Affianchiamo la Corte dei LEA alla Corte dei Conti nel monitoraggio delle sanità regionali
di Claudio Maria Maffei
30 SET -
Gentile direttore,
è stata resa pubblica questi giorni nelle Marche la Deliberazione 123/2024 della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per le Marche relativa al giudizio sul rendiconto generale della Regione Marche per l’esercizio finanziario 2023. Nella relazione annessa questa deliberazione ancora una volta lo spazio dedicato alla spesa sanitaria è stato importante (200 pagine su un totale di 1300) come logico data la rilevanza della spesa sanitaria all’interno del bilancio regionale (73%). Questa relazione, che confesso di avere letto con attenzione solo quest’anno, colpisce da una parte per il grande e qualificato livello di dettaglio nella ricostruzione e analisi economica delle voci di spesa e dall’altra per la quasi assoluta assenza di un incrocio tra i dati economici e i dati sanitari e i fenomeni programmatori e organizzativi. Faccio solo alcuni esempi:
- mobilità sanitaria: viene fatta una analisi degli andamenti senza tenere conto della produzione in mobilità attiva dei privati, che spiega alcuni dati “anomali” come il forte saldo positivo di una Azienda Sanitaria Territoriale e la tendenza alla crescita della mobilità attiva complessiva pur in presenza di una produzione sofferente da parte delle strutture pubbliche. Si cita l’opportunità legata agli Accordi di confine, ma non si tiene conto che erano stati stipulati anni fa ed erano stati dimenticati dalla politica;
- peso dei “gettonisti” delle Cooperative: non viene fatta una minima correlazione con le scelte programmatorie come quella di raddoppiare un punto nascita che a seguito del Covid era stato accorpato o come quella di mantenere una rete ospedaliera incoerente col DM 70 con un eccesso di DEA e con il mantenimento di Pronto Soccorso con bassi volumi di attività;
- investimenti edilizi: non si fa un incrocio con la loro programmazione complessiva che nel caso degli ospedali renderebbe a rischio tutti quegli interventi in ospedali che a seguito della applicazione del DM 70 andrebbero ridimensionati o riconvertiti;
- adeguamento dei posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva alle disposizioni della Legge 34/2020: non si fa alcuna considerazione sulle cause dei ritardi e nessuna valutazione sulla possibilità di utilizzarli data la attuale carenza di personale;
- programmazione sanitaria: la si riduce ad una verifica degli obiettivi assegnati alle Aziende e alla verifica del loro raggiungimento negli anni precedenti mentre manca una verifica degli atti programmatori fondamentali relativi ad esempio alla programmazione della rete ospedaliera (che di fatto non è mai stata formalizzata) e a all’adeguamento della programmazione della offerta residenziale (che risale al 2017);
- PNRR: manca una lettura anche minima della introduzione di figure fondamentali come quella dell’infermiere di famiglia, che nelle Marche manca e che è in avanzato stato di avanzamento in altre Regioni.
A un certo punto uno si domanda: ma dove sono le 200 pagine della relazione della “Corte dei LEA”, quella che dovrebbe fare una analisi della qualità dei servizi offerti e della qualità dei processi programmatori e gestionali da incrociare con l’analisi dei dati economici? Questa relazione dovrebbe utilizzare ad esempio non solo i bilanci delle Aziende, ma tutti i dati disponibili da fonti istituzionali che monitorano ad esempio l’andamento delle liste di attesa, la performance delle reti cliniche, i servizi dell’area della salute mentale e delle dipendenze patologiche, lo stato delle cure palliative, i servizi per le demenze, l’offerta di assistenza domiciliare, la concentrazione/dispersione delle casistiche chirurgiche, i percorsi di presa in carico delle condizioni croniche in applicazione del Piano Nazionale della Cronicità, ecc.
Purtroppo la Corte dei LEA non c’è, perché certo non si può considerare tale l’attuale sistema di monitoraggio ministeriale dei LEA che è tardivo, poco accurato e di fatto inutile se non addirittura pericoloso, perché lascia di fatto campo libero ai ritardi e a volte ai capricci delle politiche sanitarie regionali. Si tratta di un sistema che si appoggia ad un sistema di indicatori del tutto inadeguato (quello del già Nuovo e ormai Vecchio Sistema di Garanzia) e di un misterioso Questionario che è di fatto cosa privata tra i Ministeri e le Regioni.
Trovo assurdo che ad un livello di dettaglio così spinto di monitoraggio dei dati economici come quello della Corte dei Conti non corrisponda sul piano di monitoraggio dei LEA quasi nulla. Tra le tante cose da aggiustare nel nostro Ssn c’è anche questa, tanto più indispensabile quanto più si parla di autonomia differenziata.
Claudio Maria MaffeiCoordinatore Tavolo Salute Pd Marche
30 settembre 2024
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