Il management delle Asl è già cambiato

Il management delle Asl è già cambiato

Il management delle Asl è già cambiato
A commento di quanto scritto dal prof. Gianfrate penso vada sottolineato che i manager sanitari, soprattutto a seguito dei Piani di rientro, hanno dovuto gestire un comparto difficile e il raggiungimento degli obiettivi imposti dai vari Piani ha dimostrato che la scelta è ricaduta prevalentemente sui migliori

Solo un commento, assolutamente non polemico, rispetto all’articolo apparso su QS a firma del professor Gianfrate dal titolo “La politica e i DG delle Asl. Stavolta cambierà qualcosa?” con un particolare riferimento alle passate selezioni che premierebbero “gli amici degli amici”.
 
Tutte le politiche sanitarie indicano che, per vincere la sfida della sostenibilità, il sistema ha un crescente bisogno di valorizzare le competenze manageriali che si esprimono sul piano dell’innovazione organizzativa, della pianificazione della continuità assistenziale, della capacità di rispondere ai nuovi bisogni della popolazione. Puntare sulla qualità del management oggi costituisce non solo una scelta vincente sul piano del miglioramento della qualità delle performance e dell’organizzazione, ma anche un investimento sul piano economico e dell’efficienza.
 
Dal nostro osservatorio, certamente privilegiato, osservo che in questo senso il management delle aziende sanitarie è già cambiato proprio a seguito delle necessità di alcune Regioni di “governare” in regime di Piani di rientro. I manager hanno dovuto gestire, per anni, un comparto difficile e, il raggiungimento degli obiettivi imposti dai vari Piani, ha dimostrato che la scelta è ricaduta prevalentemente sui migliori.
 
Difendo soprattutto, ma non solo, la dirigenza apicale (direttori generali, sanitari ed amministrativi) delle Regioni sottoposte a Piano di rientro perché spesso hanno rinunciato a retribuzioni ben più cospicue per rispondere ad una chiamata al servizio della collettività. Provo a fare esempi concreti per spiegare meglio il senso; la dirigenza apicale del Ministero della Salute (1600 dipendenti in tutto) ha una retribuzione media di circa 240 mila euro, i capi dipartimento delle aziende sanitarie possono sfiorare i 200 mila, mentre i direttori generali (spesso ex capi dipartimento considerati all’altezza e che governano dai 1000 ai 14.000 dipendenti), siglano contratti da direttore generale da 124 mila euro lordi, ed i direttori amministrativi e sanitari del 20% in meno (come recita la legge 502/92 – e da allora le retribuzioni, solo per i vertici apicali, non sono mai cambiate).
 
Concordo invece pienamente sul fatto che è da approfondire e discutere la questione della monocraticità del Direttore Generale, tenendo ben presente l’importanza del confine che sussiste tra politiche sociali, a carattere sanitario, e politiche strettamente sanitarie: il territorio si governa bene se si governano insieme queste due facce della stessa medaglia. Questa è la vera sfida della nuova governance, valutando doverosamente risultati e obiettivi.
 
Non dimentichiamo infatti che, nonostante gli ultimi dati OCSE abbiamo posizionato l’Italia dal secondo al quarto posto per qualità delle prestazioni, gli ultimi dati EUROSTAT 2013 indicano che la spesa sanitaria italiana è la più bassa d’Europa e il nostro paese è primo nella classifica rispetto alle aspettative di vita.
 
Enzo Chilelli
Direttore Generale, Federsanità ANCI

Enzo Chilelli

21 Giugno 2014

© Riproduzione riservata

Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico
Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico

Cinque le misure concrete, volte a rafforzare e valorizzare il ruolo strategico del direttore sanitario che opera nelle aziende ospedaliere e sanitarie italiane, risultato di un percorso avviato un anno...

Continuità, integrazione Ospedale-Territorio e Integrated Care: un approccio multidisciplinare per il futuro della Sanità
Continuità, integrazione Ospedale-Territorio e Integrated Care: un approccio multidisciplinare per il futuro della Sanità

La tematica dell'integrazione tra ospedale e territorio è stata al centro dell'attenzione di Federsanità-Anci negli ultimi 30 anni, eppure permane ancora un elemento critico e sostanzialmente irrisolto nel sistema sanitario...

I 30 anni di Federsanità. D’Alba: “Un sistema più vicino alle persone e ai territori”
I 30 anni di Federsanità. D’Alba: “Un sistema più vicino alle persone e ai territori”

“Federsanità guarda al futuro del sistema sanitario e sociosanitario italiano con una visione ambiziosa e innovativa, attraverso un percorso di riflessione strategica e di futures thinking che guideranno, nei prossimi...

Si apre il Trentennale di Federsanità. Schillaci: “Fondamentale l’integrazione socio sanitaria”. D’Alba: “Serve nuova narrazione della sanità pubblica”
Si apre il Trentennale di Federsanità. Schillaci: “Fondamentale l’integrazione socio sanitaria”. D’Alba: “Serve nuova narrazione della sanità pubblica”

“La celebrazione del trentennale di Federsanità è un’occasione preziosa per riflettere sulla portata dei cambiamenti demografici, epidemiologici e sociali intervenuti in questo trentennio e sulla capacità del sistema sanitario nazionale...