospetto per Covid-19”.

Fonte: Gastroenterology, online 2020
 
Will Boggs
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

Will Boggs

27 Aprile 2020

© Riproduzione riservata

Crescono i casi di epatite A, sia per trasmissione sessuale che per alimenti contaminati
Crescono i casi di epatite A, sia per trasmissione sessuale che per alimenti contaminati

Crescono in Italia, analogamente a quanto avviene nel resto d’Europa, le segnalazioni di casi di epatite A, legati sia alla trasmissione sessuale che al consumo di prodotti contaminati. Lo segnala...

Alzheimer e demenze: in Italia 1 milione di pazienti, previsto raddoppio entro il 2050. Serve fare rete
Alzheimer e demenze: in Italia 1 milione di pazienti, previsto raddoppio entro il 2050. Serve fare rete

In un paese come l’Italia, in cui il 23% della popolazione ha più di 65 anni con una speranza di vita sempre in aumento, l’Alzheimer rappresenta più che mai una...

AIFA approva faricimab in siringa preriempita: un passo avanti per contrastare le principali patologie della retina
AIFA approva faricimab in siringa preriempita: un passo avanti per contrastare le principali patologie della retina

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità a carico del SSN per la nuova formulazione di faricimab in siringa preriempita (PFS), da utilizzare nel trattamento della degenerazione maculare...

Hiv. Simit: “In Italia i nuovi casi restano stabili, allontanandoci dagli obiettivi Unaids 2030”
Hiv. Simit: “In Italia i nuovi casi restano stabili, allontanandoci dagli obiettivi Unaids 2030”

Alla vigilia della Giornata Mondiale contro l’Aids del 1° dicembre, sotto i riflettori l’ultimo bollettino del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, che nel 2024 registra 2.379 nuove diagnosi...