Luci e ombre sul Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale. Per la Società Italiana di Psichiatria (Sip), non mancano punti di forza quali il riconoscimento del ruolo centrale del livello dipartimentale integrato e del modello biopsicosociale come riferimento per la comprensione dell’origine dei problemi di salute mentale e per la loro gestione integrata e multidisciplinare. Ma la grave carenza di risorse umane e finanziarie, per la quale non è prevista alcuna copertura di fondi ad hoc, preoccupa e non poco.
Di seguito la posizione della Sip
“La Società Italiana di Psichiatria (SIP) accoglie con favore il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) 2025-2030, recentemente reso pubblico in una versione non definitiva sottoposta all’esame della Conferenza Stato-Regioni.
In particolare, la Società esprime il suo consenso:
a) sull’affermazione del ruolo centrale del livello dipartimentale integrato, capace di includere ed armonizzare le diverse competenze ed esperienze della psichiatria, della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, delle dipendenze patologiche e della psicologia clinica, e dedicato non solo alla gestione dei disturbi mentali, ma anche alla promozione della salute mentale e alla prevenzione dei disturbi mentali a livello della popolazione;
b) sul riconoscimento del modello biopsicosociale come riferimento per la comprensione dell’origine dei problemi di salute mentale e per la loro gestione integrata e multidisciplinare;
c) sulla previsione di équipe funzionali multidisciplinari “di transizione” per la gestione dei problemi di salute mentale nell’adolescenza, in particolare per quanto riguarda l’uso di droghe, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi del neurosviluppo e il rischio suicidario;
d) sul modello organizzativo improntato alla multi-professionalità e alla continuità con i Dipartimenti di Salute Mentale (modello a matrice) per garantire l’assistenza psicologica primaria all’interno delle Case di Comunità;
e) sull’individuazione del modello gestionale del budget di salute, anche in collaborazione con il terzo settore, ai fini dello sviluppo di efficienti percorsi di inclusione sociale delle persone con disturbi mentali gravi;
f) sulla chiara distinzione di competenze tra sanitari e Forze dell’Ordine nella gestione dell’aggressività al fine di rendere gli interventi efficaci, appropriati e sicuri per pazienti e operatori.
La Società esprime forte preoccupazione per il fatto che, a fronte delle importanti proposte avanzate nel Piano e delle attuali difficoltà dei Dipartimenti di Salute Mentale legate alla grave carenza di risorse umane e finanziarie, non sia prevista alcuna copertura di fondi ad hoc e, anzi, tale copertura sembri essere preclusa dall’affermazione che le suddette attività dovranno essere svolte “senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
La Società chiede pertanto con forza che il Piano sia accompagnato da un adeguato finanziamento, in linea con i parametri europei, al fine di garantire il potenziamento delle strutture e degli organici con investimenti costanti negli anni che permettano di stabilizzare ed incrementare il capitale umano e riorganizzare i servizi.
La Società auspica che vengano affrontati in modo più incisivo alcuni temi essenziali quali:
a) la promozione del benessere psicologico e della salute mentale a livello scolastico e lavorativo;
b) l’identificazione e l’intervento precoce nei soggetti ad alto rischio per i disturbi mentali più gravi;
c) il miglioramento degli strumenti atti a favorire il consenso al trattamento;
d) la gestione dei problemi di salute mentale in contesti multiculturali e in relazione al genere;
e) l’approccio multidisciplinare ed integrato ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e alle dipendenze da sostanze e comportamentali;
f) il potenziamento della psichiatria di consultazione per i reparti di medicina e chirurgia dell’ospedale generale, e la collaborazione con gli specialisti delle altre branche mediche nella gestione dei problemi di salute fisica spesso presenti nelle persone con patologie mentali gravi.
Risulta evidente, infine, che l’implementazione delle linee previste dal Piano richieda, oltre ad un lavoro impegnativo, attento ai rapidi cambiamenti e costante nel tempo, anche un continuo monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi prefissati. La SIP, che rappresenta la maggioranza degli psichiatri italiani operanti a livello ospedaliero, territoriale ed universitario, non mancherà – con il contributo di tutti – di collaborare a questo monitoraggio nei ruoli di responsabilità organizzativa e in coerenza con le politiche sanitarie che tutelano la collettività.”