Roma. “Diciottomila euro per un giorno in clinica. E solo per accertamenti”. La denuncia dell’ambasciatore russo

Roma. “Diciottomila euro per un giorno in clinica. E solo per accertamenti”. La denuncia dell’ambasciatore russo

Roma. “Diciottomila euro per un giorno in clinica. E solo per accertamenti”. La denuncia dell’ambasciatore russo
E’ successo alla clinica Pio XI. La moglie dell’ambasciatore ricoverata per accertamenti a seguito di dolori viene visitata da uno stuolo di medici e sottoposta a una moltitudine di esami. Ma non aveva nulla. Indagano anche i Nas

Va bene ambasciatore, si sarà detto, ma una parcella così per una giornata in clinica solo per visite ed esami, non mi sembra proprio appropriata. E così il rappresentante diplomatico della Russia in Italia prende carta e penna e racconta quanto accaduto alla sua consorte.
 
La lettera è indirizzata in primis al presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Roberto Lala e per conoscenza alla stampa. Tutto inizia a fine ottobre con dei forti dolori addominali accusati dalla consorte dell’ambasciatore russo. Su consiglio di conoscenti si rivolgono alla clinica Pio XI (famosa anche per essere stata la location del Medico della Mutua di Alberto Sordi) per sottoporre la signora a visita e accertamenti.
 
I dolori non vengono presi sottogamba e inizia un tour impegnativo di visite e controlli. Alla fine la signora viene dimessa. Sta bene, nessun problema particolare segnalato. E poi il conto: 18mila euro per una diagnosi.
 
Un conto che solleva molti dubbi. Sia per alcuni costi unitari che per il numero di esami diagnostici prescritto ed effettuato. Ma erano veramente necessari? Se lo chiede tra l'ironico e il provocatorio lo stesso ambasciatore: "Poiché siamo cittadini russi – scrive il diplomatico russo – non riusciamo a comprendere se sia usuale che per i summenzionati problemi si debba essere sottoposti a tali esami invasivi".
 
Tra tutti i costi, quello che però ha lasciato veramente basito l’ambasciatore è senz’altro la parcella del medico che ha gestito la giornata di degenza. "Va premesso – scrive l’ambasciatore – che non ha diagnosticato alcun male alla mia consorte né ha rilasciato una precisa refertazione sui problemi che aveva sottoposto alla sua attenzione durante la visita”. “Vorrei sapere – scrive ancora – se è normale che per un controllo di un giorno si debba pagare a un medico 5mila euro più 400 per la prima visita e al suo assistente 2mila euro a titolo, per il primo, di visita medica specialistica, impostazione diagnostica, impostazione terapeutica, assistenza in degenza, e per il secondo di assistenza in degenza".
 
Per il resto la fattura infila uno dietro l’altro i costi per il pagamento dei tanti specialisti coinvolti e dei tantissimi esami fatti. E la clinica ha fatto comunque sapere di non essere direttamente responsabile dei singoli importi fatturati, che sarebbero il risultato degli addebiti che i singoli professionisti coinvolti avrebbero fatturato a loro volta alla clinica stessa che, di "suo", avrebbe fatturato solo il solo costo della degenza.
 
Venuta a conoscenza l’accaduto si è attivata anche il ministro Lorenzin che ha inviato i Nas alla clinica per un’ispezione. E l'Ordine dei medici, destinatario della missiva, può fare qualcosa? "L'Ordine – ha spiegato all'Adn Kronos Roberto Lala – non può più sottoporre a procedimenti disciplinari i camici bianchi che chiedono parcelle salate e non congrue ai pazienti seguiti privatamente. Le norme sono cambiate da anni e non esistono tariffari di riferimento".

18 Gennaio 2015

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