Conferenza della Repubblica. Il Cdm vara il provvedimento

Conferenza della Repubblica. Il Cdm vara il provvedimento

Conferenza della Repubblica. Il Cdm vara il provvedimento
Il Consiglio dei ministri appena concluso ha approvato in via definitiva il ddl delega per l’istituzione della Conferenza della Repubblica che sostituirà la Stato Regioni e l’Unificata.

Via libera definitivo al ddl delega del ministro Fitto per l’istituzione della Conferenza della Repubblica che diventerà l’organismo unico di concertazione tra Governo centrale, Regioni, Enti locali e città metropolitane.
Il sì del Cdm viene dopo il parere favorevole della Conferenza unificata del 26 maggio scorso.
 

Ecco come sarà la Conferenza della Repubblica
Lo schema di legge delega è molto sintetico e rinvia a successivi decreti attuativi che dovranno tutti essere sottoposti al parere della Conferenza Unifica, del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti. L’attuale testo, dunque, indica solo principi e criteri che dovranno poi essere concretamente sviluppati.
La nuova Conferenza della Repubblica “sostituisce” le attuali Conferenza Stato Regioni, Conferenza Stato Città e Conferenza Unificata e si articola in due sezioni: “Sezione Stato Regioni” e “Sezione Stato e autonomie locali”.
La Conferenza e le due Sezioni sono presiedute dal presidente del Consiglio.
I futuri decreti dovranno disciplinare le modalità di votazione delle sedute e anche, si legge nello schema, “i casi di mancata partecipazione ovvero di astensione alla votazione alle sedute della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni, secondo criteri di semplificazione e di celerità, stabilendo la validità della votazione sulla base dei presenti”, definire la cadenza delle riunioni, stabilire “termini perentori” per l’acquisizione dell’assenso delle autonomie regionali e locali sui provvedimenti del Governo.
 
I dubbi sui nuovi poteri sostitutivi
Nei decreti attuativi dovrà inoltre essere definita la tipologia degli atti adottati dalla Conferenza, e anche le modalità con le quali le Regioni dovranno adottare “atti normativi o amministrativi di recepimento delle intese (…) e degli accordi entro termini perentori”, trascorsi i quali il Governo eserciterà il potere sostitutivo, sulla base dell’articolo 120 della Costituzione. È verosimile che su questo punto, al momento della stesura dei decreti, ci sarà da discutere, anche perché il dettato costituzionale ipotizza il ricorso ai poteri sostitutivi solo “nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”.
I lavori della Conferenza saranno preparati attraverso Commissioni politiche divise per settore ed è prevista anche la creazione di gruppi di lavoro per approfondire specifiche tematiche.
I lavori della Conferenza e delle Sezioni dovranno essere resi noti alle amministrazioni locali e, attraverso una relazione annuale, al Parlamento.
La creazione della Conferenza della Repubblica, con tutte le previste articolazioni in sezioni, commissioni e gruppi di lavoro, dovrebbe anche portare alla soppressione di “comitati, organismi, commissioni e organi omologhi già istituiti all’interno delle amministrazioni” ad eccezione di quelli creati con la legge sul federalismo fiscale.
 

09 Giugno 2011

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