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Telemedicina: le parole sono importanti

di Michelangelo Bartolo

06 FEB -

Gentile direttore,
vengo spesso invitato a parlare a convegni di telemedicina e quello che più mi colpisce è assistere ad una vera e propria babele della terminologia. “Le parole sono importati” ci ammoniva Nanni Moretti in un suo film di qualche anno fa. E spesso mi accorgo che, anche tra gli addetti ai lavori, si usano le stesse parole per indicare servizi di telemedicina assolutamente differenti: è forse giunto il momento di mettere ordine e di parlare tutti la stessa lingua.

L’Agenas ha recentemente prodotto importanti documenti, linee guida e linee di indirizzo sui servizi di telemedicina a cui, obbligatoriamente, tutti gli operatori sanitari si dovranno adeguare.

Per anni abbiamo assistito al moltiplicarsi di suffissi “tele” che precedevano specialità mediche o servizi: “Telecardiologia, telenefrologia, teledialisi, telenursing, ecc.” sempre con un’attenzione alla singola prestazione o specialità medica. Le nuove linee guida stravolgono questa impostazione e delineano finalmente dei servizi di telemedicina, che essendo volutamente più generici, non si legano alla singola specialità medica ma al servizio che viene offerto. Per brevità cercherò di fare chiarezza solo su 4 servizi di telemedicina, quelli più importanti e finanziati dal PNRR. Per ognuno di questi servizi farò delle analogie ai servizi sanitari in presenza, quelli che tutti conosciamo. Sottolineo che si tratta solo di un’analogia, un esercizio solo per cercare di rendere più comprensibile qualcosa di nuovo facendo riferimento a qualcosa di più noto.

Il Teleconsulto. Si tratta di una consulenza che un medico richiede ad un altro medico su di un determinato caso o quesito clinico. Durante un ricovero ospedaliero è una prassi comune. Sei ricoverato e il medico del reparto chiede la consulenza di uno specialista. In genere è una decisione autonoma del medico richiedente; il paziente può anche non essere coinvolto e magari si accorgerà che ha che fare con una consulenza specialistica solo quando un nuovo medico lo verrà a visitare. Quindi nel teleconsulto c’è sempre un medico richiedente che porrà un quesito ad un medico rispondente. In questi casi il paziente può non avere nessun ruolo attivo, anzi, potrebbe addirittura non sapere che è stato richiesto un teleconsulto sul suo caso. Il teleconsulto è un servizio che già esiste e molto utilizzato soprattutto in Emergenza. Nel Lazio, attraverso la piattaforma TeleAdvice, tutti i Pronto Soccorso già richiedono teleconsulti specialistici ad ospedali di riferimento. La sfida del futuro sarà rendere il servizio di teleconsulto richiedibile anche tra reparti di diversi ospedali o dal Medico di Medicina Generale.

La Televisita. Si tratta di una visita di controllo, tra un paziente e il medico. E’ un po' come accedere ad una visita specialistica ambulatoriale, che però viene effettuata a distanza. La televisita secondo le linee guida, lo ricordo, può essere solo di controllo e può essere preceduta – particolare importantissimo – da una fase asincrona. Nella fase asincrona il paziente può rispondere a dei questionari mirati sulla propria patologa, e può allegare nuova documentazione sanitaria. La fase asincrona è più o meno quello che già fa ciascuno di noi prima di andare ad una visita specialistica in presenza: prepara la documentazione da portare, magari si annota le domande da fare al medico e così via. La televisita dovrà comunque concludersi con una videocall e con un referto che lo specialista deve inviare al Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente e, se richiesto dal paziente, con sistemi di autenticazione certa (OTP). Appare chiaro che, a differenza del teleconsulto, nella televisita ci deve essere un coinvolgimento attivo del paziente.

Il Telemonitoraggio. E’ un servizio particolarmente indicato per tutte quelle patologie croniche che necessitano di un controllo più costante nel tempo. Anche nel telemonitoraggio c’è un coinvolgimento attivo del paziente (o del suo caregiver) che invia attraverso un applicativo e in modo più o meno automatico, parametri vitali o sintomi: la frequenza cardiaca, la pressione, la saturazione, sintomi oggettivi (ho la tosse), sintomi soggettivi (ho dolore) e molte altre informazioni. Il telemonitoraggio, a differenza di una televisita, dura piuttosto a lungo anche settimane, mesi o anni, a seconda della patologia e delle condizioni cliniche del paziente. Nel telemonitoraggio gli attori coinvolti sono generalmente molteplici. Il Medico di famiglia, uno o più specialisti, diversi infermieri, il caregiver, ecc. Il telemonitoraggio prevede anche che ci sia una formazione al paziente sull’uso delle apparecchiature ed è un servizio spesso utilizzato nei servizi di assistenza domiciliare.

La teleassistenza. E’ un servizio di telemedicina, dove ad interagire con il paziente non sono i medici ma un operatore di qualsiasi professione sanitaria: logopedista, fisioterapista, infermiere, ecc. E’ qualcosa di nuovo, descritto nelle linee guida, che mette in risalto e da maggior dignità al grande lavoro che le professioni sanitari fanno nel campo dell’assistenza e della cura di molte patologie.

Per qualsiasi servizio di telemedicina, le linee guida impongono la presenza di un Centro Servizi che supervisioni e dia assistenza adeguata sia al personale sanitario che ai pazienti. Non solo un numero telefonico da chiamare per l’help desk ma anche un lavoro di assistenza proattivo. Qualunque ASL od ospedale che inizi ad usare – e lo dovrà fare obbligatoriamente - la telemedicina dovrà creare dei Centri Servizi con personale dedicato, formato e competente. E’ un particolare che è stato troppo spesso trascurato ma che ora è normato dalle linee guida.

Questi 4 servizi, (ma ce ne sono anche molti altri) sono un po' la spina dorsale della telemedicina. Oggi è un diritto di ogni paziente richiedere tali servizi. Aver tentato di fare chiarezza, quanto meno sulla terminologia, credo sia il primo passo per camminare insieme verso uno sviluppo e un cambiamento che oggi, più di ieri, non è più rimandabile. Qualora si volesse approfondire l’argomento rimando al sito di Agenas, che ha tracciato la roadmap della telemedicina dei prossimi anni.

Michelangelo Bartolo

Responsabile Telemedicina Territoriale ed Ospedaliera della Regione Lazio



06 febbraio 2023
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