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Più risorse, revisione Titolo V, piano straordinario assunzioni e deducibilità polizze sanitarie. Il piano in 10 punti del Terzo Polo per rilanciare il Ssn


Tre le proposte, l'aumento dell'offerta di prestazioni nel breve periodo (per smaltire le liste entro 1 anno), sovvenzionando l'utilizzo dell'intramoenia per smaltire le liste di attesa per le visite ambulatoriali, affidando alle strutture accreditate gli esami diagnostici, riorganizzando il processo, affinché siano le Asl a pagare le visite in intramoenia e presso le strutture accreditate, senza che i cittadini anticipino le spese. E poi potenziare  il reclutamento dei medici di Pronto Soccorso, vietare i medici a gettone e potenziare l'assistenza domiciliare. LE PROPOSTE

09 MAR -

"Siamo qui oggi per presentare un piano sulla più grande emergenza di questo paese: la sanità. Abbiamo 98 milioni di prestazioni sanitarie in ritardo, mancano 20mila medici e 63mila infermieri e sembra che a nessuno importi nulla. Noi dobbiamo investire ogni euro disponibile del bilancio pubblico su questo perché altrimenti le persone continueranno ad indebitarsi per curarsi e questo è indegno di un paese civile. Oggi presentiamo le nostre proposte come Terzo Polo. Spero che il governo, a cui ho mandato le nostre proposte, sia interessato a discuterle e recepirle. C'è un `tesoretto´ di circa 10 miliardi e noi diciamo: mettiamoli tutti sulla sanità".

Così Carlo Calenda a un'iniziativa del Terzo Polo con Matteo Renzi, ha presentato un piano in 10 punti per il rilancio del Servizio sanitario nazionale.

Questi i 10 punti presenti nel programma del Terzo Polo.

A. Azioni politiche
1. Ridefinizione dei rapporti istituzionali e di governance tra Stato, Regioni e Province autonome (PA) anche nella prospettiva di un’Unione europea della salute e aumento del finanziamento del SSN nei prossimi tre anni insieme ad una razionalizzazione della spesa.

2. Ridefinizione degli obbiettivi di salute nazionali e regionali e conseguente revisione
del sistema dei LEA, dei LEP e degli standard ospedalieri ex DM 70/2015 con
gestione attiva delle liste di attesa.

B. Azioni organizzative
3. Varo di un piano straordinario di assunzioni per il personale sanitario e offerta di adeguate motivazioni agli operatori sanitari garantendo un maggiore livello di professionalità, prospettive di carriera chiare e un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata.
4. Riorganizzazione e regolamentazione del rapporto tra pubblico e privato e costituzione di un’Agenzia Europea per le emergenze di salute pubblica.
5. Riordino delle aziende ospedaliero-universitarie e IRCSS ridisegnando i rapporti tra ricerca, didattica e clinica investendo in ricerca almeno il 3% del fondo sanitario nazionale, con particolare attenzione alla ricerca applicata e al miglioramento del sistema con l’introduzione della “value based medicine”.
6. Istituzione di una Agenzia Nazionale di Sanità Pubblica (ANSP) con status di organo unitario tecnico-scientifico, strutturato a livello nazionale ma con articolazioni regionali, con dipartimenti per aree e servizi, anche per rilanciare il Piano Nazionale per la Prevenzione.

C. Azioni gestionali
7. Monitoraggio dell’applicazione del DM 77/2022 con correzioni delle eventuali criticità emergenti per garantire la continuità assistenziale e l’integrazione attiva tra servizi sanitari e sociali.
8. Attivazione di un Piano Nazionale per la Formazione alla Leadership e al Management per la dirigenza del SSN in collaborazione con le scuole italiane di sanità pubblica e gestione dell’Albo Nazionale dei Direttori Generali con maggior trasparenza e miglior valutazione delle competenze
9. Trasformazione digitale del Servizio Sanitario Nazionale, come previsto dal PNRR, con lo sviluppo di applicativi informatici efficaci per fini epidemiologico-statistici e amministrativi e per le attività cliniche (telemedicina e intelligenza artificiale).
10. Monitoraggio dell’applicazione del PNRR rispetto all’ammodernamento logistico, tecnologico e edilizio delle strutture sanitarie per garantire l’umanizzazione delle cure, la sicurezza delle pratiche e il contenimento delle infezioni correlate all’assistenza.

