I Lea (e il nuovo Nomenclatore Tariffario): i bisogni di salute sono davvero garantiti?
di Marvin Rida e Susanna Agostini
17 GEN -
Gentile Direttore,in linea con quanto espresso dalla dr.ssa Salina in una recente “
Lettera al Direttore” sui Livelli Essenziali di Assistenza e il Nomenclatore Tariffario delle prestazioni ambulatoriali preme ora offrire un contributo portando un esempio concreto di ricaduta provocata dall’entrata in vigore del nuovo tariffario.
Tra le prestazioni presenti nei LEA (e quindi nel Tariffario) non è presente la branca della nutrizione.
A complicare le cose, la “eventuale stesura del piano nutrizionale” è stata associata solo alla visita medica anestesiologica/algologica e a quella endocrinologica, mentre la “stesura del piano di trattamento conservativo dietetico” e la “verifica del trattamento conservativo dietetico” sono associate solo alla visita medica nefrologica. Va sottolineato in primo luogo che le attività incluse in quelle visite mediche non sono esaustive di tutto il vero processo di assistenza nutrizionale e, soprattutto, che le prestazioni di carattere nutrizionale sono di natura diversa dalla visita medica e devono da essa essere ben distinte. L’inclusione in un’unica prestazione di attività professionali differenti (medico e dietista) le attribuisce di fatto ad un unico professionista (medico), rendendo impossibile l’accesso diretto alla prestazione normalmente erogata da un dietista.
Siamo di fronte ad una criticità inspiegabile, considerando che investire in assistenza nutrizionale genera salute a costi contenuti e un tanto era stato ben compreso in alcune Regioni, fra cui il Friuli Venezia Giulia, che nel 2006 ha inserito nel tariffario regionale proprio quelle prestazioni nutrizionali che ne erano assenti, contribuendo ad un grande salto di qualità nella risposta ai bisogni di salute dei propri cittadini.
“Trattamento dietetico”, “Valutazione nutrizionale”, “Riabilitazione ed educazione nutrizionale” sono le prestazioni non più accessibili ai cittadini del Friuli Venezia Giulia.
Stiamo parlando di prestazioni essenziali nella prevenzione e trattamento di situazioni patologiche acute e croniche con riscontro di efficacia nella produzione di salute a costi inferiori rispetto ad altre attività sanitarie.
Già sono presenti criticità rilevanti:
- i medici di medicina generale non possono più inviare con accesso direttoi loro pazienti all’attenzione di un dietista del SSR;
- prima di incontrare un dietista, la persona deve effettuare una visita medica (specialistica), dopo quella del proprio medico di medicina generale;
- con il “doppio invio” di cui al punto 2., sono solo alcune le prestazioni nutrizionali garantite. Nello specifico in caso di: obesità, problemi cardiovascolari, disturbi del comportamento alimentare, diabete, nefropatia, mentre altri problemi (es.: celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali, malnutrizione ….) non trovano più risposta nel servizio pubblico;
- a fronte di uno stesso problema di salute (ad es: diabete), esiste disparità di assistenza(i diabetici trattati dal mmg non possono più accedere direttamente alla prestazione di un dietista del SSR, mentre diabetici in carico ai centri di riferimento lo possono fare).
In tutto ciò, il dietista è considerato una “appendice” ad alcune fra le esistenti visite mediche specialistiche con buona pace del progressivo mutamento nei rapporti fra le professioni della salute che l’evoluzione normativa ha comportato negli ultimi anni.
Scelte come quelle di cui sopra, oltre alle difficoltà per il cittadino, delineano:
- il mancato rispetto del concetto di “campo proprio di attività” all’interno del quale ogni professionista sanitario deve operare secondo i principi di autonomia e responsabilità, nel perimetro delle proprie competenze;
- l’impossibilità, da parte del dietista, a rendicontare le prestazioni nutrizionali nei sistemi informativi regionali e a documentarne l’entità, l’efficacia e l’efficienza;
- un possibile incremento della spesa pubblica legato all’aumento di visite mediche specialistiche che sono diventate un “imbuto” per l’accesso alla prestazione dei dietisti e, in conseguenza, un aumento delle liste d’attesa.
I LEA e il Nomenclatore Tariffario sono potenti strumenti di garanzia per il cittadino e a livello nazionale la Commissione di Albo Dietisti ha avanzato tutte le opportune proposte alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA chiedendo di colmare il vulnus con l’inserimento delle prestazioni mancanti. Siamo di fronte ad un esempio concreto di necessità di revisione / integrazione dei LEA e del Tariffario che è già localmente possibile in quanto le Regioni possono includere nei loro tariffari prestazioni “aggiuntive”. Un tanto valorizzando, con codici dedicati e specifici, le prestazioni, non solo del dietista, ma di tutte le professioni sanitarie.
Questo Ordine, quale Ente Pubblico con la finalità di tutelare la salute dei cittadini ha il dovere di rilevare quanto sopra e adoperarsi per collaborare a tutti i livelli a garanzia delle persone e dei professionisti.
Marvin RidaPresidente Ordine TSRM-PSTRP delle Province di Gorizia, Pordenone, Udine, TriesteSusanna AgostiniPresidente Commissione di Albo DietistiOrdine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione
17 gennaio 2025
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