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Riabilitazione. Beretta (Simfer): “Indispensabile la concreta attuazione di un Piano Locale dell’assistenza riabilitativa”


Nonostante l’Oms sottolinei l’importanza della riabilitazione, nel nostro Paese si tagliano i fondi e provvedimenti come il DM77 non la menzionano, avvertono gli specialisti in Medicina Fisica e Riabilitativa. Per la presidente della Simfer occorre invece “inserire stabilmente la competenza fisiatrica nelle strutture di assistenza territoriale previste dal Dm77”

21 DIC -

“Il recente rapporto dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa, ha sottolineato ancora una volta l’importanza cruciale della riabilitazione per i sistemi sanitari vista come fattore essenziale per migliorare la salute e l’autonomia delle persone che lamentano limitazioni funzionali - transitorie o permanenti - dovute a diverse patologie. E con benefici in termini di risparmio di risorse sanitarie e sociali, permettendo una riduzione dei tempi di ospedalizzazione e delle complicanze dovute alle patologie croniche. Ma nell’attuale situazione di sofferenza del nostro sistema sanitario, la riabilitazione rischia di essere fra le aree assistenziali più penalizzate, mentre può essere un elemento cruciale per la tenuta e la sostenibilità del settore, se adeguatamente sostenuta in termini di risorse e di adeguamento normativo”.

A richiamare nuovamente l’attenzione delle forze politiche sul tema è Giovanna Beretta Presidente Simfer la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa che chiede l’attuazione di un “Piano Locale dell’Assistenza Riabilitativa” che definisca le caratteristiche dell’offerta riabilitativa per la popolazione di riferimento in tutti i setting e in tutte le strutture, pubbliche ed accreditate, nonché i sistemi a garanzia della continuità del percorso e dell’accessibilità ai servizi.

La Simfer, denuncia le gravi riduzioni di risorse dedicate alla riabilitazione ospedaliera in conseguenza della pandemia di Covid19, oltre alle “difficoltà di accesso alle cure riabilitative ambulatoriali e domiciliari, che hanno portato al persistere e all’aggravarsi di condizioni di disabilità che avrebbero potuto essere efficacemente trattate, alle quali si sono aggiunti nuovi bisogni dovuti proprio alle conseguenze disabilitanti dell’infezione da Sars Cov2”.

L’Oms, ricorda la Simfer, stima in oltre 27 milioni le persone che in Italia potrebbero trarre beneficio da interventi riabilitativi; di questi, circa 11 milioni sono di età superiore ai 65 anni. Inoltre, orima della pandemia, circa 8 milioni di giornate di ricovero erogate ogni anno negli ospedali italiani sono stati destinati alla riabilitazione intensiva; quasi il 4% di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate dal SSN afferivano a questa disciplina. A questo si aggiunge la spesa out-of-pocket sostenuta dalle famiglie, che già nel 2019 era stimata a circa 15 miliardi di euro.

Nell’attuale situazione di sofferenza del nostro sistema sanitario, avverte Beretta, “la riabilitazione rischia di essere fra le aree assistenziali più penalizzate, mentre può essere un elemento cruciale per la tenuta e la sostenibilità del settore, se adeguatamente sostenuta in termini di risorse e di adeguamento normativo. Il nostro paese può vantare competenze di elevata qualità in tutte le professionalità che concorrono all’assistenza riabilitativa; è però indispensabile perseguire un’organizzazione unitaria del settore ed una maggiore integrazione delle diverse modalità e setting di offerta – ospedaliera, ambulatoriale, territoriale, domiciliare/residenziale- in modo da favorire la continuità dei percorsi di presa in carico, senza frammentare le attività riabilitative distribuendole fra altri settori dell’assistenza”.

Nel quadro dei recenti provvedimenti normativi, già definiti o in via di definizione, come il DM77 o l’iter di aggiornamento del DM70, questi temi “devono essere tenuti in considerazione, anche sfruttando le diverse opportunità offerte dal Pnrr”, suggerisce la Simfer, che sostiene quindi la necessità di esplicitare da parte di ogni Azienda Sanitaria un “Piano Locale dell’Assistenza Riabilitativa”.

In questo contesto, la Simfer ritiene che il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa possa dare un contributo determinante. Oltre alle sue competenze diagnostico-terapeutiche specifiche, svolge già un ruolo importante in molte realtà nella definizione e gestione dei percorsi ospedale territorio. È necessario consolidare e diffondere questi modelli organizzativi.

“È inoltre auspicabile – aggiunge Beretta – un inserimento stabile della competenza fisiatrica nelle strutture di assistenza territoriale previste dal dm77, in integrazione con le altre professionalità, e supportando la Medicina Generale, in particolar modo nell’area delle patologie disabilitanti croniche. Su queste ed altre proposte la Simfer è come sempre disponibile ad un confronto e ad un’interlocuzione costruttiva con tutti i soggetti coinvolti nel settore: programmatori, decisori ed amministratori, professionisti sanitari e, non ultimi, rappresentanti degli utenti” .



21 dicembre 2022
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