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Medici e infermieri. I sindacati incontrano Schillaci: “Senza risposte le proteste proseguiranno”


Sottolineati gli scarsi risultati ottenuti nella bozza di legge di Bilancio. Cimo-Fesmed: “Senza una visione del futuro del SSN le risorse non saranno mai sufficienti, soprattutto se si considera che le Regioni non utilizzano interamente i fondi o li destinano per finalità diverse da quelle previste”. Cgil: “Dal ministro nessuna risposta, rafforzate ragioni sciopero generale”. Anaao: “In assenza di risposte nel segno della riqualificazione del sistema e del lavoro dei suoi professionisti saremo obbligati a ulteriori forme di protesta”.

27 NOV -

Incontro oggi tra i sindacati dei medici e il Ministro della Salute Orazio Schillaci. “Pur apprezzando e riconoscendo l’impegno del Ministro della salute sulle maggiori risorse da assegnare alla voce Indennità di specificità medica e sanitaria, la strada intrapresa per raggiungere l’obiettivo non ci trova d’accordo. Avevamo infatti chiesto che questa voce fosse defiscalizzata e invece ci viene riproposto il suo incremento peraltro modesto quanto incerto che se pure accordato una volta tassato diventerebbe ridicolo. Non comprendiamo affatto la ratio di questa scelta, dal momento che il costo per lo Stato della defiscalizzazione sarebbe minore rispetto all’aumento in busta paga. Se parlassimo di 200€ al mese nette in più, potremmo essere d’accordo, ma dal momento che le risorse a disposizione sono esigue, non possiamo che rifiutare le briciole”. Questo uno dei principali vulnus messo in evidenza dall’Anaao Assomed nell’incontro odierno con il Ministro Schillaci.

L’Anaao ha poi ribadito la necessità di un generale incremento delle risorse economiche finalizzate al contenimento delle fughe dal sistema, fughe che vedono nelle scadenti condizioni di lavoro e nei bassi salari le due cause principali dell’esodo.

“Il perdurare di un blocco delle assunzioni, che colpisce più duramente i sanitari turnisti, la scarsa attenzione alla depenalizzazione dell’atto medico e la mancanza di chiarezza sull’integrazione dei medici in formazione e specialistica confermano – afferma Flavio Civitelli Vice Segretario Nazionale Vicario dell’Associazione – un atteggiamento di scarsa attenzione e interesse verso la salute che rappresenta la prima preoccupazione degli italiani ma, a quanto pare, l’ultima tra quelle del Governo”.

“In assenza di risposte nel segno della riqualificazione del sistema e del lavoro dei suoi professionisti saremo obbligati a ulteriori forme di protesta”.


Il Presidente della Cimo-Fesmed Guido Quici ha sottolineato gli scarsi risultati ottenuti nella bozza di legge di Bilancio: l’abolizione del tetto alla spesa per il personale è del tutto assente, così come risultano non pervenuti il piano straordinario di assunzioni e la defiscalizzazione dell’indennità di specificità medica, mentre le risorse da destinare al Fondo sanitario nazionale sono diluite in più anni, come se la crisi della sanità pubblica potesse essere risolta a rate.

È stata anche evidenziata la carenza di una visione generale del futuro del Servizio sanitario nazionale, senza la quale le risorse stanziate non saranno mai sufficienti, soprattutto se si considera che le Regioni non utilizzano interamente i fondi che hanno a disposizione o li destinano per finalità diverse da quelle previste. A tal proposito, la Federazione CIMO-FESMED vorrebbe conoscere i risultati del tavolo di lavoro sulla riforma della rete ospedaliera e della sanità territoriale (DM 70 e DM 77), a cui sedevano anche i sindacati ma di cui non si hanno più tracce.

Quici ha inoltre richiesto l’emanazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare la trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti medici 2022-2024 e lo sblocco della contrattazione per i medici dipendenti delle strutture sanitarie private accreditate afferenti all’AIOP, che attendono da quasi 20 anni il nuovo CCNL e che hanno proclamato uno sciopero nazionale per il prossimo 4 dicembre.

“Chiediamo al Ministro Schillaci di farsi portavoce del nostro disagio presso il Ministero dell’Economia e delle Regioni. Noi assicuriamo il nostro contributo rappresentando le criticità e le necessità che ci segnalano medici da tutta Italia, ma pretendiamo di essere ascoltati e non presi in giro”.

“Nel corso dell’incontro convocato dal Ministro della salute che si è svolto stamane abbiamo confermato il giudizio negativo della nostra organizzazione sull’impianto della legge di bilancio, in particolare sul capitolo Salute, sia per la parte generale che per quanto riguarda le misure relative al personale pubblico e privato, del comparto come della dirigenza”. Hanno detto il Segretario nazionale Fp Cgil Michele Vannini e il Segretario nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN Andrea Filippi al termine dell’incontro con il ministro Schillaci.

“Abbiamo sottolineato come, al di là della propaganda, sia evidente come il disegno di legge di bilancio 2025 non metta al centro né il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale né tanto meno un adeguato riconoscimento per chi lavora in sanità. Abbiamo chiesto, quindi, di modificare le priorità della legge, mettendo a disposizione da subito risorse aggiuntive per consentire di chiudere il contratto 22/24 del comparto che al momento dispone di quantità del tutto insufficienti per impedire che si riduca il potere d’acquisto reale delle retribuzioni dei sanitari e per garantire migliori condizioni di lavoro, sollecitando altresì l’emanazione dell’atto di indirizzo per il contratto della dirigenza”.

