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Senza finanziamenti i servizi di salute mentale rimangono al palo

di Pietro Pellegrini

29 MAR -

Gentile Direttore,
nel gennaio 2023, 91 direttori di Dipartimento di Salute Mentale hanno inviato alle massime Autorità del Paese una lettera appello per sollecitare un finanziamento della salute mentale pari almeno al 5% della spesa sanitaria (ferma a meno del 3%) e un piano straordinario di assunzioni di personale.

A distanza di oltre un anno quale è la situazione dei finanziamenti e del personale? Quanti servizi sono stati ridimensionati o chiusi? Purtroppo mancano dati nazionali e regionali. L’impressione è che grazie alla resilienza, all’impegno professionale ed etico degli operatori sia in atto, a risorse invariate o diminuite una sostanziale tenuta del sistema. Ma quanto può durare senza sostegni, ricambi e nuove risposte?

Anche la mobilitazione dei professionisti avvenuta dopo l’omicidio verificatosi a Pisa il 27 aprile 2023 della psichiatra Barbara Capovani quali risposte reali ha portato in merito alla sicurezza delle cure?

Il crescente disagio in contesti sensibili come carceri (compresi i suicidi) e centri per migranti richiedono politiche e interventi complessi e interistituzionali. Lo stesso per il completamento dei percorsi giudiziari e della legge 81/2014 che ha chiuso gli OPG.

Nel centenario della nascita di Franco Basaglia, è tempo di dare vigore alla legge 180, alla legge 18/2009 (Convenzione per i diritti delle persone con disabilità) e ad un grande progetto di deistituzionalizzazione, come indicato anche dalle Nazioni Unite.

Sarebbe utile farlo in modo unitario, trasversale perché la salute mentale è una componente essenziale della salute, è un bene comune, un interesse della collettività e fattore di sviluppo della comunità. Difendiamo un modello di salute mentale di comunità, un prodotto nazionale di cui l’Italia, nonostante tutti i limiti, può andare orgogliosa.

Pertanto, servono interventi al fine di fare fronte alla crescente domanda e per articolare risposte di salute a partire dalla casa delle persone, dai loro bisogni e risorse, tenendo conto delle loro famiglie mediante innovativi strumenti come i budget di salute e i servizi di comunità e prossimità integrati con il sociale e il Terzo settore. Occorre dare realizzazione ai Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali altamente qualificati sulla base delle migliori conoscenze scientifiche e grande sensibilità umana ed etica.

Un quadro che può realizzarsi solo con le necessarie risorse economiche, personale formato e la responsabilizzazione dell’intera comunità. I servizi di salute mentale sono un patrimonio che abbiamo creato come bene primario del Paese, smantellarlo significherebbe minare la spina dorsale delle nostre comunità, creare una condizione di abbandono e solitudine che avrebbe gravi conseguenze per le persone e l’intera società.

La promozione dei diritti e doveri di tutte le persone, comprese quelle affetti da disturbi mentali, in una società accogliente, equa e solidale può rappresentare un comune obiettivo del nostro patto sociale per il quale lavorare tutti insieme.

Pietro Pellegrini
Direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche Ausl di Parma



29 marzo 2024
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