Il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) 2025-2030 entra nella sua fase decisiva. Con una nota inviata ieri alla Conferenza Stato-Regioni, il Ministero della Salute ha trasmesso la terza versione del documento, aggiornata alla luce del confronto istituzionale e pronta ora per l’esame politico-tecnico. Un passaggio chiave, che arriva dopo il lavoro del Tavolo tecnico istituito nell’aprile 2023 e che integra nel testo alcune novità rilevanti sul piano organizzativo, clinico e normativo della salute mentale.
Le principali novità:
- Integrazione strutturale del modello dipartimentale
Una delle innovazioni più rilevanti è la definizione chiara del Dipartimento a matrice integrato e inclusivo, considerato il modello organizzativo più idoneo per garantire continuità assistenziale, multidisciplinarietà e presa in carico centrata sulla persona. Il documento specifica che il dipartimento deve “assicurare la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione con al centro la persona”, integrando servizi territoriali, ospedalieri e contesti sociali.
- Integrazione salute mentale – dipendenze
Il testo sottolinea la necessità di superare la storica separazione organizzativa fra salute mentale e dipendenze patologiche, indicando nelle equipe multiprofessionali e nei PDTA condivisi lo strumento operativo principale. Si tratta di una risposta diretta ai crescenti bisogni clinici, soprattutto nella fascia giovanile.
- Stop alla contenzione meccanica
Una novità di forte impatto è l’inserimento dell’Accordo Stato-Regioni del 23 ottobre 2025 dedicato al “superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale” (Rep. atti n. 174/CSR). L’accordo, ora recepito nel Piano, stabilisce strategie nazionali per la prevenzione delle pratiche coercitive, in linea con gli standard internazionali per i diritti umani e la qualità dell’assistenza.
- Telemedicina, innovazione tecnologica e DM 77
La terza versione dedica un intero approfondimento alla telemedicina, richiamando l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 17 dicembre 2020 e prevedendo un uso strutturale dei servizi digitali nella psichiatria territoriale, dalla televisita alla teleconsultazione fino alla gestione delle emergenze, in coerenza con i modelli del DM 77/2022.
- Rafforzamento dei quattro livelli assistenziali
Il testo consolida e precisa il modello dei quattro livelli di intensità/complessità che caratterizzano l’assistenza in salute mentale:
- consultazione e presa in carico primaria nelle Case di Comunità,
- presa in carico per episodi acuti o percorsi di lungo termine presso CSM, NPIA e SerD,
- assistenza specialistica ospedaliera e residenziale,
- reti di area vasta e servizi sovrazonali (inclusi REMS e centri per disturbi alimentari).
- REMS, misure di sicurezza e liste d’attesa
Viene ribadito il quadro aggiornato sulle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), già ridefinito nel precedente Accordo CU 188/2022, ma ora ulteriormente integrato con riferimenti alla sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2022, che chiede l’intervento del legislatore sulla riserva di legge della materia.
Il documento conferma inoltre:
- gestione unica regionale delle liste di attesa,
- definizione dei criteri di priorità,
- PTRI obbligatorio per ogni paziente entro 45 giorni.
- Potenziamento dei servizi territoriali e prevenzione
Un intero capitolo è dedicato alle azioni di prevenzione, con particolare attenzione a:
- rischio psicopatologico giovanile,
- determinanti sociali (povertà relazionale, solitudine, stili di vita),
- salute mentale in carcere,
- prevenzione del suicidio.
- Formazione obbligatoria e sicurezza nei luoghi di cura
Nel capitolo dedicato al risk management, il PANSM definisce:
- programmi obbligatori di formazione e de-escalation per gli operatori,
- indicazioni per l’adeguamento strutturale dei reparti con interventi tecnologici (videocamere, allarmi, dispositivi anti-intrusione).
Il ruolo del monitoraggio nazionale
La terza versione chiarisce ulteriormente che il monitoraggio dell’attuazione del PANSM sarà affidato alla Commissione Salute, alle Direzioni tecniche del Ministero e al Tavolo tecnico sulla Salute Mentale, con verifiche sul recepimento regionale degli obiettivi nazionali.