Un aumento di 5 euro sul prezzo di sigarette, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. È la richiesta al centro di una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione Airc, Fondazione Umberto Veronesi e Fondazione Aiom, con l’obiettivo di raccogliere 50mila firme certificate entro la prossima primavera.
L’iniziativa, presentata in un convegno al Senato, punta a colpire soprattutto i giovanissimi: in Italia un teenager su 5, tra i 15 e i 19 anni, fuma ogni giorno. “Vogliamo rendere il fumo una pratica costosa e insostenibile, in particolare per le nuove generazioni”, hanno spiegato i presidenti e i rappresentanti delle associazioni promotrici.
“Chiediamo alle istituzioni una legge nelle modalità e nei termini previsti dalla Costituzione – dichiarano Francesco Perrone, presidente Aiom, Daniele Finocchiaro, consigliere delegato di Fondazione Airc, Giulia Veronesi per Fondazione Veronesi e Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom -. Nonostante le norme più restrittive approvate negli ultimi decenni, ancora troppi cittadini fumano. Il tabagismo rappresenta uno dei più rilevanti fattori di rischio oncologico”.
Gli esperti sottolineano l’efficacia della misura: “Le esperienze internazionali – in primo luogo di Francia e Irlanda – dimostrano che il forte incremento sostanziale del prezzo delle sigarette rappresenta la sola strategia efficace per abbassare drasticamente il numero di fumatori”. Secondo le stime, si potrebbe ottenere “una possibile riduzione del 37% del consumo di tabacchi se si aumentasse di 5 euro il prezzo delle sigarette e degli altri prodotti correlati”.
Maria Sofia Cattaruzza, docente del Dipartimento di Sanità pubblica e Malattie infettive dell’Università Sapienza di Roma, conferma: “Nel nostro Paese le accise sulle sigarette risultano tra le più basse d’Europa. Sono solo di 3,19 euro per pacchetto contro i 7,45 euro della Francia e i 9,92 della Repubblica d’Irlanda. Questi due Paesi hanno negli ultimi anni introdotto forti rincari sui tabacchi e in entrambi si è registrato un calo del numero di fumatori abituali”.
Oltre a contrastare il tabagismo – che causa 93mila morti l’anno nel nostro Paese – la misura libererebbe nuove risorse per il Servizio Sanitario Nazionale. I costi sociali e sanitari del fumo ammontano a circa 24 miliardi di euro, di cui 1,64 miliardi solo per le ospedalizzazioni legate a patologie fumo-correlate.
“L’incremento delle entrate potrà contribuire a finanziare il Servizio sanitario nazionale, a tutto vantaggio dei cittadini colpiti dal cancro e non solo”, sottolineano i promotori dell’iniziativa.
“La raccolta di firme inizierà già nei prossimi giorni e potrà sfruttare le reti che sia Aiom che le fondazioni coinvolte hanno sul territorio nazionale – annunciano i rappresentanti delle associazioni -. Un forte impegno collettivo che coinvolgerà centinaia di volontari e medici oncologi perché, con la raccolta delle 50mila firme, si porti il Parlamento a discutere la proposta”.
Se approvata, la manovra potrebbe ridurre del 37% il consumo di tabacco. Una sfida che parte dalla società civile e che ora cerca il sostegno del Parlamento per diventare realtà.