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Una visione di nuove professioni nel nuovo Ssn

di Calogero Spada

24 OTT -

Gentile Direttore,
leggo stamane l’articolo di Endrius Salvalaggio su quella che appare come una eterna diatriba riguardo le competenze in ambito medico e le figure coinvolte in tale disputa, e non posso, anche sulla scia di altre recenti considerazioni scaturite dal dibattito tra professioni, non pensare … che siamo alle solite.

Anzitutto perché non si può non notare la tanto reiterata quanto insincera ed ambivalente espressione: «Non abbiamo nulla contro la presenza di figure che possano fare da supporto all’attività medica» … certo, perché secondo le intenzioni i non medici dovranno rimanere una figura “ombra” del medico e non poter mai assurgere ad una qualsivoglia ipotesi di esercizio professionale autonomo …

In secondo luogo perché altresì si insiste – così come innumerevoli volte sia già accaduto – sul furto intellettuale di competenze; certo, perché anche quella è un’attività che si può espletare a senso unico: va bene quando sono i medici che, per corroborare la lista delle proprie spettanze amministrative sottraggono competenze (anche mai esercitate) ai non medici, così come occorso ai tecnici di radiologia dall’anno 2000 in poi, ai fisioterapisti nel 2015 e come ora si stia tentando di fare con i Tecnici della prevenzione. Questo perché nell’immaginario collettivo persevera un modello ormai normativamente vetusto, “di competenza universale” o “Matrioska”, ove l’attività medica non ha confini, quanto meno “verso il basso”, per cui quello che non fa o non vuole fare un medico, lo deve fare qualcun altro; d’altro canto è il motivo primo della nascita delle professioni sanitarie non mediche: quello che – in una accezione quanto mai ampia – ad un certo punto stanca o non conviene fare, deve essere fatto da qualcun altro … salvo conguaglio anche negativo.

Ciò che invece si attendeva da tempo, soprattutto dopo le polemiche del 2015 sul “comma 566”, è la codificazione normativa delle esclusività professionali, in modo che i medici non possano più andare dentro e fuori gli ambiti professionali altrui a proprio piacimento … anche perché a questo punto se lo fanno loro per primi … non possono lagnarsene quando è qualcun altro che li imita in tutto e per tutto, e che forse sta commettendo i medesimi loro errori qualora intendesse – inconsapevolmente o meno – di fondare una nuova élite di dominanza sanitaria: quella infermieristica.

Quanto a questo appalesato timore della “scomparsa” del medico di medicina generale, come di altre figure di “medici competenti” con al loro necessario seguito schiere di «figure di supporto» che si occupano dalle carte ai ferri, dal caffè alla composizione dei numeri di telefono, figure che forse hanno anche troppo densamente popolato il panorama sanitario e para-sanitario dagli anni ’60 del secolo scorso in poi, a seguito della pletora di iscrizioni alla facoltà di medicina e chirurgia, dispendioso esito sociologico di una società tanto perbenista quanto ipocrita…ebbene tale trepidazione può essere identificata come il prodromo di ciò che, sulla scia di quanto già occorso in passato, con la estinzione di figure professionali c.d. “generaliste” come l‘infermiere generico, sarà forse in futuro il SSN, certamente dopo che avremo capito come fare a salvare quello ora agonizzante, ove probabilmente sarà il (pure per certi versi demonizzato) Partenariato Pubblico Privato a vincere e quindi far definitivamente evolvere il sistema che intendiamo ora, il cui ricordo già ci sta facendo cadere in un generale stato di ansia cronico …

In questo nuovo sistema, che come giustamente ammonisce il dott. Maffei dovrà però mantenere lo spirito della L.833 del 1978 ma forse anche dismettere ogni catenella di una dipendenza pubblica da Regno d’Italia, ci sarà anche ben altro organigramma delle figure sanitarie, dove probabilmente una unica classe di medici di primo livello (che fagociterà le attuali professioni non mediche) accederà al secondo per potersi specializzare in un singolo ambito senza studiare decenni ma anche senza poter più “tornare indietro”, salvo frequentare tutta l’accademia dell’altro ambito in interesse oltre il primo livello. Forse solo a quel punto ci saranno, configurazioni di lavoro di èquipe a parte, professioni autenticamente indipendenti ed autonome, ove il professionista dovrà pragmaticamente badare e bastare a sé stesso: probabilmente ad es. con medici radiologi che finalmente (così sia scritto, così sia fatto) valuteranno, eseguiranno e referteranno le proprie indagini … esattamente come ora – giusto caso – fanno alcuni medici che operano in libera professione individuale.

Forse sarebbe ora per il Governo di raccogliere attentamente tutte le odierne riflessioni sul futuro del SSN e di pensare non soltanto al nuovo sistema, ma anche alle nuove figure che lo faranno forse funzionare più correttamente, più efficientemente, più efficacemente e … più pacificamente.

Sarò per i detrattori un “visionario” questa volta? Può anche essere. Ma a volte le visioni, anche le più improbabili, risultano essere addirittura migliori della realtà corrente, e laddove non ci siano altre ipotesi … anche costituire le uniche possibili.

Calogero Spada

TSRM – Dottore Magistrale



24 ottobre 2023
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