“Abbiamo chiesto – hanno proseguito Vannini e Filippi - l’eliminazione dei vincoli che impediscono la contrattazione di secondo livello e la messa in opera di quel piano straordinario di assunzioni che rivendichiamo da tempo e di cui, solo poche ore prima della pubblicazione del disegno di legge, lo stesso Ministro affermava l’assoluta necessità. Abbiamo chiesto che le risorse ingenti che questa legge di bilancio si prepara a destinare all’incremento del finanziamento della sanità privata non si riducano all’ennesima sovvenzione a fondo perduto, ma siano vincolate in quota parte al rinnovo dei contratti per le lavoratrici e i lavoratori che in quelle strutture operano, con contratti in qualche caso scaduti da più anni. Abbiamo chiesto, infine, di porre fine alla discriminazione che la normativa attuale pone a danno della professione ostetrica prevedendo l’equiparazione della loro indennità a quella della professione infermieristica, così come di sanare la sperequazione prevista dal disegno di legge a danno dei dirigenti sanitari non medici in merito al finanziamento della loro indennità di specificità”.

“Il Ministro, che non ha presenziato a tutto l’incontro e che non ha concluso la riunione, non ha sostanzialmente introdotto alcuna novità sul capitolo sanità. Quindi – hanno osservato - non capiamo le ragioni di questa convocazione, forse per accontentare qualche richiesta fatta da altre organizzazioni che evidentemente si accontentano di dire che hanno fatto una riunione senza che si produca nessun cambiamento”.

Secondo Vannini e Filippi, “a chiusura di un incontro in cui le voci critiche, anche se con accenti diversi, hanno prevalso sugli apprezzamenti nei confronti dei provvedimenti in discussione, il rappresentante del ministero ha sostanzialmente ammesso di non avere margini per poter intervenire sui saldi che riguardano la sanità, affermando di poter limitare la propria azione a un emendamento che, a saldi invariati, corregga un paio di inesattezze contenute nel disegno di legge originale. Confermiamo ancora di più le ragioni che ci hanno portato alla proclamazione dello sciopero generale in programma per il prossimo venerdì 29 novembre”.

"Il Ministro Schillaci conferma che non sono nella sua disponibilità più risorse, necessarie per salvare il Servizio sanitario nazionale, che evidentemente in questa legge di bilancio non è una priorità del Ministero dell'Economia e delle Finanza" dichiara l’Intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria composta da AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari al termine dell'incontro tenutosi oggi presso il Ministero della salute con le OO.SS. della dirigenza e del comparto.

"Ci è stato assicurato che almeno le risorse per l'indennità di specificità, se mai confermate nel 2026, saranno messe in busta paga aumentando la massa salariale, e quindi saranno rivalutate con i prossimi rinnovi contrattuali anche con i conseguenti vantaggi previdenziali, e non verranno invece convertite in una scriteriata defiscalizzazione, che oltre a svuotarne gli effetti previdenziali, aumenterebbe la sperequazione tra dirigenti medici e sanitari che operano tra loro in modo coordinato fianco a fianco nel Servizio sanitario nazionale, e porrebbe ancor più in difficoltà un rinnovo contrattuale le cui trattative partiranno già in salita una volta emanato l’atto di indirizzo, di cui siamo ancora in attesa – continua l'Intersindacale – ma resta il fatto che in Legge di bilancio non sono previste risorse adeguate per finanziare a sufficienza il fondo sanitario nazionale, né per le assunzioni di personale, né per i contratti, e che le risorse extracontrattuali necessarie per valorizzare le specificità professionali sono scarse per il 2025 e rimangono una promessa fino al 2026, per questo la nostra mobilitazione continua con tutte le iniziative di protesta delle Organizzazioni Sindacali che compongono l'intersindacale e con le Assemblee Sindacali Aziendali unitarie in tutto il SSN".

“Grande delusione di fronte all’impossibilità di reperire nuove risorse per sostenere il personale infermieristico più disagiato, ovvero i turnisti che, tra l’altro, sono i più esposti al fenomeno crescente delle dimissioni precoci”. A esprimere il malcontento del Nursind, dopo il tavolo di oggi al ministero della Salute, è il segretario nazionale Andrea Bottega.

“L’aspetto positivo è stato aver riscontrato la disponibilità del governo a lavorare sul piano ordinamentale per valorizzare le professioni sanitarie non mediche, e in particolare quella infermieristica, nel provvedimento che sta prendendo corpo al Ministero. Mentre - continua Bottega - sul fronte della valorizzazione economica l’unica possibilità d’intervento che ci è stata prospettata sarà a partire dai saldi di bilancio delle prossime finanziarie 2026 e 2027. Gli infermieri, dunque, al momento restano a bocca asciutta. Un fatto ancor più grave a fronte della consapevolezza che tutti hanno ormai maturato nel Paese circa la grande emergenza che vive questa categoria”.

Ma al Ministero sono state affrontate anche altre questioni chiave. A cominciare dalla condizione delle ostetriche che reclamano da anni l’indennità di specificità come gli infermieri. Su questo il Nursind è stato chiaro al tavolo: “Se non ci fosse la possibilità di una soluzione normativa – spiega il segretario –, abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere il tema all’interno dell’attuale tavolo contrattuale”.

Non meno importante, infine, il tema dei mancati rinnovi dei Ccnl della sanità privata: “Sono diversi i professionisti che lamentano ritardi anche di 12 anni. Il ministro Schillaci - conclude Bottega – si è impegnato affinché venga inserita una clausola in legge di Bilancio che vincoli il regime di accreditamento in convenzione all’adeguamento dei contratti secondo le scadenze previste”.



27 novembre 2024
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