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Cure palliative. Vargiu (Sc) a Lorenzin: “Grave loro assenza tra discipline ospedaliere. Si rivedano standard ospedalieri”


È quanto chiede in un’interrogazione al ministro della Salute il presidente della commissione Affari Sociali. Quanto previsto negli standard ospedalieri “esclude infatti le cure palliative dalle discipline ospedaliere, non si configura una rete ospedaliera specifica e non si contempla un distinta professionalità per i terapisti del dolore e i pallatiavisti”.

21 LUG - “Il Decreto del Ministero della Salute del 2 aprile 2015, n. 70 ‘Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 127 del 4 giugno 2015 disattende parzialmente sia la legge n. 38/2010 che la successiva applicazione stabilita dalla conferenza Stato/Regioni del 25 luglio 2012. Tale decreto infatti esclude le cure palliative dalle discipline ospedaliere, non ne configura una rete ospedaliera specifica e non contempla un distinta professionalità per i terapisti del dolore e i pallatiavisti. In particolare, il paragrafo 3.1 della tabella di cui all’allegato 1 del D.M. 70/2015 relativa agli ‘Standard minimi e massimi di strutture per singola disciplina’ non menziona la disciplina delle cure palliative. Il paragrafo 8.1.1. oltre a non includere la rete di cure palliative nell’elenco delle reti ospedaliere, accenna appena alla palliazione, peraltro solo all’interno dell’ambito oncologico, senza mai menzionare l’intero ambito non oncologico”. Così il presidente della commissione Affari Sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu (Sc), in un’interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affronta il tema delle cure palliative e del loro mancato riconoscimento all’interno del nuovo regolamento sugli standard ospedalieri.

“La legge 38/2010 aveva previsto e disciplinato l’ambito delle cure palliative non confinandolo alla sola salvaguardia della qualità della vita nella sua fase terminale, ma estendendolo ad ogni fase di malattia altamente sintomatica, ovvero alla cura del sintomo che genera sofferenza, al di là della possibilità o meno del trattamento della malattia di base che lo ha generato - spiega Vargiu -. In questo senso, le cure palliative ospedaliere costituivano la centralità dell’intera rete di CP, sottoforma di consulenze nei vari reparti (anche di pronto soccorso) e negli ambulatori (‘servizi senza posti letto’). L’ambulatorio di cure palliative rappresenta infatti la sede ove il paziente ancora autonomo viene inviato dopo la dimissione dall’ospedale per il controllo e il monitoraggio delle terapie antalgiche e sintomatologiche intraprese che spesso lo accompagnano in maniera altalenante nelle varie fasi della malattia (oncologica e non). Qualora il paziente si aggravi e non sia più in grado di accedere autonomamente all’ambulatorio, la struttura ospedaliera attiva l’assistenza domiciliare o quella residenziale (hospice)”.

I nuovi standard ospedalieri, però, a parere del presidente della XII commissione di Montecitorio, rischiano di compromettere tutto ciò, “contravvenendo in tal modo alla ratio della legge 38/2010 e vanificando parte del cammino sin qui fatto dal legislatore, volto a garantire a tutti i pazienti sofferenti il diritto alle cure palliative in ogni fase di malattia gravemente sintomatica nell’ambito di tutti i setting di cura: ospedali, ambulatori e consulenze”.

Da tutto questo sono scaturite forti contrarietà da parte degli addetti ai lavori e dei pallatiavisti in particolare, così come di una parte del mondo accademico, anestesiologico ed oncologico. Da tale contrarietà, in particolare, è nato anche un “Appello per la presenza delle cure palliative in tutti setting di cura” sottoscritto, tra gli altri, da Umberto Veronesi dell’Istituto Europeo di Oncologia e da Martin Langer dell’Istituto Nazionale dei Tumori, nel quale si chiede al ministro: “Se non valuti opportuna una revisione del “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” di cui al D.M. 70/2015 nel senso di includere esplicitamente nei suddetti standard ospedalieri le cure palliative, valorizzandone tutti i setting di cura e prevedendo una distinta professionalità per i terapisti del dolore ed i pallatiavisti”.

21 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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