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La guerra dei tamponi alle frontiere UE. Consiglio europeo ribadisce uso Green Pass ma apre a misure più restrittive dei singoli Paesi. Ma Francia e Germania annunciano che non faranno i test per ingresso ai vaccinati europei


A tarda notte di ieri il Consiglio europeo si chiude con una dichiarazione ufficiale che delega la Commissione UE a rivedere le attuali raccomandazioni per i viaggi in Europa "garantendo nel contempo che qualsiasi restrizione sia basata su criteri oggettivi e non comprometta il funzionamento del mercato unico né ostacoli in modo sproporzionato la libera circolazione tra gli Stati membri o i viaggi verso l'UE". Nel vertice europeo ribadito anche l'impegno alla vaccinazione globale con l’impegno a continuare ad “esportare e condividere dosi di vaccino e materiali accessori”. DICHIARAZIONE FINALE.

17 DIC - “Occorre proseguire gli sforzi coordinati per far fronte all'evoluzione della situazione sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili, garantendo nel contempo che qualsiasi restrizione sia basata su criteri oggettivi e non comprometta il funzionamento del mercato unico né ostacoli in modo sproporzionato la libera circolazione tra gli Stati membri o i viaggi verso l'UE. Il Consiglio europeo chiede la rapida adozione della raccomandazione riveduta del Consiglio sulla libera circolazione in sicurezza e della raccomandazione riveduta del Consiglio sui viaggi non essenziali verso l'UE. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di un approccio coordinato in merito alla validità del certificato di vaccinazione COVID digitale dell'UE e prende atto del fatto che la Commissione adotterà un atto delegato al riguardo”, così la dichiarazione finale del Consiglio europeo conclusosi ieri a tarda notte.
 
In sostanza, la delega alla Commissione di rivedere le attuali indicazioni in merito alla libera circolazione tra i Paesi UE sollevata anche dalla decisione di Italia e altri Paesi UE di introdurre l’obbligo di tampone alle frontiere dell’Unione anche per i vaccinati.
 
A chiarire meglio i termini della questione il il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella conferenza stampa al termine del vertice Ue: "Dobbiamo coordinarci perché il certificato Covid sia uno strumento efficiente che funzioni e c'é anche il livello nazionale di responsabilità con misure aggiuntive che sono possibili, ma dobbiamo coordinarci per far sì che ci sia un approccio coerente alla mobilità intra-Ue e in relazione ai Paesi terzi".
 
E quindi il Green Pass resta la via maestra alla mobilità ma ogni Paese potrà prevedere misure più selettive per gli ingressi, se possibile con un maggiore coordinamento rispetto a quanto avvenuto nei giorni scorsi.
 




Ma che del resto le posizioni sui tamponi fossero discordanti lo confermano in nottata sia la Francia che la Germania che, in una conferenza comune tenuta dal presidente Macron e dal neo cancelliere Scholz, hanno convenuto che i loro due Paesi non introdurranno il tampone per i vaccinati possessori di Green Pass.
 
"Non prevediamo di imporre dei test covid in seno all'Ue, perché teniamo al buon funzionamento del nostro spazio comune e perché, dal momento in cui una variante è presente in questo o quel Paese dell'Ue, si diffonde molto rapidamente negli altri”, ha detto il presidente francese che ha aggiunto: “la maggioranza dei movimenti viene fatta dai transfrontalieri che sono esenti da questa misura. Non metteremo dei test Pcr nei confronti di altri Paesi Ue, li imporremo per i Paesi terzi una volta che siano classificati nelle categorie che li richiedono”.
 
“La libertà di movimento in Europa è importante e sulla possibilità di nuove restrizioni stiamo seguendo le orme della Francia”, ha detto il cancelliere tedesco.
 
Quindi per capire bene cosa deciderà la UE in materia bisognerà attendere la nuova raccomandazione richiesta dal Consiglio europeo alla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen.
E proprio quest’ultima ieri ha comunque confermato che sulle modalità d’uso del certificato verde la Commissione predisporrà un atto delegato per assicurare “un approccio comune sulla validità del Certificato Covid digitale e sui richiami vaccinali”.
 
Da quanto anticipato dalla stessa presidente della Commissione, le dosi di richiamo saranno raccomandate “al più tardi dopo 6 mesi” e il Green Pass dovrebbe restare valido in tutto 9 mesi dalla fine del ciclo vaccinale.
 
"I nostri sistemi sono sotto stress – ha detto poi von der Leyen - e in parte ciò è dovuto a chi non è vaccinato e la risposta è aumentare le vaccinazioni per comprendere anche i bambini al di sopra dei cinque anni e favorire i richiami. Ma la buona notizia è che siamo in una posizione migliore rispetto allo scorso anno".
 
La presidente ha poi detto “che i nostri contratti prevedono che i produttori potranno adattare i loro vaccini, se richiesto, in cento giorni e che gli Stati membri hanno concordato di attivare una prima tranche di più di 180 milioni di dosi aggiuntive di vaccini adattati nel nostro terzo contratto con Pfizer-Biontech".
 
Ribadita volontà di raggiungere la vaccinazione globale. Tornando alle conclusioni del Consiglio europeo nella dichiarazione finale si legge anche che: “L'UE è determinata a svolgere il suo ruolo per conseguire una vaccinazione globale” e che “l'UE è il maggiore donatore ed esportatore a livello mondiale”.
 
Con l’impegno a continuare ad “esportare e condividere dosi di vaccino e materiali accessori” e intensificare “il sostegno ai paesi che ne hanno più bisogno, in particolare in Africa, sia continuando a fornire sostegno a COVAX sia su base bilaterale, in cooperazione con i partner”.
 
Il Consiglio ha poi invitato la Commissione UE “a rafforzare ulteriormente il sostegno agli Stati membri e ai paesi terzi, a proseguire il dialogo con le aziende produttrici e a rafforzare il coordinamento con l'Organizzazione mondiale della sanità, con COVAX e con altri partner” e questo “al fine di affrontare le strozzature nella condivisione e nella somministrazione dei vaccini, nonché di rimuovere rapidamente gli ostacoli che impediscono la diffusione globale dei vaccini”.
 
E infine anche un ringraziamento e un elogio a Botswana e Sudafrica “per la vigilanza e la trasparenza nell'individuare, sequenziare e segnalare così rapidamente Omicron, la variante più recente che desta preoccupazione”.

17 dicembre 2021
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