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Fascicolo Sanitario Elettronico, presentato al Cnel il progetto della Sanità Militare


Un modello che potrebbe essere espostato anche nella società civile. L'obiettivo è quello di dare sicurezza ai cittadini italiani insieme alla possibilità, quando si recano in ospedale, di avere a disposizione la loro cartella elettronica senza dover portare con sé carte e fotocopie di cartelle cliniche. Questo permetterà di intervenire in caso di urgenza ma anche di conoscere i dati sanitari che potranno indirizzare lo Stato verso campagne di prevenzione per i vari tipi di malattia.

19 OTT -

Presentato al Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) il Fascicolo Sanitario Elettronico sviluppato dalla Sanità Militare. Una tecnologia che potrebbe risultare estremamente utile anche in ambito civile, date le sue possibili applicazioni nel Servizio sanitario italiano. 

Al convegno “Il fascicolo sanitario elettronico: aspetti di sinergia tra la Sanità Militare e la Sanità Civile”, moderato da Francesco Riva (Consigliere Cnel), sono intervenuti Tiziano Treu (Presidente CNEL), Mauro Nori (Segretario Generale Cnel), Nicola Sebastiani (Tenente Generale Ispettore Generale della Sanità Militare, Stato Maggiore della Difesa), Stefano Palomba (Colonnello Ispettorato Generale della Sanità Militare), Roberto Basili (Università Tor Vergata), Giuseppe Celeste (ingegnere e ricercatore Cnr) e Massimo Mancini (ingegnere Enterprise TIM).

“Abbiamo ospitato al Cnel la realizzazione del progetto, da parte della Sanità Militare, del Fascicolo Sanitario – ha spiegato Mauro Nori, Segretario Generale Cnel –. Credo che sia un evento molto importante perché abbiamo avuto modo di sperimentare come sia elemento fondamentale conoscere le informazioni sanitarie, soprattutto a due anni dall’inizio della pandemia. Credo che sia un'eccellenza della nostra amministrazione e di quella militare”.

Secondo Francesco Riva, Consigliere Cnel e moderatore dell’evento, si tratta di “un progetto che va sicuramente esportato nella società civile. Sono stati presenti vari relatori, sia delle Forze Armate, e quindi il Ministero della Difesa, sia di aziende come Telecom, che è stata molto impegnata in questo tipo di attività. Senza dubbio – continua Riva –, noi vogliamo dare una sicurezza ai cittadini italiani, ovvero la possibilità, quando si recano in ospedale, di avere a disposizione la loro cartella elettronica senza dover portare con sé carte e fotocopie di cartelle cliniche. Questo permetterà di intervenire in caso di urgenza ma anche di conoscere i dati sanitari che potranno indirizzare lo Stato verso campagne di prevenzione per i vari tipi di malattia. Come Cnel – continua –, vorrei dunque portare questo modello in Europa: ne ho già parlato al Parlamento europeo giorni fa. L’Italia è sicuramente molto avanti in questo senso, anche grazie al Generale Sebastiani, capo della Sanità Militare. Alla base di questo percorso c’è senza dubbio la formazione – aggiunge Riva –. Formazione del personale sanitario, sia medico che non medico, ma anche di tutte le istituzioni, per poter convincere tutti i dipendenti dell’amministrazione a sottoporsi a questo tipo di storia clinica”, conclude.  

Una tecnologia che sarebbe stata molto utile nel corso della pandemia da Covid: “Ciò che abbiamo illustrato oggi – spiega Giuseppe Celeste, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) – è figlio, in un certo senso, di alcuni pilot che abbiamo utilizzato durante la pandemia. Tant'è che ci sono state occasioni, quando all’epoca non avevamo mezzi sufficienti per prendere in carico l’intera popolazione, in cui ci hanno permesso di dare alcuni servizi in emergenza. Certo, avessimo avuto questa tecnologia all’epoca, ci avrebbe sicuramente consentito di essere molto più incisivi su tutti i territori e, principalmente, di evitare l’affollamento nei centri di pronto soccorso”, conclude Celeste.



19 ottobre 2022
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