Coronavirus. Igienisti: “Al servizio del Paese anche nella Fase 2 ma mancano 5.000 operatori della prevenzione”

Coronavirus. Igienisti: “Al servizio del Paese anche nella Fase 2 ma mancano 5.000 operatori della prevenzione”

Coronavirus. Igienisti: “Al servizio del Paese anche nella Fase 2 ma mancano 5.000 operatori della prevenzione”
La SItI in una lettera indirizzata ai Ministri della Salute e Affari Regionali, al Presidente dell’Iss e alle Regioni, sottolinea come sia indispensabile investire nei Dipartimenti di Prevenzione e nei Distretti. Da una indagine dell’Osservatorio Italiano per la Prevenzione si evidenzia infatti che l’85% dei Dipartimenti di Prevenzione è sotto organico e che complessivamente mancano 5000 operatori dopo anni di tagli e disinvestimenti.

“Pronti a mettere a disposizione del Paese i suoi saperi, conoscenze e abilità scientifiche e professionali per la produzione e diffusione di buone pratiche tecnico-scientifiche a supporto dell’implementazione e della valutazione delle modifiche strutturali, tecnologiche e organizzative necessarie nella comunità e nel sistema produttivo nella Fase 2”.

È quanto scrive la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) in una lettera indirizzata ai Ministri della Salute e per gli Affari Regionali e le Autonomie, al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ed ai Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.

“La SItI si conferma in prima linea nella individuazione e valutazione di strategie e interventi per ‘mitigare il rischio’ tutelando la salute della popolazione, in particolare le fasce più fragili, e garantendo i bisogni e le aspettative del mondo produttivo nella Fase II dell’epidemia di Covid-19”, si legge nella lettera della SItI.
 
“La tutela della salute – scrive la SItI – deve essere garantita con interventi di prevenzione di prossimità sul territorio anche mediante un programma di sorveglianza affidato ai Dipartimenti di Prevenzione e ai Distretti delle Aziende sanitarie. Solo una precoce individuazione dei nuovi casi da parte dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione per una immediata analisi epidemiologica volta a ricercare e isolare i contatti stretti e la presa in carico dei malati da parte dei Distretti nel sistema dell’Assistenza Primaria con la Medicina Generale e la Pediatria di Libera Scelta possono permettere di prevenire e intervenire rapidamente per sopprimere nuovi focolai. I Dipartimenti di Prevenzione devono, altresì, collaborare con la Direzione sanitaria delle strutture sanitarie e sociosanitarie per promuovere la sicurezza dei pazienti e con Medico competente, Rappresentante dei Lavoratori per la Prevenzione e Responsabile del Servizio di Prevenzione e di Protezione per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

Per la SItI “è dunque indispensabile investire nei Dipartimenti di Prevenzione e nei Distretti”. Una indagine dell’Osservatorio Italiano per la Prevenzione ha evidenziato che l’85% dei Dipartimenti di Prevenzione è sotto organico e che complessivamente mancano 5000 operatori dopo anni di tagli e disinvestimenti.

“È necessario – rimarcano gli igienisti – rafforzare in maniera stabile la presenza capillare e il rapporto con la comunità e con il tessuto sociale e produttivo, anche rivedendo alcune scelte di centralizzazione e concentrazione di servizi territoriali che nel campo della Sanità Pubblica minano l’efficacia degli interventi proposti. In questo delicato momento di transizione un approccio di Salute Pubblica è essenziale per garantire il sistema di sorveglianza epidemiologica integrata, valutare e comunicare sistematicamente i rischi per la salute individuale e collettiva”.

28 Aprile 2020

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