Più nel dettaglio per quanto riguarda lo smaltimento delle liste d'attesa si spiega: "Nel 2050 gli over 65 saranno il 35,9 percento della popolazione italiana, con un rapporto tra giovani e anziani di 1 a 3 e conseguente aumento medio delle malattie croniche e costi maggiori per il SSN. Il 60 percento delle strutture ospedaliere ha più di quarant’anni e la metà è di dimensioni troppo piccole. Nel 2024 la quota di finanziamento della sanità in rapporto al Pil sarà pari al 6,4 percento, minore rispetto alla quota pre-Covid. Nel 2021 la spesa pro-capite in sanità in Italia è stata pari a 2.856 euro, molto minore rispetto a Germania (5.944 euro), Francia (4.355 euro), e alla media Ocse (3.771 euro). I ritardi nelle liste di attesa, tra i 3 ai 24 mesi, stanno danneggiando la salute e comportando maggiori costi, con un calo delle nuove diagnosi e delle malattie in stato più avanzato: a causa della pandemia non sono stati effettuati circa 2,5 milioni di screening oncologici".

"Le nostre proposte - si spiega nel documento - aumentare l’offerta di prestazioni nel breve periodo (per smaltire le liste entro 1 anno), a) sovvenzionando l’utilizzo dell’intramoenia per smaltire le liste di attesa per le visite ambulatoriali (costo stimato di 2 miliardi); b) affidando alle strutture accreditate gli esami diagnostici (costo stimato di 7,8 miliardi); e, c) riorganizzando il processo, affinché siano le ASL a pagare le visite in intramoenia e presso le strutture accreditate, senza che i cittadini anticipino le spese; aumentare l’offerta di prestazioni nel medio e lungo periodo (3-5 anni), a) potenziando l’organico delle strutture sanitarie; b) rendendo più attrattivo il SSN; e, c) sviluppando la telemedicina grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR; ridurre la domanda di cure ospedaliere nel medio e lungo periodo, a) rafforzando la medicina territoriale e, b) potenziando le attività di prevenzione. Il finanziamento delle proposte di lungo periodo deve avvenire attraverso un aumento della spesa in sanità: adeguando il finanziamento del SSN al livello degli altri Paesi Ue, si avrebbero a disposizione almeno 21 miliardi di euro in più ogni anno".

Per quanto invece riguarda i pronto soccorso si spiega: "I Pronto Soccorso italiani versano in una condizione critica. Molti medici di urgenza del SSN si sono dimessi negli ultimi anni e mancano attualmente 4.500 medici di emergenza su circa i 12.000 necessari. Le borse per le scuole di specializzazione in questa branca rimangono non assegnate per il 50 percento perché non ci sono abbastanza richieste. Il lavoro è usurante e non viene remunerato adeguatamente. I Pronto Soccorso sono sovraffollati, perché il personale è insufficiente mentre il numero di accessi dei pazienti oltremodo elevato. Il tasso di incidenza di aggressione per gli operatori ospedalieri è estremamente alto (9,3 per 10.000 lavoratori, con il 77 percento dei medici di urgenza che ha dichiarato di aver subito aggressioni)".

Queste le proposte contenute nel documento: "Potenziare il reclutamento dei medici di Pronto Soccorso, a) rendendo più attrattivo il reparto di Pronto Soccorso (aumentando le indennità, riconoscendo il lavoro nei Pronto Soccorso come lavoro usurante, esonerando il personale dai turni notturni dopo una certa età, attribuendo un numero di ferie aggiuntivo e garantendo un’idonea copertura assicurativa) e, b) aumentando qualità e quantità dei medici (vietando i medici a gettone e assumendo i medici specialisti in formazione sin dal primo anno); ridurre gli accessi ai Pronto Soccorso, a) potenziando l’attivazione di gestione domiciliare, la Continuità Assistenziale e la telemedicina, b) introducendo protocolli condivisi con RSA e servizi di consulenza con geriatri per gli accessi non necessari e, c) destinando personale amministrativo a compiti di carattere esecutivo-burocratico; combattere il c.d. “boarding”, ossia l’attesa del paziente di un posto letto in reparto dopo la decisione di ricovero, che per il 50 per cento dei pazienti urgenti è superiore a 9 ore, portando l’attuale numero di posti letto (3,1 per 1.000 abitanti) in linea con la media europea (5 per 1.000 abitanti); istituire un presidio fisso e linee dedicate delle Forze dell’Ordine e telecamere di sorveglianza presso le strutture e nelle sale di attesa dei Pronto Soccorso".



09 marzo 2023
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