Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 19 FEBBRAIO 2025
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Covid. Speranza (Pd): “Protocollo tachipirina e vigile attesa? Invenzione dei no vax”. E FdI lo attacca: “Mente senza vergogna e senza pudore”. Facciamo chiarezza

di Giovanni Rodriquez

Se è vero che “Tachipirina e vigile attesa” erano presenti nella circolare ministeriale di novembre 2020, lo è altrettanto il fatto che non erano di certo le uniche raccomandazioni di un testo di 18 pagine nel quale si richiamava non solo ai Fans e alle eparine e corticosteroidi per alcune tipologie di pazienti, ma anche esplicitamente alla possibilità di ricorso ad altri farmaci per il trattamento dei sintomi sulla base del giudizio clinico del medico

04 FEB -

L'ex ministro della Salute, Roberto Speranza, è stato contestato nei giorni scorsi a Villafranca da un gruppo di no vax. Un filmato in particolare è diventato virale, quello in cui Speranza si rivolge così ad un contestatore: “Il protocollo Tachipirina e vigile attesa non esiste, lo avete inventato voi no vax”.

Da qui sono partiti una serie di attacchi all'ex ministro da parte di Fratelli d'Italia che, in un post su X, lo ha accusato di mentire "senza vergogna e senza pudore". A seguire, tra gli altri, il presidente della commissione bicamerale d'inchiesta sull'emergenza Covid, Marco Lisei (FdI), ha scritto: "Si può dire tutto, ma non negare l’evidenza. Nella circolare ministeriale del 30 novembre 2020, le uniche indicazioni per la gestione clinica erano 'Tachipirina e Vigile Attesa'. La Commissione Covid verificherà se erano raccomandazioni utili per il trattamento del Covid, ma sul punto ci sono già molte evidenze scientifiche contrarie. Durante i giorni più drammatici della pandemia, i medici erano soli, con in mano solo questa unica raccomandazione. Poi il Tar del Lazio riconobbe la possibilità di prescrivere liberamente i farmaci ritenuti più adatti secondo scienza e coscienza, Speranza e l’Aifa presentarono ricorso al Consiglio di Stato, opponendosi alla libertà di cura e rifiutando di rivedere protocolli che si erano già dimostrati inefficaci. Sostenere oggi che 'Tachipirina e Vigile Attesa' sia un’invenzione dei no vax è semplicemente falso".

Anche per Alice Buonguerrieri (FdI), componente della commissione d'inchiesta sull'emergenza Covid, "l’ex ministro prova a sottrarsi alle responsabilità facendo il cavilloso: come ha precisato in commissione Covid nel novembre scorso anche il presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, è vero che non era un protocollo, bensì una raccomandazione. Ma possiamo definirla in un modo o nell’altro, resta il fatto che ‘Paracetamolo e vigile attesa’ assurgesse in quella fase a linea direttrice delle autorità, benché sprovvista di evidenze scientifiche. Ricordo che nella cura del Covid diversi studi hanno dimostrato, invece, la bontà delle terapie precoci domiciliari a base di antifiammatori. Speranza la smetta di prendere in giro gli italiani”.

Ma come stanno davvero le cose? Procediamo con ordine, a partire dalla prima circolare del Ministero della Salute sulla gestione domiciliare dei pazienti Covid del 30 novembre 2020. Qui, nella tabella riepilogativa sulle raccomandazioni e decisioni Aifa sui farmaci, troviamo per il trattamento sintomatico per il Covid la 'contestata' Tachipirina, ma anche i Fans che, si spiega, "possono essere utilizzati in caso di febbre o dolori articolari o muscolari (a meno che non esista chiara controindicazione all’uso)". Quindi, rispetto a quanto dichiarato da Buonguerrieri (FdI), si può dire che il trattamento con antinfiammatori era stato raccomandato fin dalla prima circolare ministeriale. Ma non solo.

La parte sulle raccomandazioni per la terapia sintomatica si concludeva così: "Altri farmaci sintomatici potranno essere utilizzati su giudizio clinico". Veniva quindi lasciata una certa libertà ai medici per il trattamento dei singoli pazienti. Questo, non solo per preservare la libertà prescrittiva del medico e adeguare le terapie in base alla storia clinica di ogni paziente, ma anche per la scarse evidenze sul trattamento del Covid esistenti in quel periodo. In altri Paesi europei non ci furono raccomandazioni così diverse dalle nostre.

Tornando alla circolare di novembre 2020, troviamo poi altri farmaci che, si spiegava, "possono essere usati in specifiche fasi della malattia". Tra questi, l’uso dei corticosteroidi veniva raccomandato "nei soggetti ospedalizzati con malattia Covid-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno". Inoltre, "l’uso dei corticosteroidi a domicilio può essere considerato in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, se in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia".

Veniva inoltre richiamato l'uso di eparine. "L’uso delle eparine nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente medico con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità è raccomandato dalle principali linee guida e deve continuare per l’intero periodo dell’immobilità".

Possiamo quindi dire che se è vero che "Tachipirina e vigile attesa" erano presenti nella circolare ministeriale, lo è altrettanto il fatto che non erano di certo le uniche raccomandazioni di un testo di 18 pagine nel quali si richiamava esplicitamente anche al possibile ricorso ad altri farmaci per il trattamento dei sintomi.

E, si badi bene, si parlava di semplice terapia sintomatica e non di cura del Covid. Questo, almeno fino al 26 aprile, quando con una nuova circolare il Ministero della Salute aggiornò le raccomandazioni per la gestione domiciliare dei pazienti Covid. Qui, per la prima volta, troviamo le prime vere cure per il Covid con la raccomandazione a "valutare nei pazienti a rischio di progressione di malattia, la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione". Gli anticorpi monoclonali bamlanivimab/etesevimab, e imdevimab/casirivimab erano infatti stati resi disponibili mediante il Decreto Ministeriale del 6 febbraio 2021 ai sensi del DL 219/2006.

Nell'aggiornamento si spiegava inoltre che "l’uso dei corticosteroidi a domicilio può essere considerato nei pazienti che presentano fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia e qualora non sia possibile nell’immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere".

Quindi, dopo l'accoglimento del ricorso presentato da Ministero della Salute ed Aifa da parte del Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lazio che aveva annullato la circolare ministeriale, restarono in vigore le raccomandazioni di aprile 2021 che non si limitava al richiamo a "Tachipirina e vigile attesa", ma contemplavano anche il ricorso ai Fans, agli anticorpi monoclonali, eparine e corticosteroidi per alcune tipologie di pazienti, nonché al possibile utilizzo di "altri farmaci" in base al giudizio clinico del medico.

Continuare ancora nel 2025 a parlare di "Tachipirina e vigile attesa" risulta essere, se non un richiamo a slogan da no vax, quantomeno fuorviante rispetto al contenuto di documenti pubblici, protocollati e facilmente consultabili.

Giovanni Rodriquez



04 febbraio 2025
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy