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La lotta di Trump contro il riconoscimento dell'identità di genere danneggia la ricerca scientifica e l’equità nelle cure    

di R. Rosin, G. Ferrante, F. Ricceri, E. Ferroni e C. Mangia

07 MAR - Gentile Direttore,
a partire dal 31 gennaio, l'amministrazione Trump ha imposto ai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention – CDC) di rimuovere dal proprio sito e da ogni documento, comprese le pubblicazioni scientifiche, qualsiasi riferimento all’identità di genere. Questa iniziativa riflette la posizione ufficiale dell'amministrazione che ha imposto il riconoscimento esclusivo di due unici generi: maschile e femminile. La decisione era stata annunciata dal presidente fin dal suo insediamento, quando ha dichiarato che per il governo federale sarebbero esistite solo due categorie di genere.

I CDC sono l’organismo della sanità pubblica degli Stati Uniti e svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio delle malattie infettive e croniche, nella sorveglianza dei vaccini, nella ricerca e nello sviluppo di strategie di prevenzione efficaci. Inoltre, sviluppano e diffondono messaggi e programmi di educazione sanitaria per promuovere stili di vita sani e rappresentano una fonte autorevole per strutture sanitarie, istituti di ricerca e università in tutto il mondo.
L’ordine dell’amministrazione Trump prevede la cancellazione, dalle pagine del sito web e dagli archivi dei CDC, dei termini legati all'identità di genere, quali "transgender", "non binario", "assegnato maschio/femmina alla nascita" e “biologicamente maschio/femmina". Questo si applica anche agli articoli in fase di revisione da parte delle riviste scientifiche, nonché a quelli già accettati per la pubblicazione ma non ancora diffusi. Molti degli articoli in questione includono semplici informazioni demografiche sulle popolazioni studiate, tra cui anche l’identità di genere.

L'eliminazione delle variazioni di genere comporta la perdita di dati cruciali per la salute pubblica, e ha avuto come risultato la rimozione improvvisa di due decenni di dati importanti su HIV, tubercolosi e altre patologie. L'ordine esecutivo e le sue conseguenze hanno ricevuto forti critiche da numerose organizzazioni per i diritti umani, non solo per il loro impatto sulla salute pubblica, ma anche per il loro esplicito intento di marginalizzare ulteriormente le persone TGD (transgender and gender diverse), una delle comunità statunitensi più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale e contro le quali esiste uno stigma evidente.

Questa censura ha sollevato, inoltre, reazioni critiche da parte della comunità scientifica, preoccupata che la rimozione di tali termini possa compromettere la validità degli studi, in particolare quelli legati alla salute pubblica e alle disuguaglianze sanitarie. Non solo le ricerche su malattie sessualmente trasmissibili e HIV richiedono dati specifici sul genere in senso largo, ma anche quelli su cancro, malattie cardiache e molto altro. L'amministrazione Trump non si è limitata alla censura scientifica, ma ha anche imposto restrizioni sull’assistenza sanitaria per le persone transgender, tra cui la limitazione dei servizi di affermazione di genere per i minori e il divieto del servizio militare per le persone transgender.

In un'epoca in cui la salute pubblica si basa su dati chiari e completi, la soppressione della ricerca e le restrizioni linguistiche hanno conseguenze di vasta portata. La comunità scientifica che monitora i modelli di malattia e le disparità sanitarie deve essere consapevole come questa censura alteri dati essenziali, portando potenzialmente a politiche imperfette su prevenzione e trattamento. Gli effetti a catena si estendono oltre il mondo accademico: gli organi di sanità pubblica e gli ospedali dipendono da ricerche accurate su tutte le patologie, dal cancro, alle malattie infettive, ai disturbi della salute mentale.

Alla luce di quanto scritto finora, nei prossimi quattro anni le comunità scientifiche al di fuori degli Stati Uniti avranno un ruolo cruciale nel compensare il vuoto informativo e conoscitivo lasciato dai CDC in seguito alle politiche ideologiche dell’amministrazione Trump, senza cedere alla legge del più forte o adeguarsi preventivamente alle tendenze ideologiche del momento. Questo dovrà essere fatto sia attraverso la neutralità politica nell’analisi e nella presentazione dei dati, sia attraverso un coinvolgimento diretto nel finanziare e condurre studi che tengano conto della declinazione del genere in tutte le sfaccettature, tanto biologiche quanto sociali.

Nel Pdf allegato una riflessione più approfondita sul tema.

Roberta Rosin
Con-Te-Stare, Sportello Attivo Transgender; Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG)

Gianluigi Ferrante
Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)

Fulvio Ricceri
Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)

Eliana Ferroni
Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)

Cristina Mangia
Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)

07 marzo 2025
© Riproduzione riservata

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