Mpox non è più un’emergenza sanitaria di interesse internazionale (Pheic). Lo ha decreto l’Organizzazione mondiale della sanità. “Più di 1 anno fa – ha ricordato il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il consueto briefing con la stampa – avevo dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale per la diffusione del virus in Africa, su consiglio di un Comitato di emergenza convocato ai sensi del Regolamento sanitario internazionale. Da allora, il Comitato di emergenza si è riunito ogni 3 mesi per valutare l’epidemia”. Gli esperti si sono riuniti di nuovo ieri e “mi hanno comunicato che, a loro avviso, la situazione non rappresenta più un’emergenza sanitaria internazionale. Ho accettato questo consiglio”.
Questa decisione, ha spiegato il Dg Oms, “si basa sul calo costante dei casi e dei decessi nella Repubblica democratica del Congo e in altri Paesi colpiti, tra cui Burundi, Sierra Leone e Uganda. Abbiamo anche una migliore comprensione dei fattori di trasmissione, dei fattori di rischio per la gravità e i Paesi più colpiti hanno sviluppato una capacità di risposta sostenuta. Naturalmente, revocare la dichiarazione di emergenza non significa che la minaccia sia cessata, né che la nostra risposta si fermerà”. E, ha aggiunto Tedros, “prendiamo atto della decisione dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie dell’Africa, secondo cui Mpox rimane un’emergenza continentale”.
Il Dg ha voluto ricordare che “permane la possibilità di ulteriori focolai e nuove epidemie, che richiedono un’adeguata sorveglianza e capacità di risposta. Sono necessari sforzi continui per proteggere i gruppi più vulnerabili, in particolare i bambini piccoli e le persone affette da Hiv. L’Oms, Africa Cdc e altri partner hanno mantenuto una risposta coordinata, supportando i Paesi nella riduzione della trasmissione, nella lotta allo stigma e nell’ampliamento dell’accesso a test, cure e vaccinazioni. Sono stati promessi quasi 6 milioni di vaccini, sono state consegnate più di 3 milioni di dosi a 12 Paesi e sono state somministrate poco meno di 1 milione di dosi”.
“Abbiamo fatto molti progressi – ha concluso Tedros – ma dobbiamo ancora affrontare sfide significative; i cladi di Mpox continuano a circolare; la sorveglianza e l’accesso alla diagnostica rimangono frammentati; le capacità di risposta sono messe a dura prova dai finanziamenti limitati; e il coinvolgimento della comunità richiede investimenti sostenuti e il coordinamento dei partner locali. L’Oms e i partner stanno lavorando per mitigare questi rischi e sostenere i Paesi. Tuttavia, sono ancora necessarie risorse finanziarie per sostenere questo lavoro. Le raccomandazioni permanenti su Mpox sono state prorogate di un altro anno, fino ad agosto 2026, per supportare gli Stati membri in tutto il mondo. Ho anche esteso l’elenco di uso di emergenza per i vaccini e la diagnostica per il virus”.