Ema a Milano. Gentiloni: “Abbiamo buone carte da giocare. Il nostro pressing diplomatico è notevole”. Ma la strada è in salita

Ema a Milano. Gentiloni: “Abbiamo buone carte da giocare. Il nostro pressing diplomatico è notevole”. Ma la strada è in salita

Ema a Milano. Gentiloni: “Abbiamo buone carte da giocare. Il nostro pressing diplomatico è notevole”. Ma la strada è in salita
Come aveva annunciato nel suo intervento alla Camera alla vigilia del Consiglio europeo il premier ha confermato che a Bruxelles si è parlato di Ema, anche se più negli incontri riservati che nelle sedi ufficiali. Per il premier Milano è forte non solo per la location e i servizi della città ma anche per la forza della nostra industria del farmaco e dell'Aifa. Ma su come andrà a finire non è ancora trapelato nulla. La nostra candidatura resta forte ma l'esito della trattativa è ancora molto incerto.

"Milano ha delle buone carte da giocare e ne esce bene, perché ci hanno lavorato tutti, governo, Salute, Farnesina, dopodiché ci sarà la votazione. Noi stiamo facendo un pressing diplomatico notevole. Anche perché la nostra industria farmaceutica ha una sua forza. L'agenzia italiana del farmaco ha una sua qualità riconosciuta internazionalmente".
 
Così il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio europeo che si è svolto a Bruxelles il 19 e 20 ottobre.
 
“Se guardiamo agli assessment della commissione che ha fatto una valutazione ufficiale e se guardiamo a quello reso noto dalla stessa Agenzia del farmaco di Londra, emerge con chiarezza che Milano è tra le città preferite”, ha detto Gentiloni.
 
“Dopodiché – ha aggiunto – ci sarà la votazione. Una votazione segreta, tipo quella che si fa per le Olimpiadi, dove ogni Paese ha un suo pacchetto di voti. Noi stiamo facendo un pressing diplomatico notevole e quello  che ci fa pensare che Milano abbia buone carte da giocare, oltre alle buone valutazioni ricevute su location, servizi, eccetera, è la forza della nostra industria farmaceutica (è la seconda dopo la Germania in Europa) e della nostra agenzia del farmaco che ha una sua forza e qualità universalmente riconosciute”.
 
“Una parte di questa partita diplomatica – ha aggiunto il premier –  si sta anche giocando nella disponibilità di istituzioni come l’agenzia del farmaco di fare intese con altre agenzie del farmaco nazionali che possono essere incoraggiate da questo punto di vista. Ma resta una competizione e sappiamo che tra i 19 candidati, oltre a Milano ce ne sono altri altrettanto forti. Ma non mi affiderei alle voci di corridoio che circolano in questi giorni. Nulla è ancora deciso”.
 
Ma come lo stesso Gentiloni ha ammesso, della questione si è parlato poco nelle sedi ufficiali e molto negli incontri a margine, dei quali però non ha rivelato nulla.
 
Dalle parole del premier traspare comunque la forte determinazione italiana a portare avanti la candidatura di Milano ma è chiaro che i giochi non sono ancora chiusi e che le chance italiane ci sono. Anche se forse non così forti da poterci dire certi della vittoria.
 
 

21 Ottobre 2017

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