Nonostante una legge del 2010 garantisca a tutti i cittadini il diritto a non soffrire, in Italia le cure palliative e la terapia del dolore restano un privilegio per pochi. Ora, una risoluzione bipartisan approvata in Commissione Affari Sociali alla Camera chiede al Governo di colmare questo divario, portando finalmente sollievo a migliaia di pazienti.
La Commissione XII della Camera (Affari Sociali) ha approvato una risoluzione, a prima firma del deputato Luciano Ciocchetti (FdI), che impegna il Governo a rendere finalmente operative e accessibili a tutti le cure palliative e la terapia del dolore, come previsto dalla legge n. 38 del 2010. Un provvedimento che punta a tradurre in fatti un diritto ancora troppo spesso negato.
La risoluzione, che raccoglie consensi trasversali, parte da un dato allarmante: a distanza di 15 anni dalla sua introduzione, la legge 38/2010 – che garantisce il diritto a non soffrire e l’accesso a cure palliative e terapia del dolore – non è ancora pienamente attuata. Le cure palliative, in particolare, sono spesso relegate al solo contesto di fine vita (domicilio o hospice) e risultano carenti o addirittura assenti all’interno degli ospedali.
Per colmare questo vuoto, la risoluzione impegna il Governo su otto fronti principali:
- Potenziamento in ospedale: Istituire servizi di cure palliative intraospedalieri su tutto il territorio nazionale, con équipe specializzate che possano fornire consulenze in reparto, in pronto soccorso e negli ambulatori.
- Rafforzamento delle reti: Potenziare le Reti di Terapia del Dolore, verificarne l’effettiva attuazione e prevedere percorsi diagnostico-terapeutici dedicati (PDTA-Dolore).
- Integrazione dei servizi: Favorire sinergie e, dove possibile, unificare le unità operative di terapia del dolore e cure palliative per ottimizzare risorse e personale.
- Formazione universitaria e post-universitaria: Integrare maggiormente la terapia del dolore nei percorsi di studio e nelle scuole di specializzazione del personale sanitario.
- Collaborazione precoce: Promuovere la collaborazione tra équipe palliative e reparti specialistici ospedalieri (in particolare oncologici) per attuare programmi di simultaneous care, che migliorano la qualità della vita fin dalle prime fasi della malattia.
- Formazione continua: Sviluppare percorsi formativi per tutto il personale sanitario (medico, infermieristico e delle altre professioni) per garantire competenze multidisciplinari adeguate.
- Informazione e prevenzione: Promuovere campagne di sensibilizzazione nazionale sul dolore cronico, coinvolgendo associazioni di pazienti e società scientifiche.
- Monitoraggio: Presentare con regolarità al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della legge 38/2010.
La risoluzione sottolinea come l’assenza delle cure palliative tra le discipline ospedaliere privi i pazienti di cure adeguate nei momenti di massima complessità clinica, come le emergenze sintomatologiche. L’integrazione di queste cure negli ospedali, anche come “discipline senza posti letto”, è ritenuta fondamentale per una gestione umana ed efficace della sofferenza, oltre che per ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso e contenere i costi sanitari.
Il testo, ora, passa all’esame del Governo, che è chiamato a tradurre questi impegni in azioni concrete, finalmente all’altezza di una legge pionieristica che, nonostante il tempo trascorso, attende ancora di essere completamente realizzata.